Genova. “Come mi sento? Più leggera, più rilassata, meglio”. Silvana Smaniotto ha il sorriso più dolce che si possa immaginare mentre risponde a chi le domanda come si senta, oggi, a sapere che ci sarà un processo, finalmente, per tentare di fare luce sulla morte di sua figlia, Nada Cella.
Dopo 28 anni, e dopo la doccia gelata del 1° marzo, quando la gup del tribunale di Genova aveva stabilito il non luogo a procedere nei confronti di Annalucia Cecere, accusata di omicidio, così come per Marco Soracco e la madre Marisa Bacchioni, che saranno imputati per favoreggiamento e false attestazioni, la Corte d’appello ha ribaltato la sentenza e ha stabilito il rinvio a giudizio per tutti i tre protagonisti del cold case.
Silvana Smaniotto sente tutto il peso degli anni e del dolore provato per non avere mai avuto una verità sulla morte della figlia che le è stata strappata nel 1996. In passato aveva presenziato, nonostante la fatica che questo comportava, alle udienze. Ieri non c’era. Non avrebbe sopportato un’altra delusione. “E’ stato difficile, avevo perso la fiducia – dice l’anziana donna – ma ora va meglio e credo di più nella giustizia, sinceramente sì”.
A farle commentare gli ultimi risvolti, che porteranno quindi all’apertura del processo – la data già fissata è quella del 6 febbraio 2025 – è Sabrina Franzone, l’avvocata che insieme alla criminologa Antonella Pesce Delfino, ha lottato per fare riaprire il caso, raccogliere nuovi elementi utili alle indagini, riprese in mano dalla pm Gabriella Dotto, e per costruire quell’impianto di indizi che ha sostenuto anche la requisitoria del procuratore generale Mario Pinelli, quella che ha avuto più peso nella decisione dei giudici di secondo grado.
Silvana Smaniotto considera Sabrina Franzone e Antonella Pesce Delfino “i suoi due angeli”, “persone deliziose” e ancora “angeli con le ali doppie, per sorreggermi, ora che ho preso un po’ di peso”, scherza, seduta nella cucina del suo appartamento a Chiavari, tappezzato di fotografie di Nada, immagini che la fermeranno per sempre giovane, bella e sorridente. Come forse oggi, da qualche parte, è.