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Stadio Ferraris, il progetto di Moretti (Cds): “Una nuova piazza per Marassi e spazio ai concerti”

"Genoa e Samp potrebbero entrare nella società con una quota del 10%". Quella dell'imprenditore che sta realizzando il Waterfront Levante è una delle due proposte arrivate al Comune di Genova

stadio ferraris cds boeri

Genova. Una delle due offerte arrivate al Comune di Genova per l’acquisto dello stadio Luigi Ferraris è quella del Genoa, l’altra è firmata Cds Holding, la società che ha acquisito il Waterfront di Levante e sta portando avanti i lavori. Massimo Moretti, imprenditore che da qualche anno ha scelto di puntare moltissimo su Genova – “Ne ho visto subito la grande potenzialità, potrebbe diventare la San Francisco d’Europa”, ama ripetere – ha ascoltato un’esortazione da parte del vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi e ha deciso di buttarsi anche in questo, tutt’altro che semplice, progetto.

“Uno stadio per il calcio ma anche per i grandi tour musicali e per i convegni”

“E’ vero – dice Moretti – la città merita uno stadio all’altezza dei tempi, un impianto di ultima generazione, che sia fruibile tutti i giorni non solo come spazio per il calcio ma che sia un luogo agevole e profittevole per i club, uno spazio che non abbia barriere architettoniche e che sia ecosostenibile dal punto di vista energetico, che risponda ai parametri della Figc e anche di Euro2032 ma che al contempo possa ospitare i grandi tour di concerti internazionali consentendo ai bilici di entrare nell’impianto”.

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Offerta da 14,5 milioni non vincolante, per ora

Sono solo alcuni degli obiettivi spiegati dal patron di Cds che aggiunge: “L’offerta presentata al Comune di Genova, su cui avremo una risposta venerdì, è al momento non vincolante e prevede l’acquisto per 14,5 milioni di euro, nel caso dovessimo andare avanti in questo progetto lavoriamo per firmare un contratto vincolante entro la fine dell’anno, per passare attraverso una procedura a evidenza pubblica il più possibile trasparente, anche oltre gli standard minimi di legge, e per partire con i lavori in modo da consegnare il nuovo Ferraris a Natale 2028, il tutto consentendo alle due squadre di giocare sempre, o quasi sempre, le loro partite nell’impianto”.

Il progetto firmato dall’archistar Boeri, una piazza per Marassi

Il progetto architettonico dello stadio di Cds sarebbe curato dallo studio Boeri, che già ha firmato il parco del Ponte e il Memoriale del Morandi. Nei render, che sono – ripetiamo – non vincolanti (il disegno sarà oggetto sicuramente di una dialogo con l’amministrazione e con gli enti competenti) spicca la grande facciata in vetro aggettante su una nuova piazza per il quartiere.

“Questo è un tema che ci è molto caro – dice Massimo Moretti – e che credo non sia mai entrato abbastanza nel dibattito sul restyling dello stadio, Marassi ha un rapporto da sempre conflittuale con lo stadio, invece la creazione di una piazza sarebbe il modo per ricucire questo rapporto”.

Locali, negozi, sale convegni, e una grande tettoia aggettante

Il nuovo stadio Luigi Ferraris sarebbe integrato di funzioni oggi del tutto o quasi assenti. “Sia per renderlo fruibile sia per garantire una sostenibilità economica all’operazione – racconta l’imprenditore – ci sarebbero spazi commerciali, locali per la ristorazione con vista sul campo, anche aree per convegni, cosa che si fa molto all’estero, sempre con vista sul prato, e poi point delle squadre, che, voglio sottolinearlo, sarebbero coinvolte in questo progetto”.

Genoa e Samp nella “partita” con il 10% delle quote

L’idea di Cds è di includere nella società che, probabilmente in project financing, ristrutturerebbe lo stadio, anche Genoa e Sampdoria. “Con una piccola quota, a partire dal 10% dell’azionariato – dice Moretti – questo consentirebbe loro di intervenire e decidere sui servizi che vorrebbero offrire al loro pubblico, sull’organizzazione dell’impianto, sulla sicurezza”.

Non solo: “Noi pensiamo che in un futuro le squadre possano anche avere l’opportunità di acquistare lo stadio, e per questo avranno un diritto di prelazione – aggiunge l’amministratore di Cds – ci sono molti se, ne siamo consapevoli, ma immaginiamo un percorso che sia condiviso il più possibile non solo con il Comune, con il territorio, ma anche con i club”.

L’altra proposta, il Genoa la presenta da solo

La proposta di Cds è arrivata al Comune di Genova il 4 ottobre, la seconda è arrivata ieri dal Genoa, il progetto è quello firmato dall’architetto Penaranda. Questo dopo che i Ceo di Genova Stadium, Francesco De Gennaro e Andrea Cardinaletti, si sono dimessi dagli incarichi nella società paritaria da poco costituita da Genoa e Sampdoria per acquistare e ristrutturare lo stadio Ferraris.

Ieri era stato fissato dal sindaco di Genova Marco Bucci il termine ultimo per la presentazione della proposta di acquisto e ristrutturazione. Gli accordi prevedevano un’offerta precisa, sulla base di 14 milioni concordati con il Comune stesso, da parte della Genova Stadium, senza altre richieste. Accordo deliberato venerdì scorso. Ma all’ultimo da parte della Sampdoria è stata avanzata la richiesta di un aumento di capitale della società per un totale di 10 milioni di euro. A quel punto il Genoa ha deciso di proseguire da solo per rimanere nei termini previsti presentando così l’offerta. Proposta che non chiude la porta ad una eventuale partecipazione della Sampdoria, come sottolineato da fonti interne al club rossoblù.

Il Genoa per questa operazione, che da Villa Rostan definiscono “fatta per la città per non perdere l’opportunità di Euro 2032” è stato affiancato da Oak View, società immobiliare americana che gestisce diversi impianti sportivi in Usa e Gran Bretagna. Il progetto è quello già consegnato dell’architetto Penaranda. Il dietrofront, confermato da più fonti, ha sorpreso il Genoa che aveva già firmato nel fine settimana scorso la proposta di acquisto senza bisogno di alcun aumento di capitale.

Da quanto appreso il cambio di rotta sarebbe stato dettato da motivazioni economiche: i finanziatori della Sampdoria infatti puntano al controllo totale dello stadio, in un’operazione simile a quanto fatto a Leeds dove lo stadio prima di essere ceduto con il club era di fatto di proprietà di un imprenditore e non della stessa società inglese.

A inizio settembre Bucci aveva spiegato che entro i primi di ottobre sarebbe stato pronto il progetto per la riqualificazione da sottoporre a Roma con l’obiettivo di ottenere una parte di finanziamento pubblico legato proprio all’organizzazione degli Europei tra otto anni. Ma Genova deve superare un’agguerrita concorrenza: date Milano, Roma e Torino come punti fermi, in lizza ci sono pure Firenze, Napoli, Palermo, Bologna, Verona e Udine.

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