Liguria. “Capiamo che in vista della Costituente e in presenza del dibattito interno al M5S, che come avviene per gli altri partiti rispettiamo, si siano messi in moto una serie di meccanismi che puntano anche a rimuovere scelte assunte con convinzione da tutto il Movimento, ma non possiamo accettare che si mistifichi la natura e la scelta di Andrea Orlando come candidato della coalizione in Liguria”. Così Davide Natale, segretario PD Liguria commentando le parole di Chiara Appendino.
“Questo non è il momento per un’alleanza strutturale con il Pd. Prima di ogni altra cosa, il Movimento deve ridarsi un’identità e una visione. Non riusciamo più a parlare agli esclusi, a tante persone in difficoltà, e allora dobbiamo essere più netti e radicali nelle proposte, darci nuove battaglie identitarie” ha detto la vicepresidente del M5s Chiara Appendino ed ex sindaca di Torino intervistata dal Fatto quotidiano.
In Liguria, spiega Appendino, il M5s è andato male perché “non siamo riusciti a costruire un progetto per una vera alternativa alla destra degli affari e degli interessi, quella dell’ex presidente regionale Toti”. Inoltre “a capo della coalizione non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori, che potesse garantire discontinuità. Molti degli elettori del M5S non sono andati a votare proprio per questo, perché non riuscivano a distinguere tra i due campi”, le sue parole.
Che non sono state digerite molto bene dai vertici locali del Pd. “La scelta di Orlando è avvenuta dopo mesi di discussione, dopo che Orlando aveva affermato pubblicamente la sua disponibilità a sostenere candidature più unitarie qualora ne fossero maturate, e non ne sono maturate, dopo una affollata assemblea del M5S ligure che aveva investito lo stesso Orlando della responsabilità di una candidatura unitaria, dopo impegni sottoscritti nero su bianco nel programma per le regionali dagli esponenti liguri del M5S”, continua Natale.
“Non vorremmo deludere Appendino ma i motivi del risultato del M5S sono da cercare altrove. Certamente lasciare esclusivamente a Orlando la valorizzazione delle proposte che dovrebbero essere care al M5S quali il salario minimo per gli appalti e le gare regionali; il reddito di cittadinanza smart e la legge per il consumo zero del suolo; solo per fare alcuni esempi, e non farli propri, non ha sicuramente aiutato il risultato del Movimento”, aggiunge.
“Noi siamo convinti a differenza di quanto afferma Appendino che i due ‘campi’ che si si sono confrontati nella tornata elettorale erano ben distanti e distinti: con Orlando c’era e c’è chi vuole la sanità pubblica, redditi dignitosi, sostegno ai più deboli, difesa del suolo, investimenti sulla transizione energetica e ambientale e turismo sostenibile; dall’altra chi voleva e vuole tutto l’opposto. Rivendico con forza il rispetto per una grande comunità che desidera cambiare la Liguria e che non smetterà di farlo, a prescindere da quello che pensa Appendino”, conclude Davide Natale.