Genova. Sabato 16 e domenica 17 novembre torna a Genova Maledetti Architetti, l’evento organizzato dal Comune e da Fondazione Ordine Architetti di Genova che prende scherzosamente spunto dal pamphlet di Tom Wolfe e descrive bene l’approccio dei genovesi verso la produzione architettonica del ventesimo secolo: un rapporto spesso conflittuale, fatto di incomprensioni, insofferenza, polemiche e rancori. Una relazione difficile, un secolo di amore e odio, che deve essere conosciuta e compresa fino in fondo.
L’iniziativa, quest’anno alla sua quarta edizione, si articola in un week end di visite guidate, eventi ed esplorazioni urbane gratuite, con l’obiettivo di raccontare la nostra città attraverso uno sguardo tra gli edifici più iconici del ‘900: nove luoghi per un racconto organico che, grazie a una squadra di cultori della materia, porterà alla luce peculiarità, segreti, bellezze, storie e storia di un vasto repertorio di edifici firmati da progettisti di chiara fama.
«Dopo il successo delle edizioni precedenti, Maledetti Architetti torna per la quarta volta a farci scoprire gli edifici del ‘900 cittadino, in un percorso attraverso nove luoghi tra i più rappresentativi dell’architettura genovese del secolo scorso: una corrente controversa e non compresa per lunghi anni – spiega la consigliera delegata ai Grandi eventi Federica Cavalleri – Maledetti Architetti si propone di ricostituire un rapporto tra Genova e l’architettura contemporanea, meno conosciuta ma di grande valore urbanistico e architettonico, la storia di una Genova moderna e al passo con i tempi, che ha molto da raccontare».
«La Camera di Commercio supporta questa iniziativa che punta i riflettori sui tanti segni importanti che gli architetti italiani hanno lasciato sul tessuto urbanistico genovese, contribuendo a divulgarla in primo luogo fra i genovesi ma anche fra le tante persone che gravitano sulla nostra città per lavoro o per turismo – afferma Maurizio Michelini, consigliere di Camera di Commercio – Dal nostro punto di vista è anche un modo per ricordare il ruolo degli ordini professionali per l’economia del territorio e la spinta importante che essi imprimono al suo sviluppo: un ruolo che viene riconosciuto anche all’interno dei Consigli delle Camere di Commercio che oggi rappresentano sia e imprese che gli ordini professionali»
Genova è nota soprattutto per la sua monumentalità – dai Palazzi dei Rolli, alle chiese barocche, alla particolarità del centro storico – mentre sono meno conosciute le numerose testimonianze che hanno reso inconfondibile il suo panorama e lo skyline più recente. Edifici di altissimo pregio costellano i quartieri e il centro cittadino e i più importanti architetti italiani hanno lasciato il segno sul tessuto urbanistico genovese.
Questo esuberante lascito è ancora poco valorizzato e molti genovesi, pur imbattendosi ogni giorno in queste costruzioni, non ne conoscono l’origine e le caratteristiche. Maledetti Architetti si pone appunto l’obiettivo di mettere in luce gli edifici novecenteschi di altissimo pregio e di offrire ogni anno ai genovesi e ai turisti una mappa visiva delle più pregiate architetture novecentesche cittadine, attraverso di filmati monografici che verranno diffusi sul web e i canali social del Comune di Genova, visite guidate gratuite e mostre, per costituire una sorta di mappa ideale delle più pregiate architetture del secolo scorso. L’edizione 2024 si focalizzerà anche sulla peculiarità di alcune grandi piazze della città, un patrimonio interessante che racconterà di una Genova diversa, alquanto ariosa.
Maledetti Architetti è un appuntamento annuale, di volta in volta dedicato a una fase storica, a un movimento estetico o a un singolo architetto. Direttore scientifico, lo studioso di storia dell’architettura e della città Jacopo Baccani con la consulenza del comitato scientifico della Fondazione dell’Ordine Architetti di Genova, che è anche partner unico dell’evento.
«Con l’edizione di quest’anno di Maledetti Architetti la Fondazione dell’Ordine degli Architetti conferma la continuità di un’iniziativa di successo in collaborazione con il Comune di Genova. Un’esplorazione nella città del Novecento a cui si aggiungono in ogni edizione nuove mete, accompagnata da guide d’eccezione, architetti e ricercatori universitari. L’intento dell’iniziativa, in linea con l’indirizzo generale che si vuole perseguire, è quello di coinvolgere e di divulgare la conoscenza dell’architettura della città presso i cittadini e i non addetti ai lavori. Offrire un nuovo sguardo sul patrimonio esistente, più o meno recente, che appartiene alla vita della città e promuovere l’interesse per la materia urbana. Un rinnovato ringraziamento va a Jacopo Baccani e a tutto il comitato scientifico, che insieme a FOA.GE hanno elaborato e condiviso i contenuti dell’iniziativa e organizzato le visite» sottolinea Simona Gabrielli, presidente della Fondazione Ordine Architetti di Genova.
Quest’anno, oltre a confermare alcune mete particolarmente care ai genovesi e accogliere l’entusiastica richiesta di adesione da parte di nuovi supporter, che si vanno ad aggiungere a presenze ormai consolidate, nella composizione del programma sono stati tenuti in debita considerazione alcuni avvenimenti di rilievo, quali il cento decimo anniversario dell’Expo di Igiene, Marina e Colonie, il centenario del contro-concorso per Piazza della Vittoria, il novantesimo del concorso per Piazza Rossetti, Genova Capitale dello Sport e Genova nel Medioevo. Ne conseguirà un insieme di siti posizionati prevalentemente fra Bassa Val Bisagno, Foce e immediato Levante.
