Trasporto pubblico

Treni, unanimità tra i candidati alle regionali: “Il contratto di servizio con Trenitalia va rivisto”

Toti diceva che non lo avrebbe toccato prima del 2032, Bucci lo smentisce: "È ovvio che deve essere rivisto". Senza incrementare il servizio i lavori sul nodo genovese saranno inutili

treno stazione brignole

Genova. Il contratto di servizio tra Regione Liguria e Trenitalia va rinegoziato prima della scadenza prevista nel 2032. È la posizione unanime espressa dai candidati alla presidenza nel dibattito realizzato ieri sera da Genova24 e Ivg. Un impegno, assunto pure da Marco Bucci in corsa con la coalizione di centrodestra, che contraddice e supera la linea dettata dall’ex governatore Giovanni Toti, che l’anno scorso aveva spiegato: “Il contratto è uno dei più ricchi, andrà a scadenza con le formule che ci sono”.

Senza rivedere gli accordi con Trenitalia sarebbero pressoché inutili i lavori di potenziamento del nodo ferroviario di Genova, che dovrebbero terminare nel 2025 col risultato pratico di separare i treni a lunga percorrenza – instradati sulla bretella di Voltri, una sorta di Gronda su ferro – dal traffico metropolitano e regionale, aumentando inoltre la capacità della tratta Principe-Brignole. Questo scenario, secondo le stime contenute nel piano di bacino del trasporto ferroviario regionale e nell’accordo quadro Regione-Rfi del 2022, consentirebbe un aumento complessivo del 15,7% della produzione chilometrica rispetto al livello attuale. Ma è impossibile farlo senza immettere nuove risorse economiche. A meno che non si decida di tagliare altri servizi in una logica di compensazione.

È ovvio che il contratto con Trenitalia deve essere rivisto, non soltanto per la parte locale ma anche per la parte interregionale – sostiene Marco Bucci, candidato del centrodestra -. Abbiamo dipendenze da Lombardia, Piemonte e Toscana che sono totalmente inaccettabili. Le Regioni devono parlare assieme per gestire queste cose, ad esempio la fermata obbligatoria a Pavia”. Il sindaco in passato aveva ventilato l’ipotesi di gestire direttamente la tratta urbana tramite Amt, ma l’idea per ora sembra accantonata per le notevoli difficoltà di attuazione.

“Emerge un quadro devastante – esordisce il candidato del centrosinistra Andrea Orlando che ha deciso di muoversi in treno per la campagna elettorale -. Il contratto di servizio va rivisto subito. A Levante bisogna rivedere la scelta sulle Cinque Terre. A Ponente un problema enorme è che il parco treni deve fermarsi a Ventimiglia, quindi i transfrontalieri devono scendere e poi risalire. Dobbiamo fare in modo tale che si apra subito un tavolo con Trenitalia e Rfi”.

Non ha dubbi Alessandro Rosson, in campo con Indipendenza. “Il contratto di servizio va sicuramente rinegoziato adesso. Pago per non avere mai un treno in orario, per stare due ore e mezza su una tratta che dovrei fare in circa un’ora e un quarto. La colpa è del centrodestra che ha governato in questi anni e che subisce i diktat di Trenitalia, capace solo a mungere la tratta delle Cinque Terre. Gli americani pagano, ma dove vanno questi soldi? Dobbiamo essere padroni a casa nostra”.

Per Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori “va sicuramente rinegoziato ma in un quadro generale: le ferrovie, come altri servizi pubblici, sono state oggetto di smantellamento, privatizzazione strisciante, disinvestimento. Bisogna investire nelle ferrovie pubbliche”. Sulla stessa linea Nicola Rollando di Per l’Alternativa: “Sono anch’io per rinegoziare. Da Sestri Levante fino a Ventimiglia ci ho messo sette ore in bicicletta, per tornare in treno ce ne ho messe quasi sei. E non sono come Moser. Anche qui, come al solito, si paga il prezzo di un’economia di guerra basata sul profitto”.

Maria Antonietta Cella del Partito Popolare del Nord auspica “un tavolo che vada a inserire in automatico tutte le corse” dopo i lavori sul nodo ferroviario. Nicola Morra (Uniti per la Costituzione) aggiunge che “bisognerebbe portare il treno anche dove non c’è, nell’entroterra e non solo sulla costa”.

La linea è già molto potente, tra Voltri e Nervi i treni hanno già una cadenza molto ravvicinata”, aveva dichiarato Toti attirandosi diverse critiche dalle opposizioni. Il contratto di servizio 2018-2032 ha incluso il rinnovo della flotta con 48 nuovi treni che hanno abbassato l’età media dei convogli a 4 anni e mezzo, mentre nel 2017 era pari a 25 anni. A parte questo, la giunta uscente si è distinta per aver varato la nuova politica tariffaria del Cinque Terre Express (prezzi raddoppiati in periodi di alta stagione) che ha sbloccato risorse a favore degli abbonamenti gratuiti o scontati del 50% destinati agli studenti fino a 26 anni di età.

In futuro sul nodo di Genova sono previste quattro linee suburbane sul modello di Milano o Torino, di cui due passanti con frequenza di 30 minuti (S1 Savona-Sestri Levante, S3 Genova Voltri-Genova Nervi) e altre due attestate nella nuova stazione di Terralba (S2 Arquata/Busalla – Genova Terralba ogni 30 minuti, S4 Acqui Terme/Ovada – Genova Terralba ogni 60 minuti). In questo modo, aggiungendo anche i regionali e i regionali veloci, la frequenza complessiva risulterebbe di 15 minuti tra Voltri e Sampierdarena, circa 7 minuti tra Sampierdarena e Brignole, nuovamente 15 minuti fino a Nervi.

Il potenziamento, tra l’altro, risulta fondamentale per collegare in tempi certi l’aeroporto e la stazione marittima tramite la fermata di Principe Marittima (nuova denominazione dell’attuale Sotterranea): nel protocollo d’intesa sottoscritto da tutti gli enti coinvolti si dà per scontata la possibilità di avere almeno una corsa ogni 15 minuti tra la futura stazione Aeroporto-Erzelli e Principe Marittima.

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