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Toti presenta il suo libro: “Una lezione alla politica rimasta a guardare”. E non esclude di tornarci fotogallery

"Confesso, ho governato": alla presentazione in Terrazza Colombo fedelissimi e amici vecchi e nuovi. "Ora sono in modalità aereo, quando atterreremo vedremo chi ci aggancia..."

Toti presenta il suo libro "Confesso, ho governato"

Genova. “Se c’è un processato in questo libro è la politica, non la magistratura”. È questo il distillato del Toti-pensiero, messo nero su bianco nel libro Confesso, ho governato presentato oggi in un evento su invito condotto da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale che da alcune settimane ospita gli editoriali dell’ex governatore, e dalla giornalista di Mediaset Martina Maltagliati.

La presentazione, organizzata negli studi di Terrazza Colombo, è stata trasmessa in diretta televisiva su Primocanale, aziende entrambe di proprietà di Maurizio Rossi e coinvolte nell’inchiesta per corruzione (e in particolare per la vicenda del finanziamento da parte di Esselunga) per cui Toti ha concordato con la Procura il patteggiamento. Pochi minuti prima la notizia del sequestro preventivo di 175mila euro dal conto del Comitato Toti da parte del Tribunale, un atto “che fa parte degli accordi”, come ha commentato Toti a caldo.

Presente in sala pressoché tutto il mondo totiano e non solo: dalla moglie Siria Magri ai fedelissimi del movimento politico arancione (tuttora candidati alle regionali la sua portavoce Jessica Nicolini e gli assessori uscenti Angelo Gratarola e Giacomo Giampedrone), sindaci (o ex sindaci) come Matteo Viacava e Paolo Donadoni, il consigliere regionale ex leghista Brunello Brunetto, l’assessora genovese Alessandra Bianchi, manager come l’ad di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri, il presidente e il segretario generale della Camera di commercio di Genova Luigi Attanasio e Maurizio Caviglia. Per i saluti e le foto di rito si sono affacciati anche il viceministro e segretario della Lega Liguria Edoardo Rixi, il coordinatore reguonale di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e il sindaco-candidato Marco Bucci.

È una lezione per la politica che spesso è stata a guardare, non solo per episodi come questo – spiega Toti -. Di qua a qualche ore ci sarà la requisitoria dell’avvocato Bongiorno al processo che riguarda Matteo Salvini. A differenza di molti altri non credo sia una colpa dei magistrati. Come Montesquieu trovo che tutti i poteri tendano a esercitare il loro potere finché non trovano una barriera e chi ha fatto un passo indietro è stata la politica più che la magistratura. Dove c’è un vuoto quel vuoto si riempie, e io ho cercato di spiegare in queste pagine come lo riempirei dalla parte del voto elettorale e non dalla parte dei funzionari che amministrano la giustizia”.

Il libro, edito da Piemme e acquistabile in edicola dal 15 ottobre, “parte da questa tormentata estate, ripercorre la mia vita da giornalista, pezzi di storia fatta con Berlusconi analizzandoli anche in modo ermeneutico rispetto a quello che mi è capitato: probabilmente, se avessi avuto la sensibilità per la giustizia che oggi ho, avrei interpretato diversamente anche alcune volontà del presidente Berlusconi – ammette l’ex governatore ligure -. Credo che chiunque non sia passato da quella storia, e io lavoravo con lui gomito a gomito mentre lui scontava una condanna, probabilmente non ha tutti gli elementi per analizzare la psicologia e lo stato d’animo di chi ha di fronte”.

Toti nel suo libro bacchetta la politica, ma non avverte frizioni rispetto ai suoi alleati che si ricandidano a guidare la Regione con Marco Bucci: “Mi sembra che il centrodestra abbia più volte ribadito di considerare positivi i nove anni di governo“. E però si toglie qualche sassolino dalle scarpe, anche rispetto ad alcune posizioni in discontinuità col suo operato: “Io sono convinto che chi deve governare deve saper scegliere e anche saper dire alle piazze cose che non vogliono sentirsi dire, anche per il bene di quelle piazze: il rigassificatore è un esempio, ma anche sulle politiche dei vaccini e sul green pass non ho sempre avuto coi miei alleati una visione comune”.

Lo rivedremo in politica? La risposta è sibillina: “Al momento siamo in modalità aereo e il volo è piuttosto lungo. Poi, quando atterreremo, vedremo qual è la compagnia che ci aggancia e decideremo cosa fare del nostro futuro“. Per ora presta la sua penna al Giornale e in questa campagna elettorale si è fatto vedere solo al maxi apertivo di Jessica Nicolini, prima e probabilmente unica apparizione prima del voto. Nel frattempo dovrà scontare 1.500 ore di lavori di pubblica utilità (e forse qualcosa di più), dopodiché le speculazioni sul suo conto si sprecano. E forse, come dice Sallusti seguito da un lungo applauso del selezionato pubblico, “Giovanni Toti non è finito qui“.

Orlando: “È una sfida alle persone oneste”

“Sembra ci sia una sfida al senso comune, alle persone oneste che seguono le regole. Nessun ripensamento, e mi sembra, da parte di Bucci, una continuità con quell’esperienza. E credo che questo non possa che essere sconcertante per tutti”. Così il candidato del centrosinistra Andrea Orlando, a margine del dibattito tra candidati organizzato dalla Curia. “Credo che ci siano anche tanti cittadini di destra che non condividono quel metodo. Penso che sia abbastanza incredibile così, facendo finta di niente. Penso davvero che l’etica pubblica dovrebbe avere un qualche rilievo.

Pirondini (M5s): “Il titolo doveva essere Confesso, ho preso tangenti

“La Guardia di Finanza ha disposto il sequestro di 175mila euro dal conto del Comitato Giovanni Toti per le tangenti Esselunga, Amico e Spinelli. E allora, forse, il titolo giusto del libro che Toti presenta stasera doveva essere: Confesso, ho preso tangenti. Il quadro è avvilente e a tutt’oggi permane un quesito: in tutto questo, Bucci dov’era? Non si è mai accorto di nulla? Era distratto o semplicemente si è girato dall’altra parte? Ma i liguri vogliono indignarsi o no? Ma che altro deve succedere?”. Così il senatore del M5S Luca Pirondini.

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