Liguria. In tutti i puzzle c’è un pezzo da cui partire e in quello della formazione della futura giunta regionale il pezzo chiave è quello della sanità. Durante la campagna elettorale Marco Bucci ha detto fin troppo chiaramente che su questo ambito, rispetto a quanto portato avanti dal governo Toti, c’è molto da lavorare. Liste d’attesa, organizzazione di Alisa, nuovi ospedali e strutture da riattivare, passando per la valorizzazione di medici e infermieri nel pubblico all’ormai celebre ipotesi di “far lavorare i macchinari per 20 ore al giorno”.
Ma chi sarà il demiurgo di tale complicata materia? Chi sarà la figura che, in un certo senso, accetterà di – a seconda dei punti di vista – accettare la sfida o immolarsi per la causa? Visto lo stato dell’arte della sanità ligure, quella pubblica in particolare, le chance di fallimento esistono e la storia locale recente insegna come gli assessori alla Sanità abbiano pagato la loro esposizione: da Claudio Montaldo, assessore ai tempi di Burlando, ad Angelo Gratarola, il cui risultato alle urne è stato poco gratificante, passando per la prima “importatrice” del modello Lombardia, la leghista Sonia Viale.
E’ per questo che per l’assessorato alla Sanità, Marco Bucci potrebbe attingere a quella ampia shortlist di tecnici a cui ha più volte accennato. Un tecnico quindi, un manager o un professionista della sanità, ma possibilmente in “quota” politica in modo da riempire anche una delle caselle del sistema Cencelli che il “sindaco della Liguria” non ama ma al quale, almeno in parte, dovrà fare riferimento.
I possibili nomi per l’assessore alla Sanità
Il primo profilo è quello di Enrico Castanini, direttore di Liguria Digitale. Un passato da manager di grandi gruppi come Telecom e General Electric, è all’interno della società informatica della Regione dai tempi in cui si chiamava ancora Datasiel. E’ un ingegnere esperto di sistemi e sotto il governo Toti ha lavorato sia nella gestione delle vaccinazioni durante il periodo Covid sia nel potenziamento del sistema Prenotosalute. C’è un precedente: a Giovanni Toti, che gli aveva già proposto di diventare assessore alla Sanità, aveva detto no. Ma erano altri tempi.
Il secondo nome che circola è quello di Luigi Carlo Bottaro, direttore dell’Asl3 Genovese ovvero quella struttura che Marco Bucci ha più volte citato ad esempio per essere riuscito – ai tempi in cui era a Liguria Digitale – a ridurre le liste d’attesa. Bottaro, figura molto operativa, è medico specializzato in patologia clinica ed ematologia, vicepresidente nazionale di Federsanità Anci. Un’ipotesi è anche quella di Paolo Petralia, che oltre a essere legato a Bucci da una profonda amicizia, è il direttore dell’Asl 4 Chiavarese, è stato direttore del Gaslini e nel cda del Galliera.
C’è poi il nome più “politico” di tutti, quello di Massimo Nicolò, oculista, responsabile del Centro retina e maculopatie del policlinico San Martino, già assessore alla Sanità e vicesindaco nel “Bucci 1” in Comune a Genova e sostenitore di Fratelli d’Italia. Recentemente è stato nominato presidente dell’associazione Amici del Festival della scienza. Si è speso durante la campagna elettorale per il sindaco-candidato ma un conto è organizzare cene e feste un altro prendere in mano la patata più bollente di tutte.
L’ultimo dei papabili su cui si è ragionato è Alessandro Bonsignore, medico legale e presidente dell’Ordine dei Medici appena riconfermato. Il suo nome è stato in auge sia in passato come assessore regionale alla Sanità sia come possibile “civico” candidato alla presidenza della Regione Liguria. Aveva detto “no, grazie” a entrambe le opzioni ma non è un segreto che la sua figura sia vicina al centrodestra e che mantenga un’ambizione politica.
Poco più che una suggestione, infine, l’ipotesi Matteo Bassetti. Il virologo superstar, tra i primi a complimentarsi con Bucci per il risultato delle Regionali, ha un’esperienza più settoriale sul fronte tecnico e resta comunque molto legato, come immagine, al periodo Toti per via dell’esposizione mediatica durante tutto il periodo Covid e non solo.