Retroscena

Consiglio comunale, faccia a faccia tra Gozzi (Vince Genova) e Bucci alla fine della seduta

La discussione tra i due dopo che il consigliere di maggioranza ha votato a favore dell'ordine del giorno del Pd sulla sicurezza per i lavoratori delle Ferrovie

bucci gozzi

Genova. La seduta di oggi del consiglio comunale di Genova era già stata movimentata – con uno scontro acceso tra il sindaco Bucci e il capogruppo Pd D’Angelo a partire dalla discussione sull’accoltellamento del capotreno – ma anche quello che è successo a conclusione della seduta non è stato da meno.

Sempre il sindaco Marco Bucci e il consigliere di maggioranza Paolo Gozzi (Vince Genova) sono stati protagonisti di un durissimo faccia a faccia. Gli altri consiglieri erano usciti ormai da qualche minuto, così come gran parte del pubblico e in aula rossa non era rimasto quasi nessuno, quando i due si sono avvicinati per parlare.

Bucci ha riferito qualcosa a Gozzi, a bassa voce, presumibilmente relativa al voto sull’ordine del giorno del Pd sulla sicurezza per i lavoratori delle ferrovie e che metteva nel mirino l’operato della Lega al governo. Gozzi, infatti, dopo aver chiesto di potersi consultare con il proprio gruppo è andato in una direzione diversa dal resto della maggioranza e ha votato a favore dell’ordine del giorno. Il suo collega di gruppo, Chicco Veroli, si è astenuto.

Una mossa che, probabilmente, non è piaciuta al sindaco. Il consigliere Vince Genova, dimessosi da capogruppo nel luglio scorso per motivi di lavoro, in passato era stato consigliere del Pd durante la giunta Doria ma alla fine del mandato era passato al Misto perché non condivideva molte delle sue azioni politiche. “Tu non mi dici come votare”, ha detto Gozzi a Bucci. “Vali zero”, gli ha risposto lui. “Mi volete cacciare?” ha proseguito il consigliere.

E il sindaco: “Cosa fai? Minacci?”. E così via. Il sindaco, interpellato sulla questione, ha minimizzato negando che fosse legata al voto in aula. Gozzi ha invece dichiarato che la discussione era dovuta proprio alla votazione: “Un voto convinto, perché si parla della difesa dei lavoratori” ha detto. E ancora: “Non possiamo fare distinguo su una votazione del genere, il documento poteva avere anche dei profili strumentali ma è del tutto legittimo chiedere al Mit e quindi a Salvini di fare qualcosa per la sicurezza dei lavoratori delle Ferrovie, se non lo deve fare lui chi lo deve fare?”.

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