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Titanio del Beigua, Consiglio di Stato conferma il divieto per le ricerche minerarie. Ambientalisti: “Estendere la tutela”

E rilanciano: "L'auspicio, è che allo stesso modo venga negato il permesso di ricerca minerario "Monte Bianco" per rame, piombo, manganese, zinco, argento, oro, cobalto, nickel nel Parco dell'Aveto"

estrazione titanio

Genova. “Il Consiglio di Stato ha confermato in appello la sentenza del 2022 del Tar Liguria con cui si ribadiva il divieto di ricerche minerarie nell’area del Monte Tarinè, nel parco naturale regionale del Beigua, respingendo il ricorso della s.r.l.Cet, che voleva effettuare campionamento anche dentro l’area protetta”.

Lo annuncia in una nota la Lega Abolizione Caccia, costituitasi in giudizio assieme a Lipu e Wwf. “Il Tar ha preso atto che la ragione sociale principale della Cet non la rende un organismo di ricerca scientifica scollegato dalla propria finalità primaria” ha aggiunto.

Inoltre, dice l’associazione, “si censura la parte del decreto del dirigente regionale alle attività estrattive della Regione Liguria, emesso nel febbraio 2021 relativa al permesso di ricerca mineraria in aree esterne (Monte Antenna) del comprensorio del Parco Beigua, nei comuni di Urbe e Sassello (Savona), perché comunque facenti parte di una ZSC (zone speciale di conservazione) ricompresa nell’elenco comunitario delle cosiddette aree “Natura 2000”. “La piccola s.r.l. richiedente i permessi di ricerca per aggiornare le conoscenze sulle distribuzioni e concentrazioni delle mineralizzazioni di rutilo, pomposamente denominata Compagnia Europea del Titanio, è in realtà una scatola vuota, senza proprio personale e know-how nel settore, che non possiede terreni o veicoli, con un capitale sociale di soli 10.400 euro , curiosamente rappresentata ed ospitata da uno studio di commercialisti di Cuneo” evidenzia la Lav.

“Assolutamente mistificatorio ed ingannevole parlare, come fatto in passato da alcuni politici savonesi, di “miniera” sotterranea (cosa impossibile) o di un generico ” giacimento” di titanio per usi strategici. Una volta teoricamente separato meccanicamente e chimicamente dalle rocce di eclogite, solo a prezzo di una grande e devastante cava, la piccola percentuale di rutilo presente avrebbe come destinazione del prodotto raffinato, quella di opacizzante per vernici (il prodotto raffinato è normalmente importato dalla Cina a circa due dollari e mezzo al kg.). Schizofrenico, a detta degli ambientalisti, il passato comportamento della Regione Liguria che, al netto delle fasulle dichiarazioni di contrarietà dei partiti di maggioranza ad una cava di Rutilo sui monti Antenna e Tarinè , ha negato i permessi di ricerca (la bibliografia disponibile è peraltro già esaustiva) dentro il parco regionale del Beigua, ma li ha consentiti in alcune aree adiacenti senza mai interpellare i proprietari dei terreni”.

Soddisfazione anche per Legambiente: “Esprimiamo frande soddisfazione in merito alla sentenza del Consiglio di Stato. Dopo la sentenza del TAR Liguria arriva quella del Consiglio di Stato – dichiara Stefano Bigliazzi, Presidente Legambiente Liguria – avevamo chiesto ripetutamente che si arrivasse a questa conclusione e lo abbiamo fatto in questi anni sostenendo la popolazione con manifestazioni, documenti e raccogliendo oltre 25mila firme per chiedere che venisse ritirato il decreto 1211-2021 con cui la Regione Liguria ha concesso il permesso di ricerca per tre anni alla Compagnia Europea del Titanio”.

Ma non c’è solo la questione del titanio sul Beigua. Aggiunge Bigliazzi: “L’auspicio, è che allo stesso modo venga negato il permesso di ricerca minerario “Monte Bianco” per rame, piombo, manganese, zinco, argento, oro, cobalto, nickel, predisposto dal Ministero della Transizione Ecologica che coinvolge il Parco dell’Aveto e che le amministrazioni comunali di Sestri Levante, Ne, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e Maissana hanno impugnato per l’area del Monte Verruga, Monte Zenone, Roccagrande, Monte Zatta, Passo Bocco, Passo Chiapparino, Monte Bossea, Punta Baffe, Punta Moneglia e Val Petronio”.

A monte va comunque affrontato il tema di come recuperare le “materie prime” necessarie.Per l’associazione ambientalista la risposta non è aprire cave e miniere ma, grazie alle moderne tecnologie, riciclare e riutilizzare tutte le materie prime di cui abbiamo bisogno evitando che finiscano in discarica – come tra l’altro chiede l’UE con la Direttiva sull’economia circolare”.

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