Genova. Il consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del giorno straordinario presentato dal consigliere Filippo Bruzzone, capogruppo dei rossoverdi, per la tutela delle lavoratrici della storica cioccolateria Buffa di via Fiasella, chiusa dallo scorso 31 luglio e attualmente in attesa di risposte concrete sulla riapertura. Il documento impegna il sindaco e la giunta “a proseguire celermente con le interlocuzioni con le parti coinvolte, siano esse istituzionali, economiche, sociali, al fine di addivenire alla tutela delle maestranze coinvolte”.
Proprio per mercoledì mattina è fissato a Tursi un incontro tra l’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Rapporti con i sindacati, Mario Mascia, i titolari della cioccolateria Buffa e i rappresentanti sindacali. Si tratta del secondo incontro programmato dopo quello dello scorso 22 ottobre, cui la proprietà non aveva partecipato: “Come Comune siamo impegnati nel ruolo di facilitatori nella risoluzione di questa vertenza che riguarda sei lavoratrici e un’attività commerciale storica molto apprezzata e frequentata da generazioni di genovesi soprattutto per gli acquisti natalizi. L’auspicio è che possa rialzarsi la saracinesca della cioccolateria al più presto, entro Natale”.
Un passo indietro: Buffa Cioccolato, storica cioccolateria artigiana aperta nel 1932 che ha il punto vendita in via Fiasella e la fabbrica in via Pillea, a Sestri Ponente, ha chiuso a fine luglio per la pausa estiva, ma da allora la saracinesca non si è più alzata. Non sono del tutto chiari i motivi, ma il timore è che, nel caso in cui non si facesse aventi nessuno a rilevare l’attività, la proprietà decida di chiudere definitivamente i battenti.
Sei in totale le maestranze impiegate, cinque nella fabbrica e una nel negozio di via Fiasella, dipendenti che ormai da tre mesi sono senza lavoro, non percepiscono stipendio e fanno affidamento solo su un ammortizzatore sociale che è stato rinnovato fino a ottobre scorso, di cui a oggi devono percepire la maggior parte delle spettanze.
La Flai Cgil Genova ha infatti spiegato che il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (FSBA) interviene a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle imprese artigiane in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per difficoltà aziendale prevedendo l’anticipo dell’ammortizzatore al datore di lavoro che deve poi versarlo ai dipendenti.
“Solo il 22 ottobre abbiamo avuto l’incontro con l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova a cui avevamo chiesto un intervento proprio per sottoporre la delicata situazione di queste lavoratrici senza reddito da mesi e della loro azienda – ha detto la segretaria generale Laura Tosetti – Riteniamo che puntare su Genova, sulla Liguria e sui prodotti di qualità che caratterizzano questa terra delicata e la rendono famosa in Italia e nel mondo, può rappresentare uno slancio per l’economia della nostra città e regione in questo particolare momento”.
“Una città e una regione alle prese con la chiusura di moltissimi negozi tradizionali, storici e non solo (ricordiamo oltre ai tanti esercizi artigiani, le crisi di aziende importanti come Centrale del latte, Saiwa, Agnesi a Imperia), in nome di aperture di grandi centri commerciali che “divorano” le piccole realtà artigiane. I motivi sono diversi, è vero. Ma riteniamo che occorra investire di più su una politica attenta al territorio, che individui azioni che tutelino il grande patrimonio rappresentato dal sapere artigiano e, con esso, i posti di lavoro in tale settore”.