Genova. “Stop al nuovo Codice della strage“: con questo ‘slogan’, le associazioni impegnate nella promozione di una mobilità più sostenibile e della sicurezza stradale si sono date appuntamento per lunedì 18 novembre davanti alla prefettura di Genova. Obiettivo, protestare contro la riforma del Codice della Strada, che stando alle dichiarazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini entrerà in vigore entro la fine dell’anno in corso. Una mobilitazione che parte da Roma il 17 novembre, Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla strada.
“Al Senato si vota sulla pelle delle persone, ma la sicurezza ha un’altra direzione”, sottolineano le associazioni riunite sotto l’egida di GenovaCiclabile: “Grazie alle realtà, associazioni e comitati che si mobiliteranno con noi lunedì 18 alle 18.30 sotto la prefettura per dire no al codice della strage. E grazie a tutte le persone che con la loro presenza verranno a manifestare per l’importanza della vita e per una strada civile dove non valga la legge della giungla”.
Decine le realtà che hanno aderito dall’iniziativa, da Fiab Genova a Legambiente Liguria passando per Greenpeace, Fridays For Future e numerosi comitati di quartiere. La prossima settimana intanto è previsto il voto finale al Senato sulla riforma del Codice della strada, e le associazioni dei familiari delle vittime da tempo lamentano che nessuna delle loro richieste è stata accolta.
La riforma del Codice della Strada e le proteste delle associazioni
Il nuovo testo prevede una serie di novità che vanno dalla stretta per chi guida in stato di ebbrezza a usando il cellulare, alle nuove limitazioni per i neopatentati, passando per nuove regole per ciclisti e monopattini. Verrà inoltre introdotto il cosiddetto “alcolock” per chi viene sorpreso alla guida con tasso alcolemico superiore a 0,5: si tratta di un meccanismo che prevede che per accendere l’auto si debba effettuare un alcol test: se il tasso alcolico è superiore allo zero, la macchina non si mette in moto. Per le associazioni però si tratta di una riforma che non risponde alle reali esigenze di sicurezza.
“È una riforma pericolosa – spiega l’Associazioni dei familiari delle vittime sulla strada – L’impianto è molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolare ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città. Limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione delle regole. È una riforma dannosa: rende più difficile creare o proteggere aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città; e limita l’azione dei Comuni sottoponendoli a decreti ministeriali.”.
Giornata mondiale vittime della strada, i numeri in Liguria
Proprio in occasione della Giornata internazionale per le vittime della strada, l’Istat ha organizzato una serie di iniziative legate alla sicurezza stradale, diffondendo un report sugli incidenti stradali relativo al 2023. In Liguria si sono verificati 7.530 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 55 persone e il ferimento di altre 9.194. Rispetto al 2022 diminuiscono in modo significativo il numero degli incidenti (-4,2%), i feriti (-4,4%) e, in misura simile a quanto registrato a livello nazionale, le vittime (-3,5%).
L’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti) nella nostra regione è lievemente diminuito, passando da 122,3 a 122,1, ma restano stabili l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100), pari a 0,6, e quello di mortalità, 0,7 decessi ogni 100 incidenti.
L’Aurelia resta la strada più pericolosa del territorio con 229 incidenti che hanno causato otto decessi e 283 feriti, ma i valori più elevati dell’indice di mortalità vengono osservati per alcune strade dell’entroterra di Ponente: la SS20 (Colle di Tenda), la SS29 (Colle di Cadibona) e la SS453 (Valle Arroscia). L’A10 è l’autostrada con il maggior numero di incidenti (248, con due vittime), seguita dall’A12 (156 incidenti e due vittime). Rispetto al 2022 l’indice di mortalità cresce nelle province di Savona e La Speziam diminuisce a Genova e Imperia.