Genova. Nelle settimane in cui si parla molto della desertificazione commerciale del centro città – soprattutto nella zona di largo XII Ottobre e Piccapietra – e delle generali difficoltà dei commercianti a tenere vivo il tessuto economico cittadino, il Comune di Genova approva un documento che racchiude le strategie e le misure che Tursi ha intenzione di mettere in atto per arrestare quello che appare un inarrestabile declino del commercio.
Al suo interno, linee guida di cui si è già a lungo dibattuto e che a oggi sembrano essere riuscite solo in parte nel loro intento. L’assessorato al commercio e all’artigianato di Paola Bordilli ha però provato a metterle a sistema riunendole in un unico piano ribattezzato “Piano Strategia Commerciale Comunale”. Che riassume ciò che il Comune individua come efficace per raggiungere gli obiettivi: nuove intese con associazioni di categoria, Regione e Camera di Commercio per valorizzare e tutelare i centri storici dei singoli quartieri, proposte per incentivare l’apertura di nuove attività e il recupero dei locali sfitti, investimenti in digitalizzazione e corsi per i consumatori affinché “acquistino in modo responsabile”.
Per redigere il piano, il Comune ha avviato un’indagine del tessuto economico cittadino che nel documento è stato così riassunto: “Dai rilevamenti effettuati emerge e si conferma anche sotto il profilo delle caratteristiche economiche e sociali la struttura urbana di Genova come città policentrica – si legge – Tale struttura richiede per la sua valorizzazione una diffusione capillare delle attività economiche ed una maggiore valenza delle stesse come servizi di prossimità”. Viene quindi citato il modello della Città dei 15 minuti, ovvero un’impostazione in cui tutti i principali servizi sono accessibili entro un quarto d’ora di distanza, e elencati gli obiettivi principali: migliorare la vivibilità, creare opportunità di lavoro e garantire un’offerta commerciale di qualità e innovativa.
Tra i punti fondamentali illustrati nel piano c’è l’applicazione del modello già sperimentato in centro storico e a Sampierdarena – vincoli sull’apertura di nuove attività e agevolazioni per chi investe sul territorio – esteso ai quartieri che hanno, nel loro piccolo, una sorta di centro storico al loro interno: Voltri, Pra’, Pegli, Sestri Ponente, Cornigliano, Certosa-Rivarolo, Bolzaneto, Pontedecimo Oregina, Portoria, Foce, Marassi, San Fruttuoso, San Martino, Borgoratti, Molassana e Quinto-Nervi. In queste aree verrà adottato su piano comunale il cosiddetto “DL Concorrenza”, che anche tramite legge regionale intende limitare l’insediamento di attività considerate poco coerenti con il contesto, favorendo invece negozi di vicinato e botteghe artigiane.
Un altro capitolo è dedicato al recupero dei locali sfitti, da riempire appunto con nuove attività. Il Comune prevede bonus e agevolazioni sia per chi desidera aprire nuove attività sia per i proprietari degli immobili, al fine di ripopolare le aree oggi in declino. In mancanza di nuovi investitori, saranno attivate soluzioni temporanee: vetrine decorate con grafiche promozionali o l’utilizzo di temporary shop per brevi periodi.
Il piano include anche suggerimenti per i servizi “collaterali” che le attività commerciali dovrebbero offrire alla cittadinanza: parcheggi per biciclette, punti di ricarica per mezzi elettrici, locker per il ritiro dei pacchi, consegne a domicilio, spazi per bambini, info-point, connessione Wi-Fi gratuita, aperture serali programmate e servizi di portierato di quartiere.
La digitalizzazione occupa poi un ruolo cruciale nel piano, con l’iniziativa “Phygital Genova” che punta a creare una vetrina digitale per le attività commerciali della città. Grazie a un portale comunale, sarà possibile visualizzare immagini e informazioni dei negozi storici e degli esercizi che aderiranno al progetto, integrando tecniche di storytelling per raccontare il patrimonio storico e culturale di Genova. Questo strumento è pensato per coniugare l’identità commerciale e culturale della città, promuovendo la connessione tra domanda e offerta.
Infine, il Comune, in collaborazione con la Camera di Commercio e la Soprintendenza, continua a puntare le botteghe storiche attraverso un geoportale dedicato che ne racconta la storia. L’obiettivo è integrare strumenti di e-commerce, QR code informativi e strategie promozionali innovative per rendere le attività locali più competitive.
Il piano, come detto, arriva a pochi giorni dall’ondata di polemiche suscitate dall’annuncio della mancata riapertura del Moody, che segue una lunga serie di chiusure in centro città. La prima e più “rumorosa” era stata quella della Rinascente, i cui locali oggi sono ancora vuoti in attesa che Primark decida finalmente di aprirvi il suo nuovo punto vendita, ma la riqualificazione urbana della zona di Piccapietra non ha sortito l’effetto sperato, ovvero incentivare le aziende ad aprire o, quantomeno, a tenere aperto.