Genova. Prima si è “radicalizzato” grazie ai siti inneggianti “alla lotta religiosa e alle imprese terroristiche”, poi è “arrivato a concepire una scelta di adesione alla lotta violenta in nome dell’islamismo […] aderendo pienamente alle finalità di eversione del sistema occidentale fino a dichiarare il proprio assenso al martirio e la propria disponibilità a raggiungere l’Afghanistan”. Per questo Faysal Rahman, l’operaio 22enne originario del Bangladesh, arrestato dalla Digos a novembre dell’anno scorso per terrorismo è stato condannato in abbreviato a a 3 anni, un mese e 10 giorni di reclusione per partecipazione a un’organizzazione terroristica.
“Si definisce soldato di Dio – spiega la gup Carla Pastorini nelle motivazioni della condanna – amante di Al-Qaeda, compie attività di addestramento, fino ad arrivare a dichiarare di essere pronto al combattimento ed al suicidio con il canto del nasheed il 1 settembre 2023”.
Dall’indagine della Digos, coordinata dal sostituto procuratore della Dda Federico Manotti, era emerso che Faysal Rahman aveva aderito al gruppo terrorista pachistano Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), vicino ad Al-Qaeda, il cui obiettivo dichiarato è il rovesciamento del governo eletto del Pakistan per fondare un emirato basato sulla sua interpretazione della legge islamica, attaccando direttamente l’esercito pakistano e assassinando esponenti politici.
Rahman, che faceva l’operaio in una ditta di subappalto ai cantieri navali di Sestri Ponente, si definiva sui social Soldato di Dio, diffondeva video di attentati e azioni violente. Aveva aderito al cosiddetto Gruppo dei 20, inizialmente creato per “fare Jihad contro gli Indu”. Si era anche auto addestrato, con la ginnastica ma anche acquistando le istruzioni per l’utilizzo di armi da fuoco in particolare del fucile mitragliatore “AK – 47”). Le indagini della Digos sono durate circa due anni da quando grazie a una fonte confidenziale qualcuno aveva notato il processo di radicalizzazione del giovane che era dimagrito, si era fatto crescere la barba, aveva cominciato a indossare abiti tradizionali e a pregare.
Faysal per la giudice “ha posto in essere condotte strumentali al consolidamento ed al rafforzamento dell’organizzazione secondo le modalità tipiche dove organizzazioni terroristiche del tipo di quella in esame in cui la partecipazione può avvenire anche con modalità spontaneistiche e “aperte”, non implicanti una
formale accettazione da parte del gruppo terroristico”.
Al 22enne sono state concesse le attenuanti generiche perché si è fatto interrogare ammettendo sostanzialmente i fatti. Ha ammesso di aver avuto attrazione per Al Qaeda perché “fanno guerra per la religione”, di aver cantato un inno al martirio “per il suo amore per la religione”. Faysal è attualmente detenuto nel carcere di Sassari. Quando avrà finito di scontare la pena sarà espulso dall’Italia.