Genova. A pochi giorni dall’alluvione di Valencia, uno degli eventi più disastrosi della storia della Spagna e dell’Europa intera con oltre 200 morti e un bilancio destinato a salire ancora, a Genova ricorre oggi il 13esimo anniversario dell’alluvione del 4 novembre 2011 che costò la vita a sei persone travolte dall’esondazione del Fereggiano, nel quartiere di Marassi. Un evento drammatico che ha segnato per sempre la storia della città e la cultura di protezione civile dei suoi abitanti.
Stamattina, presso la lapide all’incrocio tra via Fereggiano e corso De Stefanis, è prevista la consueta cerimonia di commemorazione delle vittime: Evelina Pietranera di 50 anni, Angela Chiaramonte di 40 anni, la 19enne Serena Costa, la 28enne Shpresa Djala con le sue bimbe Janissa e Gioia, rispettivamente 1 anno e 8 anni. Oltre ai familiari saranno presenti il sindaco di Genova Marco Bucci (appena eletto presidente della Regione Liguria), il presidente del Municipio Bassa Valbisagno Angelo Guidi e il console dell’Albania Giuseppe Durazzo. La cerimonia si concluderà in Borgo Incrociati, all’altezza dell’incrocio con piazza Raggi, dove verrà deposta una corona in ricordo di Antonio Campanella, deceduto a causa dell’alluvione del 10 ottobre 2014.
Quella mattina Genova si svegliò con l’allerta 2, il massimo grado della scala in vigore allora. La pioggia incessante, causata da un temporale autorigenerante, concentrò 500 millimetri di pioggia in poche ore sul bacino del Fereggiano. Poco prima delle 13.00 il rio esplose nell’omonima via prima dell’ultima copertura, quella che precede lo sbocco del Bisagno, trascinando con sé tutto quello che trovava. Poco dopo si verificò anche l’esondazione del torrente principale che allagò tutta la zona intorno a Brignole.
Per quei fatti l’ex sindaca Marta Vincenzi concordò nel processo d’appello bis una condanna a tre anni per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso. Per la Cassazione “la macchina allestita dal Comune fu colposamente insufficiente e inefficiente”. Sotto accusa finì soprattutto la mancata chiusura delle scuole.
Oggi un disastro come quello del 2011 in via Fereggiano avrebbe meno possibilità di accadere. Sia perché la prevenzione ha fatto passi avanti (con l’allerta rossa si chiudono le scuole e le strade a rischio vengono continuamente presidiate) sia perché da cinque anni è in funzione lo scolmatore del Fereggiano, una galleria lunga quasi 4 chilometri che intercetta la portata di piena a Quezzi e la devia direttamente in mare, all’altezza di corso Italia. Costo dell’opera 40 milioni, 25 di origine governativa (Piano nazionale per le città e Italia Sicura) e 15 finanziati dal Comune di Genova.
Lo stesso non si può dire del Bisagno, che comunque è più sicuro di allora grazie all’adeguamento della copertura della Foce in grado di reggere una portata di 850 metri cubi al secondo. I lavori dello scolmatore procedono a rilento in attesa della super talpa cinese. Al momento lo stato di avanzamento è al 19% e si prevede di terminare l’opera nella metà del 2026. La galleria potrà alleggerire il torrente di altri 450 metri cubi al secondo, permettendo – insieme agli altri interventi – di contenere in alveo la portata massima duecentennale di oltre mille metri cubi al secondo.