Il punto

Sampdoria, la linea sottile tra non esasperare e normalizzare

Comunicazione esterna molto pacata anche dopo risultati deludenti. Il rischio è abituarsi all'attesa di una svolta che se non arriva può portare a conseguenze pericolose

Andrea Sottil genoa-sampdoria Foto TANOPRESS

La Sampdoria dopo 12 giornate di campionato è fuori dalla griglia playoff. La media punti di Sottil è da spareggi promozione ma serve altro per provare ad agganciare i primi due posti, quelli che danno la certezza della Serie A. La sensazione dall’esterno però è di un gruppo squadra che scivola lontano dall’obiettivo senza quasi accorgersene. In attesa di una scintilla che al momento non è ancora arrivata.

Nel calcio è giusto che l’allenatore analizzi prima la prestazione e solo in seconda istanza il puro risultato, che può essere figlio di episodi. Ma dalle recenti conferenze stampa post partita non si percepisce nemmeno un briciolo di quella sana arrabbiatura di chi sa che conta il risultato più di tutto.

Non è che si debbano alzare i toni in modo esagerato. Non serve a nulla. Perlomeno però stupisce sentire dire “gara impattata bene, non abbiamo subito goal e abbiamo mosso la classifica” dopo lo scialbo 0 a 0 contro il Cittadella. Non contro il Pisa. E un discorso analogo dopo la sconfitta contro il Brescia, quando Sottil si è soffermato esclusivamente sugli aspetti positivi come il bel primo tempo e la reazione all’inferiorità numerica.

La Sampdoria è stata costruita per andare in Serie A, inserendo giocatori di esperienza e due attaccanti che hanno realizzato 37 goal in due l’anno scorso. A centrocampo stanno deludendo Benedetti e Bellemo, ma il solito Kasami e il nuovo acquisto Meulensteen sanno dire la loro. Così come sugli esterni Ioannou è stato un ottimo innesto. Le prestazioni però sono troppo ondivaghe. Anche all’interno della stessa partita.

Al rientro dalla sosta, pronti via ed ecco il 5-3 contro il Cesena in una partita schizofrenica. Poi, la buona prova contro il Mantova, vittoria per 1 a 0 ma con patema nel finale di gara – goal annullato a Mancosu – e una chisura di primo tempo in cui i lombardi sono andati vicini al vantaggio. Nella partita di Cittadella, la squadra ha tirato appena due volte in porta. Meglio contro il Brescia, vero, ma se è arrivata una sconfitta di sicuro si doveva fare di più.

Normalizzare questo andazzo può essere rischioso. Anche perché Pisa, Sassuolo e Spezia vanno a ritmo spedito. Sabato contro la capolista chissà che non arrivi finalmente il cambio di rotta. La svolta deve essere mentale ma anche tatticamente serve una variante, un piano B al 3-5-2. Potrebbe essere il 3-4-2-1 abbozzato domenica. In ogni caso, l’impressione è che dovrebbe essere la Samp a doversi adattare a Pedrola più che il contrario.

 

 

 

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