Genova. Vittoria per 20-17 per l’Italia del rugby al Ferraris contro la Georgia nel secondo test-match degli Azzurri nell’ambito delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series. Italia usciti alla distanza nel secondo tempo dopo un parziale di 6-17 al termine dei primi 40 minuti. Decisiva una meta tecnica assegnata all’Italia dopo diverse scorrettezze della Georgia e quella su azione di Fusco, insieme alle trasformazioni di Paolo Garbisi.
La partita
Partenza con palla giocata dall’Italia, subito all’attacco, che però perde dopo due minuti il capitano Gabriele Lamaro per infortunio. Al suo posto entra Manuel Zuliani. Prima parte di gara equilibrato, con l’Italia inizialmente più vivace per poi trovarsi in difficoltà nella seconda parte dei primi 40 minuti di gioco: gli azzurri si fanno vedere con l’iniziativa di Ioane al 10′, una sorta di autolancio, fermata a pochi metri dalla meta.
L’Italia fatica a trovare varchi per arrivare in zona meta, ha poca fortuna l’intuizione di Brex coi piedi per lo scatto di Trulla a pochi passi dalla linea di delimitazione del campo sotto i Distinti, il numero 14 non riesce a prendere la palla al volo. La palla resta comunque all’Italia per un calcio di punizione e sugli sviluppi Lamb riesce a portarsi oltre la linea di meta, ma non riesce a poggiare il pallone a terra grazie al contenimento della difesa georgiana.
Il primo momento di difficoltà al 20′ è sventato da Paolo Garbisi che sfrutta un rimbalzo amico e riesce a sventare una possibile azione da meta su uno scatto uno contro uno contro il più veloce Kakhoidze.
I primi punti sono per l’Italia grazie a un calcio piazzato per un fuorigioco della Georgia: Paolo Garbisi non sbaglia per il momentaneo 3-0, ma da lì in poi sono problemi per gli Azzurri: la Georgia va in meta per ben due volte, con relativa trasformazione di Matkava, grazie a Tabutsadze e Lobhzanidze. Entrambe le azioni arrivano da penetrazioni centrali e passaggi in velocità che colgono impreparata l’Italia. In particolare la seconda meta sfrutta un buco clamoroso.
Gli azzurri fanno fatica a costruire, la manovra è troppo prevedibile e gli altri punti del primo tempo arrivano tra una meta e l’altra della Georgia sempre con un calcio di punizione di Garbisi. Azzurri in difficoltà nel costruire e soprattutto nell’arrivare alla linea di meta. A fine primo tempo c’è anche spazio per l’ingresso di Leonardo Marin e un punteggio severo di 6-17 per la Georgia.
Nella ripresa l’Italia prova ad accorciare le distanze e per oltre dieci minuti di fila riesce a schiacciare la Georgia nella propria tre quarti di campo e alla fine viene assegnata una meta tecnica per indisciplina degli avversari, con il punteggio che al 53′ passa sul 13-17 e un cartellino giallo per Tabutsadze. L’Italia prova a sfruttare la superiorità numerica e a inserire forze fresche: fuori Ferrari, Fischetti e Nicotera, dentro Ceccarelli, Lucchesi, Spagnolo. Al 60′ c’è spazio anche per Bertaccini, all’esordio in Nazionale.
La meta tanto agognata arriva al 63′ sfruttando una rimessa laterale con appoggio per Fusco, appena entrato anche lui: tuffo perfetto sfruttando uno dei pochi buchi lasciati dalla difesa georgiana. Trasformazione impeccabile di Garbisi e punteggio sul 20-17. Georgia nelsecondo tempo mai nella metà campo azzurra.
Ci prova Gallagher con un calcio quasi dalla metà campo per portare l’Italia a distanza di sicurezza, ma non centra i pali per pochissimo (72′). La Georgia non riesce mai a varcare la metà campo e la partita finisce con la vittoria degli Azzurri.
Conferenza stampa
“Una partita che abbiamo resa noi complicata − dice il commissario tecnico Gonzalo Quesada − la Georgia è una bella squadra che ha messo le sue forze nel campo. Nel primo tempo hanno avuto due occasioni e hanno segnato due volte. Ti ritrovi 17-6 all’intervallo e non ero felice, il piano non era questo. Questo tipo di partite arrivano: tanti infortuni, tante ginocchia a terra, tanti timeout, tante situazini di mischia dove non riuscivamo a mettere l’intensità. Quando hai 79% di territorio, 68% di possesso, fai tanto lavoro per una partita che diventa difficile da vincere alla fine prendo l’aspetto positivo che l’abbiamo vinta. Io posso essere soddisfatto quando facciamo belle mete, so che possiamo giocare meglio, oggi era una partita difficile da vincere e l’abbiamo vinta. Dobbiamo veramente lavorare su tutti gli altri dettagli”.
Qualche difficoltà si è registrata sul gioco al piede e Quesada conferma: “Contro l’Argentina non è stato abbastanza, qui anche di più, ma è mia responsabilità di iniziare la partita con una buona alternanza. Dobbiamo accettare che loro giocano con una bellissima difesa, dobbiamo continuare a costruire una squadra che ha tutte le armi per competere e che sa sentire il gioco. In queste tre partite continueremo l’evoluzione del nostro gioco. Abbiamo creato opportunità, non abbiamo saputo finalizzarle, dovremo correggerle”. Per Quesada l’Italia ha bisogno di entrare in velocità in attacco e creare vantaggio. Poi loro rallentavano il gioco non nella legalità”.
Ignacio Brex, diventato capitano dopo l’uscita di Lamari (per lui un infortunio alla spalla da valutare, non si sa ancora l’entità), conferma: “A metà tempo ci siamo ritrovati e abbiamo anche parlato della partita con l’Uruguay, una situazione un po’ simile a metà tempo. Ci dovevamo concentrare solo su quello che dovevamo fare, a volte ti fai trascinare dalla rabbia, invece abbiamo dimostrato di essere una squadra matura nel secondo tempo”. Brex racconta anche le sensazioni dell’essere diventato capitano: “Quando vedi il capitano per terra pronto a uscire non è bello per nessuno, non semplice, devi voltare subito pagina e fare un passo in avanti quando ti dicono che sei tu il capitano. Io ho cercato di copiarlo al meglio possibile. Sono fiero di questa cosa qui, visto che sono parecchi anni che sono qui”.