Rivoluzione

Apertura cassonetti con badge o app, sperimentazione al via nel 2025: si parte da Albaro

Primo passo verso la Tari "su misura" per ogni cittadino, ma il sistema non si può estendere a tutta la città. Raggi (Amiu): "Per il porta a porta costi altissimi e problemi sindacali"

cassonetti nuovi elettronici amiu albaro

Genova. Dovrebbe partire nei primi mesi del 2025 la prima sperimentazione che prevede l’apertura dei cassonetti elettronici solo con badge app per identificare i cittadini che depositano i rifiuti. La novità, attesa da anni (con diversi posticipi) e fondamentale per arrivare alla tariffazione “su misura” della Tari nel comune di Genova, dovrebbe sbarcare in anteprima nel quartiere di Albaro per poi estendersi gradualmente ad altre zone della città, anche se diversi nodi restano ancora da sciogliere.

“Per arrivare alla tariffazione puntuale siamo ancora in una fase prodromica, prima bisogna avere la possibilità di rilevare il quantitativo di rifiuti apportato dal singolo utente: si può fare o coi cassonetti intelligenti o con la raccolta porta a porta, attraverso il riconoscimento del mastello intestato alla persona o del sacchetto che viene conferito – spiega il presidente di Amiu Giovanni Battista Raggi a margine del convegno inaugurale della Genova Smart Week -. Stiamo completando la copertura delle zone già servite dai cassonetti bilaterali: Levante, Valbisagno, Centro, Albaro, San Teodoro e Castelletto. Poi vedremo come andare avanti nel resto della città”.

Il piano di sostituzione totale dei 26mila cassonetti della città è andato a cozzare contro il progetto degli assi di forza del trasporto pubblico. Lungo la strada litoranea del Ponente, infatti, la procedura di svuotamento dei contenitori risulta incompatibile coi cavi elettrici dei filobus. Un imprevisto che ha costretto Amiu a valutare soluzioni alternative: ” C’è uno studio in corso col Conai per capire quali sono metodologie più idonee di raccolta, quartiere per quartiere, zona per zona, per riuscire a massimizzare la differenziata“.

Il porta a porta è una possibilità ancora sul tavolo, ma i punti critici sono numerosi, avverte Raggi: “È vero che permette sempre di ottenere la differenziata più alta, ma in una città come Genova costa una cifra infinita e dà problemi a livello sindacale perché a lungo andare è molto più faticoso per i lavoratori”. Il rebus riguarda anche la Valpolcevera, ad oggi totalmente esclusa dall’avanzata dei cassonetti smart. A Pegli, nel frattempo, è stato avviato un progetto sperimentale: “Abbiamo aumentato il volume di cassonetti dedicati alla raccolta differenziata riducendo quelli per l’indifferenziata”.

Ma anche per vedere all’opera l’intelligenza dei cassonetti, laddove ci sono già, bisognerà aspettare. “Il sistema – prosegue Raggi – funzionerà appena avremo situazioni chiuse integralmente a livello di municipio o almeno di quartiere, in modo da non avere anomalie: se in una via ho i cassonetti che si aprono solo col badge ma in quella dietro ho ancora i cassonetti vecchi a libero accesso, il rischio è che molti vadano a conferire lì. Purtroppo Genova è strutturata male, tutti i quartieri hanno zone collinari e creuse, per cui è necessario implementare un sistema analogo anche in quelle aree”.

Come detto, il quartiere candidato a inaugurare il nuovo sistema è Albaro. Ma come funzionerà in pratica? A spiegarlo è sempre il presidente di Amiu: “I cassonetti si potranno aprire con un badge o direttamente col sensore Nfc del cellulare, tramite un’app che identifica l’utente. La tariffa puntuale si basa sul quantitativo di indifferenziata apportata da ciascun cittadino. Il metodo standard è questo: si riconosce un numero di apporti standard, che normalmente è 52, uno alla settimana, e poi si attribuisce un costo aggiuntivo per ogni accesso ulteriore rispetto al sacchetto testimoniale. I sacchetti sono da 40 litri, cioè la produzione standard di una famiglia di quattro persone: devono essere riempiti completamente e poi si vanno a buttare. Se la raccolta è fatta correttamente, non ci sono problemi a tenere l’indifferenziato a casa per una settimana”.

Intanto è arrivato “quasi alla fine” lo studio commissionato da Amiu per scegliere l’impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti al servizio di tutta la Liguria che potrebbe essere realizzato a Scarpino, uno dei cinque siti regionali individuati come idonei in base all’indagine del Rina commissionata da Arlir. L’azienda aveva manifestato una disponibilità poi recepita dal Comune in una delibera che sanciva la “candidatura” della città a ospitarlo. Sarà un termovalorizzatore? Al momento non è ancora deciso, ma Raggi assicura che la selezione avverrà nell’ambito di “tecnologie consolidate che abbiano almeno una decina d’anni di test alle spalle per essere sicuri che non ci sia un impatto su popolazione e sull’ambiente“.

leggi anche
bidoni cassonetti intelligenti elettronici smart amiu
Il punto
Rifiuti, stop ai cassonetti smart. Campora: “In alcuni quartieri faremo il porta a porta”
Da Marassi a San Martino, i tappeti di sacchetti dell'immondizia vicino ai cassonetti
Critiche
In Valbisagno i cassonetti intelligenti circondati dai sacchetti abbandonati: i nodi della raccolta “smart”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.