Genova. “A un mese dalle elezioni regionali in Liguria che si sono concluse con la vittoria di Marco Bucci e in cui si è recato alle urne meno della metà degli aventi diritto, costruire l’alternativa al modello Genova risulta ancora più urgente”.
Con queste parole inizia il comunicato stampa di Potere al Popolo Genova che lancia un’assemblea pubblica per il prossimo giovedì 28 novembre dalle ore 18.30 al Cap di via Albertazzi con il titolo “Modello Liguria? Costruiamo l’iniziativa” per discutere della nuova legislatura regionale con Bucci Presidente della Giunta regionale.
“Innazitutto perché Bucci rappresenta in modo evidente la continuità con la gestione Toti caratterizzata dallo scandalo corruzione che ha colpito il centrodestra e diversi imprenditori locali, alcuni padroni di emittenti televisive, ex sindacalisti della Cgil e addirittura alcuni esponenti mafiosi – si legge nella nota stampa diffusa questo pomeriggio – Crediamo sia necessaria una riflessione seria su cosa sia veramente il modello Liguria di Toti e il modello Genova propagandato da Bucci, che genesi ha avuto e cosa ha comportato per il nostro territorio. Le vicende giudiziarie liguri hanno reso evidente quanto le regioni siano un centro di corruzione e poteri enormi concentrati nelle mani di pochi che aumenteranno ancora di più se passerà il progetto dell’autonomia differenziata.Anche per questo ci mobiliteremo non solo contro ogni progetto di autonomia differenziata (con buona pace del PD che si accontenta di qualche leggera modifica e già smette di parlare di referendum) ma anche per l’abolizione del titolo V in Costituzione e il superamento della regionalizzazione, a partire dalla giornata di agitazione nazionale del 6 dicembre su tutti i territori”.
“Tanto a livello regionale che a livello nazionale assistiamo al consolidamento di un bipolarismo che però non rappresenta una lotta tra politiche alternative ma, aldilà dei battibecchi, rappresenta invece uno scontro di potere tra due coalizioni che nelle scelte di fondo la pensano in modo identico e fanno gli stessi interessi di pochi: dei padroni, degli armatori, degli imprenditori del turismo e dei balneari, di chi specula sul territorio e sulle nostre vite – continua la nota – Non a caso sia destra che centrosinistra continuano a sostenere l’invio di armi e l’aumento delle spese militari e di conseguenza ci impongono in casa una economia di guerra. Per questo continueremo a batterci in sostegno alla resistenza del popolo palestinese, per fermare lo stato sionista di Israele che sta diventando un pericolo per tutto il Medioriente e per il mondo intero, a partire dalla prossima manifestazione nazionale del 30 novembre”.
“Lo diciamo da sempre – prosegue il comunicato – ogni soldo investito per le armi non solo ci allontana da una soluzione di pace ma rappresenta un soldo tolto alla sanità, all’istruzione, al welfare, alla tutela del territorio. Per questo siamo scesi in piazza negli ultimi anni con lo slogan “giù le armi e su i salari” e per questo sosteniamo lo sciopero generale del 13 dicembre chiamato da USB contro le politiche del governo Meloni e la manovra finanziaria che impoverirà ancora di più lavoratori e lavoratrici e aumenterà le disuguaglianze sociali in tutto il Paese. Nelle scorse elezioni, con il nostro candidato presidente Nicola Rollando per la lista “per l’alternativa” abbiamo portato in campagna elettorale tutti questi temi esclusi dal dibattito pubblico: la tutela del territorio dalla speculazione, la battaglia per dei salari dignitosi, per il diritto a una scuola e una sanità pubbliche, per il diritto alla casa e allo studio, contro il ddl 1660 e a sostegno della resistenza del popolo palestinese e libanese. Abbiamo voluto rappresentare un segno di rottura radicale con questo sistema per dare voce a tutti quelli che non si sentono rappresentati da questa classe politica indecente. Crediamo che sia fondamentale continuare a batterci per costruire passo dopo passo un’alternativa di rottura con questo sistema, per questo invitiamo tutte quelle realtà che lottano quotidianamente sul nostro territorio a una assemblea pubblica per confrontarci insieme sul modello Genova e su come cambiarlo radicalmente”