La sentenza

L’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova patteggia un anno e quattro mesi per peculato

Alessandro Vaccaro avrebbe preso dal conto del OCF di cui era tesoriere quasi 215mila euro per poi restituirli nel corso del tempo

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Genova. Nel 2018 e nel 2019 ha sottratto, spostandoli sul suo conto personale quasi 215mila euro dai conti dell’Ocf (Organismo congressuale forense) di cui era tesoriere, per poi restituirli nel tempo, tra il 2019 e il 2022.  Per questo Alessandro Vaccaro, uno dei più noti penalisti genovesi ed ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova, ha patteggiato la pena di un anno e 4 mesi di reclusione per  il reato di peculato.

La vicenda due anni fa aveva provocato un terremoto nell’Ocf, organismo che attua le delibere del consiglio nazionale forense. Analizzando i bilanci qualcuno aveva notato strani movimenti con spostamenti di denaro sul conto del tesoriere che poi dopo magari mesi tornavano nel conto corrente dell’organismo nazionale degli avvocati, che si sostiene grazie ai versamenti del consiglio nazionale forense. Era stata immediatamente convocata un’assemblea straordinaria: Vaccaro si era dimesso e con lui, a stretto giro, tutto l’ufficio di coordinamento dell’OCF. 

La notizia aveva poi fatto il giro dei fori e degli Ordini degli avvocati di mezza Italia ma in pochi sapevano che da quella vicenda era nata un’inchiesta penale. O meglio due. L’inchiesta era stata aperta a Roma con il reato ipotizzato di appropriazione indebita. Secondo quanto trapela l’indagine sembrava destinata ad essere archiviata ma il gip si era accorto che c’era un difetto di competenza. Così il fascicolo era stato trasmesso alla Procura di Genova e finito sul tavolo del pm Cotugno che invece contesta a Vaccaro il reato più grave di peculato, in virtù della sua carica di ‘pubblico ufficiale’ dell’organismo di indirizzo politico degli avvocati.

Un’indagine, quella genovese, portata avanti nel più stretto riserbo dalla Procura fino al patteggiamento di giovedì scorso, davanti alla presidente dei gip genovesi Nicoletta Guerrero.

Gli episodi contestati riguardano diversi prelievi dal conto corrente dell’OCF, tutti per cifre comprese tra i 30 e i 50 mila euro per un totale di 213.298 euro. I primi due prelievi, risalenti a giugno e agosto del 2018 sono stati restituiti nel 2022. Altri soldi prelevati nel 2019 sono stati restituiti tra il 2020, 2021 e 2020. A presentare esposto in Procura sarebbe stato lo stesso Consiglio nazionale forense.

Vaccaro, assistito dall’avvocato collega di studio Nicola Scodnik, aveva spiegato davanti all’assemblea dell’OCF di aver anticipato con propri soldi alcune spese dell’organismo e per questo poi li avrebbe girati sul suo conto e comunque ribadisce come i soldi siano sempre tornati al loro posto. L’avvocato Scodnik ha preannunciato che, nonostante il patteggiamento, presenterà comunque ricorso in Cassazione per chiedere la riqualificazione del reato. In questo modo, in assenza di querela, arriverebbe l’assoluzione.

Vaccaro, 74 anni, è stato per due mandati presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova dal 2012 al 2019. Era stato dal 2016 tesoriere dell’Ocf fino alle dimissioni del marzo del 2022.  Ironia della sorte Vaccaro, che insieme al collega Andrea Vernazza, difende l’imprenditore Aldo Spinelli, ha patteggiato prima del suo illustre assistito. Domani infatti si terrà davanti al gip Matteo Buffoni l’udienza per il patteggiamento di Toti, Spinelli e Signorini che chiude per loro la bufera giudiziaria deflagrata con gli arresti del 7 maggio. Ma l’udienza a quanto pare sarà rinviata.

“La vicenda trae origine da una iniziativa di rivalsa conseguente alla mia attività politica forense per cui si è voluto strumentalizzare la gestione di accantonamenti eseguita con una modalità operativa ben nota all’interno dell’organismo  – spiega Alessandro Vaccaro –  i cui appostamenti erano regolarmente evidenziati nei bilanci, i quali sono stati tutti puntualmente controllati e approvati senza mai registrare la presenza di ammanchi a danno dell’ente. La scelta del patteggiamento è stata determinata esclusivamente dalla volontà, per motivi personali, di chiudere con il passato, non certo di ammettere delle responsabilità”.

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