Frontiera

Viaggio tra i residenti del Cep, dove l’80% non va più a votare: “Ci siamo stufati della politica”

In via Novella il record di astensionismo a Genova tra cantieri eterni, degrado e case occupate: "Destra, sinistra o centro qui non cambia mai nulla"

Genova. Quattro elettori su cinque rimasti a casa. È successo alle ultime elezioni regionali in via Novella, nel cuore del cosiddetto Cep sulle alture di Pra’, dove si trova la sezione col record di astensionismo in tutta la città di Genova: solo il 20,94% è andato a votare. “Ci sentiamo abbandonati tutti, qui i politici promettono ma non mantengono mai”, raccontavano i residenti coinvolti nel reportage di Genova24 realizzato poco più di un mese fa. E oggi, all’indomani di una tornata che ha visto l’affluenza complessiva fermarsi sotto il 46% in Liguria, quella dichiarazione di sfiducia trova riscontro nei numeri e nelle parole di chi vive quotidianamente una realtà di frontiera, fatta di degrado e insicurezza, condizioni alle quali la maggior parte degli abitanti si è rassegnata.

Non mi interessa votare, chiunque ci governi è sempre uguale, non cambia nulla. I risultati sono questi”, si sfoga Lorenzo mentre indica i cantieri ancora aperti: “Hanno fatto i lavori, li stanno facendo di nuovo. Hanno speso 20 milioni, dove sono andati a finire? Hanno rifatto solo l’esterno, ancora non ci sono le mattonelle sui balconi. Capisce perché uno non va a votare?”. Da mesi i residenti sono alle prese con ciò che resta degli interventi di efficientamento finanziati col Superbonus, con le finiture ancora da completare e disagi che non finiscono mai. “Qua la gente sta scappando – prosegue Lorenzo -. Molti sono abusivi, mentre la gente che paga viene cacciata via. Prima andavo a votare, poi ho cambiato idea. Da tempo ho perso la fiducia”.

Cira, 75 anni, non ha disertato le urne: “Ho fatto il mio dovere”. Ma la sua voce è piena di rabbia: “Destra, sinistra, centro: sono tutte merde, ladri e se ne approfittano di noi. Siamo stufi. Quando ho fatto domanda per avere questa casa mi è stato chiesto il certificato penale. E poi qui c’è di tutto. Noi fino a vent’anni fa vivevamo con le porte aperte, i nostri figli erano figli di tutto il quartiere. Adesso mi devo chiudere dentro e mi sento aprire la porta. Mi sono sentita dire che se non mi piace stare in Italia me ne posso anche andare“. Da via Novella non vede l’ora di scappare, ma non riesce a ottenere il cambio di abitazione: “Non abbiamo niente qua. Io sono operata di cuore, per andare a fare la spesa devo prendere due autobus. Mio marito è malato di polmoni, vivo con la sua pensione. E devo ancora chiedere per favore? Qui Bucci è venuto a prenderci in giro e basta“.

via novella cep pra'

L’insicurezza al Cep non è solo una percezione. La testimonianza di Gloria Ana è disarmante: “Un anno fa sono dovuta andare di corsa in Ecuador perché avevano ammazzato mio figlio – racconta -. Mia figlia ha trovato la casa occupata, un macello, vivevano come bestie e spacciavano droga. Me l’hanno distrutta e mi hanno rubato tutto. Hanno rotto la porta blindata, la finestra, la porta del giardino. Quando sono arrivata qua ci fidavamo, c’erano ragazzi che si drogavano ma erano gentili. Adesso non si può più abitare qua, è una tristezza immensa”. Gloria ha dovuto accudire per 13 anni suo marito, colpito da un ictus cerebrale. I suoi figli sono italiani. Mentre parla fatica a trattenere le lacrime: “La politica deve fare qualcosa per noi, siamo gente povera ma siamo esseri umani, meritiamo di vivere come tali. Ho dovuto lavorare per mio marito, ora non ho più niente. Adesso mi spetta una pensione civile, ma non so quando me la daranno”.

Ahmed è marocchino e vive nel nostro Paese dal 1993. “Prendo 300 euro al mese di pensione e faccio un po’ di lavori”, racconta. I suoi figli sono nati a Genova e sono cittadini italiani, ma neanche loro sono andati a votare. “Come da noi in Marocco, se uno prende il posto ti lascia senza niente – spiega -. Mangiano solo loro, sono tutti uguali”. E sottolinea che “tutti hanno rubato in Africa, la Francia, anche l’Italia”.

Al Cep l’affluenza alle ultime regionali è rimasta quasi ovunque inferiore al 30%. Nella sezione 21, che comprende la parte orientale di via Novella e via De Sanctis, sono andati a votare 94 elettori su 449 aventi diritto, il dato più basso di tutto il capoluogo. Andrea Orlando qui ha vinto con 55 voti (61,11%), Marco Bucci ne ha presi 32 (35,56%).

“Sono anni che voto per il centrosinistra, volevo vedere se ci tiravano un pochino su – risponde Alessandro -. Qui la gente non vota perché non ne può più. I partiti non riescono a trasmettere le cose migliori”. Michele avrebbe preferito il centrodestra, ma non ha votato: “Non avevo la scheda e non avevo voglia di andarci“. Perché dare fiducia a Bucci? “È stato un ottimo sindaco. Qui la situazione è quello che è, non so chi possa migliorarla”. Enza mantiene il segreto: “Ho votato, non dico per chi. Speriamo che la politica possa fare qualcosa, che si prendano a cuore il quartiere”. Il grido d’aiuto di quei pochi – uno su cinque, dicono i numeri – che ancora credono nelle istituzioni nella periferia dimenticata del Cep.

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