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Alluvioni, dati a confronto: “In Liguria quantità di pioggia superiori a quelle di Valencia”

L'analisi di Arpal: alcuni record di casa nostra superano i numeri del disastro in Spagna. Gli esperti: "Fondamentale capire l'allerta, le polemiche non aiutano a migliorare"

Generico novembre 2024

Genova. Quantitativi di pioggia analoghi a quelli che hanno causato l’alluvione a Valencia con più di 200 morti possono verificarsi in Liguria. E anzi, in diversi casi i record della nostra regione superano i numeri dell’evento spagnolo. È quello che emerge il confronto tra i dati orari del pluviometro di Turis, piccolo comune valenciano di quasi 5mila abitanti, recuperati dall’Agenzia statale spagnola di meteorologia, e lo storico di Arpal.

Nel territorio più bersagliato dalle precipitazioni delle scorse settimane in Spagna sono caduti 184,6 millimetri in un’ora, molto vicini ai 181 millimetri di Vicomorasso il 4 novembre 2011 (alluvione del Fereggiano) e ai 178,2 millimetri di Urbe il 4 ottobre 2021. In sei ore la cumulata è stata di 620,6 millimetri e in questo caso il valore più vicino è quello di Montenotte, 496 millimetri sempre il 4 ottobre 2021. Ma sulla pioggia in 12 e 24 ore la Liguria “batte” Valencia. In mezza giornata su Turis sono caduti 694 millimetri, ma restano imbattuti i 740,6 millimetri di Rossiglione il 4 ottobre 2021. Nella giornata intera il comune spagnolo ha totalizzato 771,8 millimetri, per quei territori pari alla pioggia di un anno intero, comunque meno dei 948 millimetri su Bolzaneto durante l’alluvione del 1970.

Generico novembre 2024

Da questi dati, ricordano gli esperti di Arpal, si evince che la persistenza dell’intensità fra le tre e le sei ore è stata di circa il 20% maggiore in Spagna. Soprattutto la stazionarietà dell’autorigenerante fra la seconda e la terza ora è stato uno degli elementi che ha contribuito a rendere devastante l’alluvione spagnola. Questi temporali forti, organizzati e stazionari (autorigeneranti, spesso a forma di V), per il nostro territorio, sono l’evento meteo più pericoloso, e possono essere accompagnati anche da fulmini, grandine di grosse dimensioni e raffiche di vento.

L’alluvione di Genova 2014 è stato causato da un evento molto particolare, localizzato e di “breve” durata, compreso nello scenario di allerta arancione per temporali che, nei fatti, è nata in Italia dopo questo episodio. “Allerta arancione per temporali, il massimo grado di allerta per questo tipo di evento, non vuol dire automaticamente che deve verificarsi un’alluvione – ricordano da Arpal – ma vuol dire che è prevedibile un’alta probabilità di ingredienti opportunamente combinati che potrebbero innescare precipitazioni molto intense e prolungate. Se poi queste precipitazioni sono anche stazionarie e sulla terraferma, allora sì, è molto probabile che possa verificarsi un’alluvione.

In queste situazioni estreme “un’ottima previsione ha un’approssimazione nell’ordine del centinaio di chilometri e di circa sei ore. Per illudersi di avere dettagli più precisi in queste occasioni, magari già dal giorno prima, rivolgersi direttamente alla stregoneria, perché la scienza non ci potrà arrivare mai”.

Detto questo, a dispetto della vulgata secondo cui la nostra regione è fragile, il territorio ligure si rivela “incredibilmente resistente, soprattutto in alcune zone”. Questo perché “è caratterizzato da una molteplicità di valli relativamente piccole, con bacini altrettanto piccoli – spiegano gli esperti -. Gli effetti al suolo causati dalle alluvioni, per quanto gravi e intensi con danni ingentissimi a volte anche in termini di vite umane, non raggiungono le estensioni di altre parti d’Italia o della Spagna (90mila auto coinvolte, 70 km di autostrade devastate).

Gli effetti al suolo, infatti, derivano solo in parte dalla quantità dell’acqua che vi cade sopra: decisiva è anche la tipologia del territorio, la sua saturazione e l’urbanizzazione. I bacini piccoli (inferiori ai 25 chilometri quadrati) vanno in sofferenza, con relative esondazioni dei torrenti, in appena qualche decina di minuti con precipitazioni molto intense, superiori ai 100 millimetri in un’ora. I bacini grandi subiscono le stesse conseguenze con precipitazioni anche soltanto moderate (fra i 15 e i 35 millimetri), ma prolungate nel tempo (dalle 8-12 ore in avanti).

In conclusione Arpal ricorda che – anche alla luce del fatto che negli anni a venire avremo una maggior frequenza di episodi sempre più intensi – è fondamentale la consapevolezza del significato del messaggio di allerta: “Se siamo preparati e sappiamo come comportarci, prendendo confidenza con l’allerta, le fonti e gli strumenti, come il radar meteo presente nella app METEO3R,  che ci permettono di capire cosa sta succedendo intorno a noi, abbassiamo il rischio per noi e per chi è insieme a noi. Prima dell’evento spostiamo la macchina, a evento in corso non usciamo di casa e, a seconda delle zone, saliamo ai piani alti. Previsioni, aggiornamenti ufficiali, dati certificati, comportamenti indicati da protezione civile: nessuno si salva da solo o ha la soluzione in tasca per tutti. Il sistema è perfettibile, ma va capito e applicato per come è. Le immancabili polemiche non hanno mai contribuito a migliorarlo: usiamo il tempo e l’energia che le alimenta per approfondire la conoscenza del sistema di allertamento”.

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