Nessun reato

Vigili indagati per l’arresto di un pusher in centro storico, il pm chiede l’archiviazione ma sottolinea le “modalità violente”

Lo avevano bloccato a terra, provocandogli una frattura e spruzzato con lo spray urticante, ma per l'accusa avrebbero agito in buona fede convinti che volesse colpirli al volto

vigili polizia locale via pre prè centro storico
Foto d'archivio

Genova. Il sostituto procuratore Luca Monteverde ha chiesto l’archiviazione per i sette agenti della polizia locale che lui stesso aveva indagato a vario titolo per falso, calunnia e lesioni per l’arresto di un pusher in centro storico.

Il fascicolo era stato aperto dal pm subito dopo il processo per direttissima dove l’arrestato, un 30enne senegalese, bloccato subito dopo aver ceduto alcune dosi di droga nei vicoli, era arrivato sorretto da una stampella e aveva raccontato di non aver opposto alcuna resistenza all’arresto, poi aveva avuto un malore ed era stato portato in ospedale.

Ad essere indagati erano stati i due vigili che materialmente avevano eseguito l’arresto (accusati anche di lesioni) e altri cinque tra cui un ufficiale che avevano firmato il verbale. 

Per l’accusa che ha chiesto ora l’archiviazione degli agenti, il video delle telecamere di città sicura che ha ripreso l’arresto dimostra sì che non ci fu alcuna resistenza, ma che il movimento del pusher quando viene scaraventato a terra avrebbe potuto indurre i due agenti che lo avevano bloccato a pensare che stesse alzando entrambi i gomiti per colpirli al volto, così come il gesto con la testa a tentare di dar loro un morso. Così lo avevano immobilizzato, provocandogli una frattura del piatto tibiale e spruzzato con lo spray urticante.

Inoltre, sono stati gli stessi agenti a consegnare immediatamente alla Procura il video, prima ancora che il pm ne facesse formale richiesta e prima che il video stesso potesse essere sovrascritto. E questo sarebbe un’ulteriore dimostrazione della ‘buona fede’ degli agenti che tuttavia – e questo il pm lo scrive nella richiesta di archiviazione – hanno eseguito un arresto “non collaborativo” ma “con modalità violente”.

Lo stesso giudice che aveva condannato a 10 mesi per spaccio il 30enne, in sentenza lo aveva assolto per la resistenza insistendo sul fatto che il video rappresentava un fatto diverso da quello scritto nel verbale di arresto: “Diversamente da quanto rappresentato nel verbale di resto e nell’annotazione integrativa, non è dato cogliere alcun contegno violento o minaccioso del il quale non risulta avere avuto neanche il tempo di reagire all’azione repentina degli agenti che lo hanno fermato”.

Dopo la richiesta di archiviazione sarà ora il gip a decidere se archiviare definitivamente il fascicolo, chiedere al pm ulteriori indagini oppure disporre “l’imputazione coatta”, vale a dire imporre al pm di chiedere il rinvio a giudizio.

“Sono contento che l’attività della Polizia locale che sta portando tanti risultati nel contrasto dei reati venga fatta nel modo più corretto – commenta l’assessore comunale alla polizia locale Sergio Gambino – Ma su questo io non ho mai avuto dubbi”.

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