Genova. Mancano almeno due settimane al momento della decadenza di Marco Bucci da sindaco di Genova e quindi dell’avvio della nuova era in Regione Liguria. Il neopresidente è stato proclamato solo ieri, 5 novembre, e perché sia completato l’iter amministrativo che determinerà il passaggio di consegne al vice sindaco facente funzione, Pietro Piciocchi, sono necessarie tre votazioni in consiglio comunale.
I ragionamenti sul “dopo”, però, sono già in atto. Piciocchi dovrà sostituire sicuramente l’assessore ad Ambiente, Rifiuti e Mobilità, Matteo Campora, eletto in consiglio regionale, ed è convinto – ma su questo esistono diverse interpretazioni giuridiche – di poter nominare anche un secondo assessore in sostituzione di Bucci che aveva la delega alla Cultura.
E’ ormai chiaro che il meccanismo non sarà semplicemente di sostituzione. Assieme all’ingresso in giunta di due (o una) nuove figura si accompagnerà una redistribuzione delle deleghe sulla base di diverse logiche. Da un lato il vicesindaco, se sarà confermato candidato sindaco alle prossime comunali, ha bisogno di sgravarsi di alcune delle deleghe più impegnative: difficile occuparsi di opere pubbliche o progetti Pnnr e contemporaneamente essere protagonista di una campagna elettorale. Dall’altro lato c’è la necessità, nella definizione della giunta, di aggiustare il tiro su alcuni temi considerati possibili punti deboli: le manutenzioni, il verde, la sicurezza. Non è detto che sia necessario un rimpasto ma alcune deleghe potrebbero essere scorporate.
Infine, c’è il discorso dei contrappesi politici. La “giunta Piciocchi”, se così si potrà definire, non potrà non tenere conto del peso dei vari partiti e del contributo delle liste alle ultime elezioni, né di quella che sarà l’architettura della futura giunta regionale, ma neppure stravolgere quello che era stato il risultato delle Comunali del 2022.
Ecco perché le varie anime della coalizione di centrodestra, dai partiti tradizionali alle espressioni più civiche, non vedono di buon occhio la possibilità che almeno uno dei due nuovi ingressi in giunta possa essere di un tecnico. Tra i nomi circolati quelli dell’ex Ceo di Aster Antonello Guiducci, per lavori pubblici e manutenzioni, ma anche di Giacomo Montanari, coordinatore del tavolo della cultura, per cultura e turismo. Secondo più di un esponente della maggioranza il messaggio che si darebbe all’esterno sarebbe di debolezza, come un’ammissione della mancanza di figure politiche all’altezza.
Di questa e altre questioni si discuterà il 14 novembre in una riunione di maggioranza, responsabili e assessori, con il vicesindaco Piciocchi. La riunione era inizialmente calendarizzata per domani, 7 novembre, ma è stata rinviata di una settimana anche per avere un quadro più chiaro delle mosse in Regione.
Che ci sia un po’ di nervosismo nel centrodestra, dopo il risultato deludente delle Regionali su Genova, non è un segreto. Peraltro, dei tanti candidati (assessori e consiglieri) solo Campora ha centrato l’obiettivo. Ma c’è anche il nodo del ruolo del cosiddetto “mondo arancione”. Dopo il passaggio degli assessori Francesco Maresca e Marta Brusoni dalla lista Toti a Fdi e Lega, a oggi, quella lista non è più rappresentata in giunta. Non solo.
Gli arancioni, alle ultime regionali, hanno comunque contribuito a recuperare migliaia di voti con figure sparse tra le due civiche a “marchio Bucci”. Vince Liguria e Orgoglio Liguria a Genova hanno ottenuto il 10,45% e il 6,97% delle preferenze, davanti a Lega e Forza Italia. Quel mondo sarà quindi il primo a voler rivendicare il diritto a un posto di rilievo nel governo comunale, per quanto transitorio, dei prossimi mesi. Ed ecco perché uno dei nomi “politici” avanzati finora per la giunta è stato quello di Lorenzo Pellerano, consigliere comunale e candidato (con oltre 800 preferenze raccolte nella circoscrizione Genova).
Sempre parlando di civiche non è escluso che un’altra delle dinamiche delle prossime settimane sarà un accorpamento delle varie realtà civiche (lista Toti, Genova Domani, Vince Genova) in un unico gruppo che possa fare massa critica e costituire una casa per quegli ex totiani ormai orfani di quel riferimento politico.
Ad ogni modo anche Fratelli d’Italia, oltre a Lega e Forza Italia, non vivrebbero con serenità il fatto che la giunta comunale possa essere ripensata totalmente senza tenere conto non tanto del Cencelli quanto del verdetto del voto popolare.
Insomma, il futuro “quasi sindaco” Pietro Piciocchi dovrà riuscire a valorizzare quella e le altre forze della maggioranza non solo per dare una forma alla nuova giunta ma anche per confermarsi figura in grado di tenere insieme la coalizione stessa. Egli stesso, interpellato, dice che “il suo nome come candidato sindaco non è scritto nella pietra”. Potrebbe essere genuina modestia ma il numero 2 di Bucci sa bene che essere stato il suo braccio destro per tanti anni, oggi, a Genova, potrebbe essere un tallone d’Achille.