Genova. Anche la Corte di Cassazione ha detto no all’arresto di Fortunato Verduci, ritenuto l’autore del cosiddetto delitto del trapano.
La richiesta di misura cautelare era stata già rigettata dal gip e poi dal tribunale del Riesame di Genova. La pm Patrizia Petruzziello aveva fatto ricorso. Ieri si è tenute l’udienza e oggi è arrivato l’ennesimo no.
Come avviene con tutti i ricorsi in Cassazione, la Procura aveva contestato un aspetto giuridico non tenuto conto a suo avviso dal Riesame, vale a dire quanto previsto dall’articolo 275 del codice di procedura penale secondo il quale per reati come l’omicidio deve essere disposta la custodia cautelare in carcere “quando sussistono gravi indizi di colpevolezza” a meno che “siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari o che, in relazione al caso concreto, le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure”.
Secondo i giudici della Suprema Corte invece quanto scritto dai colleghi genovesi è corretto.
La Cassazione come il Riesame: “Gravi indizi ma nessuna esigenza cautelare”
La relatrice Marina Orsini, aveva scritto che “il tempo trascorso dai fatti, di assai rilevante estensione, tanto da determinare la prescrizione di reati gravi quali la rapina e l’omicidio semplice, l’assoluta incensuratezza, l’avere mantenuto negli anni una lecita attività lavorativa, e comunque una vita caratterizzata da abitudini consolidate, rispettose delle norme penali, sono elementi tutti rivelatori della insussistenza delle esigenze cautelari presunte”.
Verduci inoltre in tutti questi anni – 29 ne sono passati dal delitto – non ha tenuto “nessuna condotta impulsiva” e quindi l’arresto si fonderebbe esclusivamente su una “presunzione assoluta di pericolosità” che viola i principi costituzionali.
E, aveva ricordato il Riesame “la misura cautelare non è, nel nostro ordinamento, una pena anticipata”. Quindi anche se su Verduci ci sono gravi indizi, questo non significa che ricorrano le esigenze cautelari per arrestarlo ‘in anticipo’.
Il 2 dicembre il nuovo prelievo del Dna
Per il carrozziere di Staglieno, sarà invece decisiva l’udienza che si terrà in tribunale a Genova il prossimo 2 dicembre. Quel giorno sarà dato l’incarico al medico legale dell’università di Torino Sarah Ginoper il nuovo prelievo di Dna e per la nuova comparazione in contraddittorio.
Fortunato Verduci, oggi difeso dall’avvocato Filippo Guiglia, si presenterà in udienza per il prelievo davanti al giudice Alberto Lippini.
Se la nuova comparazione dirà come le due precedenti ( dopo che i prelievi erano stati effettuati di nascosto dagli investigatori)che il Dna trovato sulla scena del crimine è quello del carrozziere la Procura potrà chiudere le indagini. E con una prova ‘scientifica’ schiacciante come il dna, è praticamente certo che il carrozziere finirà davanti alla Corte ‘assise per essere processato per omicidio.