Levante

Un anno fa alcune studentesse erano state aggredite, a Sturla è battaglia per le telecamere

Lo chiedono alcune mamme e i dirigenti del Vittorio Emanuele - Ruffini. Ma il Comune: "Non è una zona con episodi frequenti di criminalità, impossibile mettere videocamere ovunque"

meucci gaslini sturla

Genova. Da oltre un anno, precisamente dalla primavera del 2023, chiedono che il Comune di Genova installi alcune telecamere di videosorveglianza nei viottoli che portano alla scuola Vittorio Emanuele – Ruffini, a Sturla, nel levante di Genova. Perché nel maggio di quell’anno tre ragazze, studentesse dell’istituto socio-sanitario, erano state avvicinate e aggredite da un malintenzionato. L’uomo, un trentenne, era stato poi arrestato, anche grazie all’intraprendenza delle studentesse. Ma i genitori chiedono alle istituzioni di fare in modo che fatti del genere non accadano più.

A raccontare della battaglia delle famiglie, a cui negli anni si sono affiancati i dirigenti scolastici, è Simona Piccaluga: “Da mesi chiediamo una risposta al Comune, all’assessore alla Sicurezza Sergio Gambino, anche direttamente al sindaco Marco Bucci ma non abbiamo ottenuto nulla”.

Abbiamo contattato l’assessore Gambino che ha dichiarato di essere “perfettamente al corrente della situazione” ma che “al momento l’installazione di telecamere in quella zona non è considerata prioritaria, c’è stato un singolo episodio, risolto – dice l’esponente della giunta comunale – e le telecamere vengono posizionate in base a criteri che riguardano il rischio e la frequenza di episodi criminali, in base a questi criteri non è possibile installare una telecamera in ogni angolo della città, inoltre proprio per l’intrico di stradine attorno alla scuola, per avere senso, bisognerebbe mettere un occhio elettronico a ogni bivio, e non è fattibile”.

La madre di una delle studentesse, però, ripercorre le tappe della vicenda e garantisce che, in passato, dal Comune, erano arrivate rassicurazioni di tipo diverso. Simona Piccaluga, in particolare, ricorda che immediatamente dopo l’episodio scattarono alcuni controlli della zona da parte di agenti in borghese. Furono loro a individuare l’autore dell’aggressione, su indicazione delle ragazzine.

“Abbiamo pensato subito di chiedere le telecamere di sorveglianza, perché la scuola è sita in una zona abitata ma circondata da scalinate e piccole crose con accessi anche a altri palazzi, quindi appostarsi, nascondersi, è semplicissimo, già nel mese di luglio con l’ex dirigente Poggio e poi con la nuova, Roberta Pizzirani, abbiamo scritto al Comune, senza risposta”.

I genitori mettono in campo un consigliere d’opposizione, Filippo Bruzzone, che riesce a far organizzare un incontro sul posto. “Gambino nell’ottobre del 2023 dà incarico al commissario di polizia locale Vignali di fare un sopralluogo e quest’ultimo concorda che la zona è a rischio e che servono due telecamere in punti strategici, da allora non si è visto e sentito più nessuno”.

Altre mail, lettere, tentativi di contatto – dice la donna – non sono andati a buon fine e le ultime informazioni ricevute sono state relative a una mancanza di fondi a disposizione per ampliare la rete di videosorveglianza del Comune. “Ancora il 7 ottobre la preside ha scritto al Comune, nessuna riposta”.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.