Genova. La spiaggia di Sturla sta arretrando e l’erosione ogni anno si mangia decine di centimetri di battigia. Colpa di correnti marine e mareggiate davanti alle quali quali la linea di costa in quel particolare punto del litorale è particolarmente esposta: negli ultimi quarant’anni la sua profondità è praticamente dimezzata. Per evitare che questo processo continui il Comune di Genova sta pensando ad un intervento che possa fermare questa tendenza ampliandone la superficie: un pennello a levante con un reef artificiale sommerso che possano evitare la dispersione del materiale e mitigare la forza del mare.
L’occasione è la possibilità di procedere con un ripascimento strutturale di grandi dimensioni, grazie agli oltre 15 mila metri cubi di materiale che, come previsto, arriveranno dagli scavi dello scolmatore del Bisagno, i cui lavori di realizzazione della galleria dovrebbero partire nei primi mesi del 2025, con la messa in funzione della nuova super talpa in arrivo dalla Cina.
Per questo motivo, nell’ambito di un più grande piano di realizzazione di opere di difesa costiera, Il Comune di Genova “ha dato incarico al Rtp (Geoscape Soc. Coop , Studio tecnico Associato Ferri Gazzano) di fornire il servizio specialistico della Redazione del P.F.T.E. degli interventi di riassetto, riorganizzazione, incremento di resilienza, e rigenerazione del litorale di Sturla mediante la realizzazione delle opere fisse (pennello di contenimento e realizzazione di reef artificiale) necessarie per un maggior contenimento del ripascimento previsto sul litorale di Sturla nell’ambito dei lavori relativi alla realizzazione della galleria scolmatrice del torrente Bisagno”, si legge nello studio di fattibilità dal Rtp e depositata dal Comune di Genova presso gli uffici regionali per lo screening relativo alla valutazione di impatto ambientale.
Il documento fornisce a sommi capi quello che potrebbe essere l’intervento pensato quindi per non disperdere il materiale immesso: l’idea è quella di costruire “un pennello perpendicolare alla costa sul confine di levante della cella e prima delle formazioni rocciose esistenti. Con la consulenza del Dicca della università di Genova sono state effettuate delle simulazioni numeriche con l’ausilio del programma di calcolo xb-beach al fine di verificare gli effetti del pennello previsto – si legge nello studio – I risultati hanno permesso di evidenziare come l’intervento progettuale proposto possa mitigare il rischio di allagamento ed erosione per singoli eventi, pur rispondendo in modo diverso a seconda delle caratteristiche delle onde incidenti, quali altezza, periodo, e direzione di propagazione”. Ma non solo: “Per garantire una ulteriore protezione della costa, specialmente nella zona dove è presente la sede della sportiva Sturla, si è pensato di realizzare una piattaforma sommersa (Reef artificiale) al largo della spiaggia con la duplice funzione di mitigare l’azione erosiva del moto ondoso sulla spiaggia e di conseguenza la risalita dell’onda verso le strutture esistenti, e con la funzione non secondaria di aumentare la ripidità dell’onda favorendo lo sviluppo di profili adatti alla pratica del Surf da onda”.
Nel dettaglio il pennello sarebbe lungo 70 metri e largo 4, mentre il reef sommerso sarebbe lungo 70 metri con una larghezza variabile di circa 100 metri, sempre stando ai dati forniti dallo studio di fattibilità. In questo modo il materiale in arrivo dallo scolmatore sarebbe contenuto e trattenuto dal pennello, che di fatto cambierebbe il giro delle correnti che portano verso levante, mentre la scogliera sottomarina difenderebbe l’arenile dall’eccessiva forza delle mareggiate, che da sempre flagellano la spiaggia di Sturla.
Due opere di grandi dimensioni per la cui realizzazione sono previsti almeno 8 milioni di euro, secondo le stime dei progettisti, e che potrebbero cambiare per sempre la fisionomia di quella parta di costa. Costa che da sempre è in qualche modo nelle mani dell’uomo: come riportato nella documentazione, infatti, la spiaggia di Sturla, come la conosciamo noi, di fatto nasce nel secondo dopoguerra, quando il boom economico, fatto anche di scavi, tunnel e gallerie, ha portato la disponibilità di grandi quantità di materiali per ripascimenti massicci. Negli anni poi il mare ha iniziato a riprendersi i suoi spazi, con una accelerazione evidente negli ultimi anni, con fenomeni meteo-marini sempre più intensi.
(Foto: Elaborazione grafica Genova24)