Analogie

Alluvione 2011, i familiari delle vittime: “Valencia come il Fereggiano, il Bisagno non è ancora sicuro”

La commemorazione a Marassi 13 anni dopo: "C'è più consapevolezza ma non basta". Il presidente del Municipio Guidi: "Servono risorse ma anche semplificazioni"

Genova. Nella mente ci sono le immagini del disastro in provincia di Valencia, così familiari per chi abita a Marassi, così dolorose per chi in via Fereggiano ha perso un suo caro o un amico esattamente tredici anni fa. Si è rinnovata stamattina la cerimonia di commemorazione per le sei vittime dell’alluvione del 4 novembre 2011. Alla presenza delle istituzioni e dei parenti delle vittime sono state deposte le corone nei pressi della lapide di marmo, recentemente rinnovata dal Municipio, che riporta i loro nomi: Evelina Pietranera (50 anni), Angela Chiaramonte (40 anni), Serena Costa (19 anni), Shpresa Djala (28 anni) con le figlie Gioia (8 anni) e Janissa (1 anno).

Mi spiace davvero tanto per quella povera gente, che purtroppo subisce conseguenze di altri, perché la prevenzione è la prima cosa che bisogna seguire – commenta Marco Costa, che quel giorno ha perso la figlia Serena -. Noi col Bisagno non siamo ancora messi bene, è evidente quello che non si è fatto, per un motivo o per l’altro. Bisognerebbe avere più attenzione e portare avanti ciò che tutela la popolazione. Ci saranno situazioni difficili, ma vanno affrontate: questa è una grande opera che va conclusa”.

Infatti, mentre il Fereggiano oggi può dirsi più sicuro grazie allo scolmatore inaugurato cinque anni fa – una galleria di quasi 4 chilometri che intercetta le piene del rio a Quezzi e le porta in mare – l’opera analoga per il Bisagno è in forte ritardo e ha ancora davanti due anni di lavori. Il sindaco Marco Bucci, appena eletto presidente della Regione, ha promesso che se ne occuperà appena potrà vedere le carte e ha messo l’accento sulle norme che limitano i dragaggi dei torrenti, bollando come “pura demagogia” le proposte tese ad azzerare il consumo di suolo per legge.

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“Io abito a poche centinaia di metri da qua, è stato un evento tragico. Ogni volta che accade un evento come quello spagnolo è come sale sulle nostre ferite“, evidenzia il presidente del Municipio Angelo Guidi. Per quanto riguarda lo scolmatore del Bisagno “abbiamo fatto un incontro con gli abitanti di Quezzi perché la talpa, pur passando molto bassa, ha un’interferenza coi palazzi“. La messa in sicurezza del territorio, però, è più complessa e passa anche dagli interventi a monte: “I grandi corsi d’acqua sono sempre molto monitorati, ma mi spaventano soprattutto i piccoli. Occorrono risorse e forse anche regole che permettano un’azione più efficace: ricordo che per entrare e pulire un rio occorre una procedura molto complessa che impegna molte risorse. È anche un tema di semplificazione.

Vedendo le immagini mi sembrava di essere qua – aggiunge Attilio Toffi, il marito dell’edicolante Evelina Pietranera travolta dalla furia del Fereggiano – A parte i partiti che non mi interessano, credo che la politica qualcosa in più stia facendo, stiamo migliorando. Devo dire che c’è più attenzione, più consapevolezza, più attenzione da parte nostra e da parte delle istituzioni”. La Valbisagno oggi è più sicura? “Io da qua non sono andato via, anche se avrei voluto. Adesso credo che via Fereggiano sia più tranquilla di altri posti perché abbiamo lo scolmatore che è stato fatto, purtroppo sul Bisagno sappiamo che ci sono ritardi, speriamo”.

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