Vertenza

Chiusura Moody, a Tursi l’incontro tra sindacati e azienda: “Si trovi un nuovo acquirente che garantisca l’occupazione”

Al vertice ha partecipato la Filcams insieme con rappresentanti della società e l'assessore comunale Mario Mascia. La richiesta è di posticipare i trasferimenti per i 26 lavoratori e di mantenere i locali aperti, anche con altra gestione

moody lavoratori

Genova. Nella tarda mattina di martedì si è tenuto l’incontro tra le organizzazioni sindacali di settore, l’assessore comunale Mario Mascia e un rappresentante aziendale sulla vertenza che coinvolge i dipendenti dello storico Moody, bar ristorante in largo XII Ottobre. L’incontro avrebbe dovuto svolgersi il 5 novembre, ma vista l’impossibilità dell’azienda, l’appuntamento è stato spostato a martedì.

Il locale, di proprietà di una società che fa capo all’imprenditore Gabriele Volpi, che lo ha acquisito in seguito al crac Qui!Group, è stato chiuso dopo un incendio nei vani caldaia avvenuto a settembre, e non è più stato riaperto. La proprietà nel frattempo ha comunicato l’intenzione di chiudere, mettendo così a rischio il futuro dei 26 dipendenti. La proposta, fanno sapere i sindacati, è quella di trasferirli nei locali distribuiti nelle altre regioni.

“In questi giorni la Filcams ha impugnato tutti i trasferimenti coatti e, al tavolo di oggi, abbiamo chiesto che vengano differiti i tempi dei trasferimenti al 31 gennaio 2025 – commenta Maurizio Fiore Segretario Filcams Genova –  l’azienda si è riservata di valutare la nostra richiesta in tempi rapidi e darci presto una risposta”.

Nel corso dell’incontro la Filcams, oltre a rappresentare l’enorme condizione di difficoltà dei dipendenti Moody di Genova, ha chiesto di trovare un nuovo acquirente che possa da un lato occupare le maestranze e dall’altro ridare una prospettiva ad uno storico locale attivo nel cuore del centro città”.

“Ho chiesto alla proprietà – ha aggiunto l’assessore Mario Mascia– di spostare la deadline dei trasferimenti al 15 gennaio, e ho ricevuto l’impegno di portare questa proposta al vaglio del cda dell’azienda. Ci siamo fatti portavoce del disagio che questi lavoratori provano di fronte alla prospettiva di dover fare i bagagli in tempo così ristretti e doversi recare a lavorare fuori Genova e lontano dalla quotidianità dei loro rapporti familiari pur di preservare il loro posto di lavoro. La scelta di fissare al 15 novembre il termine unico per i trasferimenti, anche se comunicata un mese prima nel rispetto dei contratti collettivi, merita senz’altro un ripensamento nel rispetto della dignità stessa dei lavoratori. Ho chiesto quindi un differimento al 15 gennaio, sia per dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori, sia per dare a noi la possibilità di sollecitare l’interesse di possibili nuovi investitori, con gli strumenti che il Comune di Genova ha messo in campo in questi anni, come la Genoa business Unit e trovare una soluzione che innanzitutto salvaguardi i posti di lavoro sul territorio”.

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