Ecco il programma:
13 novembre: PRE – EVENTO – Rosa Moderno – Luigi Carlo Daneri, Robaldo Morozzo della Rocca e la Pietra di Finale – Archivio di Stato di Genova – Auditorium Sant’Ignazio, ore 16:30
La Pietra del Finale, secolare materiale da rivestimento monumentale impiegata in Liguria, nella stagione del Modernismo genovese ha vissuto il suo “canto del cigno” prima del completo esaurimento delle cave. Tra i protagonisti del periodo che ne fecero largo uso, figurano Luigi Carlo Daneri e Robaldo Morozzo della Rocca. Ne discutono Elisa Boeri, ricercatrice e insegnante di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, e Stefano Moffa Passamonti, architetto. Modera l’incontro Giovanni Murialdo, presidente della sezione finalese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e coordinatore del progetto Museo Diffuso del Finale-MUDiF.
16-17 novembre: LE LOCATION IN VISITA
Sede AMT, EX-UITE
Ufficio Tecnico UITE, dal 1895; Alberto Gollini, 1979-84
Piazza della Vittoria
Marcello Piacentini e altri, 1923-40
Stadio Carlini Bollesan, Ex-Nafta
Paolo Vietti-Violi, 1927; Aldo Luigi Rizzo, 1981-88
Piscine di Albaro
Paride Contri, 1933-36
Piazza Rossetti
Luigi Carlo Daneri, 1934-56
Chiesa della Sacra Famiglia
Ludovico Quaroni, con Andrea Mor e Angelo Sibilla, 1956-59
INA-Casa Forte Quezzi, “Il Biscione”
Luigi Carlo Daneri, Eugenio Fuselli e altri, 1956-68
Palazzo SIAT, ex-BPN
Luigi Vietti, 1959-60
Torre San Vincenzo, ex-SIP
Melchiorre Bega, Piero Gambacciani e Attilio Viziano, 1964-69
16-17 novembre: I TOUR
Tour a piedi: “Il decumano Bisagno”
Un confine naturale fra Genova e i comuni di Levante è stato trasformato in cerniera fra due parti della stessa città. Un greto troppo spesso arido e sgradevole alla vista è stato nascosto con un viale dall’indubbio impatto scenografico per i canoni degli anni Trenta o Cinquanta. Un fiume capace di piene rovinose si è ritrovato drasticamente imbrigliato fra argini per cedere nuovi terreni alla speculazione edilizia. Le cause e gli effetti della copertura del Bisagno sono molteplici, e saranno indagati strada facendo in una comoda camminata da Sant’Agata fino alla Foce.
Tour a piedi: L’invenzione del centro storico più grande d’Europa”
“Centro Storico” è un’espressione diffusasi dagli anni Sessanta; prima di allora si era soliti parlare di “Città Vecchia”. Studiare il passaggio da un’etichetta all’altra significa indagare il processo culturale che portò a una nuova sensibilità verso il passato della città, tale da determinare cosa andasse incluso entro un’area di tutela, cosa potesse essere sacrificato e come si potesse presentare la nuova entità attraverso una narrazione coerente. Una camminata per il Centro Storico, tra sventramenti ottocenteschi, reinvenzioni di Medioevo ed eccessi del Moderno, per evidenziare realtà poco note, sfatando leggende metropolitane radicatissime.
Tour in bici: La Corniche genovese
La nuova pista ciclabile fra la Foce e Boccadasse rende possibile un tour su due ruote lungo corso Italia, promenade di inizio secolo che oggi si presenta come vera e propria fiera campionaria dell’architettura novecentesca genovese: un caos calmo che permette ai passanti di spaziare dai capricci di Gino Coppedè al rigore di Luigi Carlo Daneri, dalle balconate ricurve di Lorenzo Castello agli spigoli a sbalzo di Piero Gambacciani, dai tritoni neo manieristi della Marinetta ai “televisori” anni Settanta di Piero Fiorio.
EVENTI COLLATERALI
Quer pasticciaccio brutto de Piazza daa Vittoria
Il concorso, le polemiche, il contro-concorso, le varianti. Piazza di Francia, Piazza del Popolo, Foro Littorio. Dietro all’apparenza composta di Piazza della Vittoria si nasconde la storia di una lotta senza esclusione di colpi fra Genova e Roma che accompagnò la pianificazione di questo spazio, oggi ricostruita grazie alla vasta documentazione disponibile presso il Centro DocSAI.
Centodieci anni Fa: l’Expo di Marina, Igiene e Colonie
L’apoteosi del virtuosismo di Enzo Bifoli sotto la navigata regìa di Gino Coppedé, un’occasione per sperimentazioni tecnologiche come il Telfer e la funivia Ferretti, il commiato simbolico della Belle Époque da Genova: questo fu l’Esposizione Internazionale di Marina, Igiene e Colonie del 1914, l’ultimo grande evento mondano europeo prima della Grande Guerra. In Torre San Vincenzo, per chi prenoterà la visita guidata, sarà possibile contemplare tanto l’area su cui si estendeva l’expo, quanto una serie di immagini d’epoca gentilmente messe a disposizione da Fondazione Ansaldo.
Brutalist Italy
20000 km percorsi in 5 anni, dalle Alpi alla Sicilia, per selezionare più di 100 edifici e presentarli nel primo libro fotografico dedicato al patrimonio brutalista italiano: questo è “Brutalist Italy” di Roberto Conte e Stefano Perego (FUEL, 2023). Dalla sua uscita ha già venduto migliaia di copie in tutto il mondo e “Maledetti Architetti” sarà l’occasione per la sua prima presentazione a Genova, che sarà anche l’evento di chiusura di questa edizione. Ci vediamo allora in Torre San Vincenzo per parlare di Italia, Brutalismo e, più in generale, del Futuro di una volta, insieme a Roberto Conte.