Udienza preliminare

Morte del 14enne Andrea Demattei, i famigliari chiamano in causa il ministero dell’Interno

Citato come responsabile civile. Udienza preliminare rinviata al 19 dicembre: 2 istruttori e 6 vigili del fuoco verso il processo

andrea demattei

Genova. E’ cominciata questa mattina davanti alla giudice Carla Pastorini l’udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei due istruttori di Andrea Demattei, il 14enne morto per ipotermia dopo che la canoa con cui si allenava era rimasta incastrata in un tronco nel torrente Entella a Chiavari, e di sei vigili del fuoco che quel drammatico giorno non riuscirono a salvarlo.

Questa mattina sono stati ammessi come parte civile i parenti del ragazzo, la mamma Monica Stagnaro e la sorellina di Andre, Libera Demattei, assistite dall’avvocata Rachele De Stefanis, della nonna assistita da Giuseppe Pugliese e dello zio, assistito da Fabio Sommovigo. La parti civili hanno inoltre chiesto e ottenuto di chiamare il causa il ministero dell’Interno, dipartimento dei vigili del fuoco, come responsabile civile.

“Questo è un ottimo risultato – commenta l’avvocata De Stefanis – In questo tipo di processi il Ministero è sempre il grande assente. Se verrà accertata, come auspico, la responsabilità dei vigili del fuoco è giusto che il Ministero, che poi è il datore di lavoro, si assuma le sue responsabilità”.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 19 dicembre per le discussioni e probabilmente anche per la decisione sul rinvio a giudizio. Nessuno degli imputati, difesi dagli avvocati Giorgio Zunino, Roberta Barbanera, Nadia Solari, Silvia Morini e Guido Motta, al momento sembra infatti intenzionato a chiedere riti alternativi.

Le accuse agli istruttori

La Procura chiede di processare i due istruttori della Shock Waves Sport di Sestri levante perché quel giorno, era il 16 gennaio 2023 decisero di far risalire agli allievi la foce del fiume Entella, nonostante la forte corrente e la presenza di un grosso tronco sotto una delle campate. Uno degli istruttori aveva anche mostrato al 14enne come manovrare in sicurezza per evitare il tronco, ma il giovanissimo canoista ha probabilmente compiuto un errore ed è rimasto incastrato. Uno di loro è rimasto oltre mezz’ora accanto al ragazzo per evitare che finisse sott’acqua.

Per la Procura “ritardo nei soccorsi” e “manovra errate”

Ma a essere sotto accusa sono soprattutto i soccorsi che, secondo la Procura, come avevano denunciato fin dall’inizio i famigliari del ragazzo (assistiti dall’avvocata Rachele Destefanis), non hanno funzionato.

Intervento in ritardo” e “manovre di salvataggio scorrette” scrive nero su bianco il pm Cardona. Per la Procura nessuna fase di quell’intervento è stata gestita correttamente. A rischiare il processo per omicidio colposo sono sei vigili del fuoco: i quattro della squadra di Chiavari a cominciare dal caposquadra e i due sommozzatori arrivati da Genova.

Tra gli errori imputati a questi ultimi quello di non aver adeguatamente considerato le indicazioni dell’istruttore che era rimasto a lungo in acqua a cercare di tenere sollevata la testa del 14enne, “circa la posizione di incastro della canoa e l’opportunità di tentare una trazione con funi della stessa”.  

Avrebbero potuto utilizzare l’autoscala, scrive il pm “che sarebbe potuta servire per facilitare grazie alle funi l’estrazione del ragazzo dalla canoa”, azione “che sarebbe risultata poi risolutiva” ma che fu messa in atto troppo tardi quando il 14enne era già in un grave stato di ipotermia che ne causerà la morte.

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