Genova. “Uno sgombero che non arriva inaspettato ma che non ci ha fermato in questi mesi e non ci fermerà nei prossimi. Se l’estate è calda, l’autunno sarà caldissimo“. Questa è la determinazione degli attivisti del Buridda che questo pomeriggio hanno dato vita ad un presidio di protesta, partecipato da diverse centinaia di persone, che ha fatto seguito allo sgombero eseguito dalla polizia questa mattina.
“Uno sgombero fortemente voluto da Regione Liguria, attraverso l’agenzia Aliseo, e dall’Università che vuole trasformare uno spazio di cultura libera, informale e aperta a tutti, in un dormitorio – spiegano gli antagonisti ai microfoni – In queste settimane non ci siamo fermati, non abbiamo mai smesso di portare avanti le nostre iniziative e il nostro modo di fare contro-cultura e opposizione rispetto ad una decisione, quella dell’ateneo, che non trova nessun fondamento nei numeri dell’università genovese E continueremo a farlo“.
Durante le operazioni di sgombero non sono state fatte denunce e solo l’immobile è stato posto sotto sequestro: “Abbiamo recuperato le attrezzature che ci permetteranno nei prossimi giorni di continuare le nostre iniziative”, mentre per i tanti allestimenti dei numerosi laboratori sorti in questi anni (tra cui quelli del Fab Lab) nei prossimi giorni saranno organizzate diverse giornate di recupero.
“Non ci fermeranno – hanno poi rilanciato gli attivisti del Buridda – giovedì prossimo, il 1 agosto, faremo una grande assemblea pubblica in una piazza del centro di Genova, aperta a tutte le realtà che in questa città non hanno spazio. Sarà la prima iniziativa di un lungo percorso che in autunno ci porterà ad un grande manifestazione nazionale finalizzata a portare avanti il nostro progetto“.