Genova. L’eventuale utilizzo del manganello da parte di Ventura a mo’ di minaccia non sposta per la giudice Camilla Repetto, che stamattina ha convalidato l’arresto di Alshhat Salem, il quadro accusatorio nei confronti del 21enne egiziano accusato di resistenza aggravata e lesioni aggravate nei confronti del capotreno Rosario Ventura, accoltellato lunedì alla stazione di Rivarolo
E per la giudice Alshhat deve restare in carcere perché se rimesso in libertà potrebbe aggredire qualcun altro. La gip nell’ordinanza parla “brutalità” della condotta del 21enne che si è estrinsecata in un’escalation “ingiustificata di violenza e minaccia”. Alshhat fra l’altro, fa notare la gip, è già stato condannato e un anno e mezzo fa è stato denunciato per un reato analogo in quando avrebbe aggredito un uomo a bordo di un treno regionale.
Inoltre, sottolinea la giudice il 21enne non ha un regolare contratto di lavoro in Italia per cui “non disponendo di denaro certo e atteso i suoi precedenti non si farebbe certo alcuna remora ripetere azioni violente pur di evitare di pagare i mezzi di trasporto di cui pretende di usufruire gratuitamente”. E i domiciliari a casa della giovane fidanzata, che vive con la madre non sono per la giudice una soluzione in grado di impedire la commissione di altri reati perché insieme alla fidanzatina 15enne coindagata “hanno dato prova di essere incapaci di autocontrollarsi”. Infine essendo cittadino straniero, sostiene la giudice, potrebbe tornare in Egitto per sottrarsi al processo.
Nella dodici pagine di ordinanza la giudice rimette in fila i fatti e gli elementi raccolti dai carabinieri, tra cui le testimonianze di due passeggeri che hanno visto la prima parte dell’aggressione e di una che ha visto i due ragazzi in fuga e l’uomo a terra. Anche la collega del capotreno ha contribuito alla ricostruzione dei fatto: in base a quando riferito avrebbe visto il 21enne estrarre il coltello ma non il momento dell’accoltellamento visto che era rimasta a bordo del treno per chiamare la Polfer.
Il giovane secondo la giudice nell’interrogatorio avrebbe dato alcune versioni contraddittorie su diversi punti, dal ruolo della fidanzatina che in una prima versione non avrebbe usato violenza contro il ferroviere mentre successivamente sarebbe stata lei sputare e schiaffeggiare il capotreno, alla resistenza visto che in un primo momento avrebbe detto che non si era opposto alla richiesta di scendere dal treno ma il capotreno lo aveva preso per la maglia lo stesso per poi dire invece che volevano rimanere sul convoglio fino alla stazione successiva per poi prendere il bus a Bolzaneto per arrivare a casa.
Circa il manganello, nell’ordinanza viene descritto come “un piccolo bastone retraibile delle dimensioni di una penna da chiuso e lungo cm. 20 da aperto” che Ventura ha detto di portare con sé per “per difesa personale in caso di aggressione”.
Al momento Ventura non risulta iscritto nel registro degli indagati per il porto dell’arma. La Procura, si apprende, sta valutando se possa essere applicata ‘ex ante’ una qualche scriminante circa ‘il giustificato motivo’ rispetto al porto di un oggetto atto ad offendere che il ferroviere sostiene di non aver mai usato ma di portare con sé per difesa personale.