Le indagini

Il sospetto della ‘polvere dell’addio’ nel suicidio del 49enne di Rapallo

Potrebbe trattarsi di nitrito di sodio acquistabile in veri e propri kit per aspiranti suicidi. L’obiettivo è risalire ai venditori del veleno

Generico settembre 2024

Genova. Sarà il medico legale Camilla Tettamanti a svolgere l’autopsia sul corpo del 49enne trovato suicida ieri nell’abitazione di Rapallo dove viveva con la madre.

L’obiettivo è individuare che tipo di sostanza abbia scelto l’uomo per farla finita , visti i flaconi senza etichetta con residui di piccoli cristalli trovati accanto al cadavere.

Il sospetto degli investigatori – la pm Arianna Ciavattini ha delegato alle indagini per il momento i poliziotti del commissariato di Rapallo – è che si tratti di nitrito di sodio. La sostanza è nota per il suo utilizzo – in dosi minimali – nella conservazione di carni e salumi. Ma, se ingerito in dosi elevate il nitrito di sodio, diventa un vero e proprio veleno.

Negli ultimi anni il nitrito di sodio ha cominciato ad essere utilizzato, soprattutto da giovanissimi, come farmaco per il suicidio. In Italia i casi sono moltiplicati e alcuni suicidi sospetti sono stati segnalati anche a Genova.

In alcune vicende è risultato l’acquisto on-line di veri e propri “kit” contenenti nitriti e farmaci, questi ultimi utilizzare per contenere gli effetti dei nitriti sul tratto gastrontestinale affinché il veleno non venga espulso attraverso il vomito.

Il nitrito di sodio, ormai noto come la ‘polvere dell’addio’ si trova a basso costo e i kit vengono acquistati sul mercato illegale o addirittura sul darkweb. Dai sequestri del telefono e del pc del 49enne suicida ci sarebbero “elementi utili al prosieguo delle indagini”, ma gli inquirenti mantengono al momento il più stretto riserbo in attesa di far analizzare i cristalli rinvenuti.

Il 49enne – il cui stato depressivo era notevolmente peggiorato negli ultimi due anni, dopo la morte del padre – aveva già tentato il suicidio diverse volte. E si era addirittura rivolto all’associazione Luca Coscioni, che supporta il fine vita per i malati terminali, ma la richiesta di ‘aiuto’ a porre fine alla propria sofferenza era stata respinta in quanto l’uomo non aveva alcuna malattia. 

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