Un po' alla volta

Skymetro, ora si pensa alla suddivisione in due lotti: primo tratto fino a Ponte Carrega

Prende corpo l'ipotesi spezzatino per affrontare gli extra costi, Rixi: "Necessario anche per i tempi di realizzazione". Ma Campora insiste: "Si lavora per arrivare a Molassana". Obiettivo gara entro gennaio 2025

Skymetro, pubblicati i nuovi render: ecco l'impatto della sopraelevata sulla Valbisagno

Genova. Verrà suddivisa probabilmente in due lotti funzionali la costruzione dello Skymetro, il prolungamento della metropolitana in sopraelevata lungo la Valbisagno finanziato dal ministero dei Trasporti con 398 milioni di euro, cifra che rischia di non essere sufficiente per realizzare l’intero progetto. In altre parole, la nuova linea in una prima fase potrebbe non raggiungere Molassana. A spiegarlo a Genova24 è il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, specificando che ci sarà “sicuramente” uno spezzettamento: “Questo è necessario anche per i tempi di realizzazione dell’opera – conferma -. Io tendo a non tenere i soldi fermi, quindi a fare in modo che tutti possano fare le proprie opere”.

Il progetto, più volte modificato in seguito alle numerose criticità rilevate durante l’iter autorizzativo, attende ancora il via libera formale del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Solo dopo questo semaforo verde – in realtà non vincolante, ma considerato necessario anche per mettersi al riparo dalle conseguenze dei ricorsi al Tar – il Comune potrà partire con l’affidamento dei lavori. L’obiettivo di Tursi adesso è bandire la gara tra fine 2024 e inizio 2025. Il tempo ormai è agli sgoccioli perché il decreto ministeriale impone l’aggiudicazione dell’appalto entro giugno 2025 e la conclusione entro dicembre 2029.

Il sindaco Marco Bucci, candidato alla presidenza della Regione, a fine settembre aveva detto che in “due-tre settimane” sarebbe arrivata la risposta positiva da Roma. Le procedure, invece, sembrano essere più lunghe. “Al momento siamo fermi, ne riparleremo dopo le elezioni – riferisce l’assessore alla Mobilità Matteo Campora, che è anche candidato al Consiglio regionale -. I tecnici stanno continuando a lavorare sulle tavole, il progetto è quasi pronto per essere depositato al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Il 95% del tracciato è definito, ora stiamo verificando aspetti tecnici e geologici e integrando la documentazione. Di certo noi vogliamo andare a gara entro fine anno, al massimo ai primi di gennaio”.

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Il problema principale è l’attraversamento del Bisagno in corrispondenza della copertura di fronte allo stadio Ferraris. Il progetto originario, già approvato in conferenza dei servizi, prevedeva la demolizione e ricostruzione di parti dei setti in cemento che sostengono la piastra, ma i tecnici del Consiglio superiore dei lavori pubblici hanno suggerito una soluzione “molto meno invasiva“, anche perché la normativa attuale escluderebbe la possibilità di ricoprire il torrente dopo avere smantellato la struttura. Per superare l’ostacolo i progettisti hanno pensato a un ponte obliquo a campata unica (molto simile a quello che era previsto a Sant’Agata, poi stralciato con l’eliminazione della doppia curva), tuttavia la collocazione delle spalle d’appoggio è un rebus, soprattutto per la vicinanza con l’edificio dell’istituto Firpo. Ed è soprattutto questo aspetto che avrebbe contribuito a dilatare i tempi.

Come detto, una volta superati gli scogli progettuali, è probabile che l’opera venga spezzata in due tronconi. Il finanziamento pubblico da 398 milioni si basa sui prezzi del 2021, che nel frattempo hanno subito notevoli aumenti. La somma, quindi, potrebbe non bastare. “Noi stiamo lavorando per fare tutto in un lotto unico e arrivare subito a Ponte Fleming, quindi depositeremo il progetto completo con un quadro economico adeguato perché riteniamo di potercela fare – spiega Campora -. In subordine valutiamo di procedere per lotti funzionali, arrivando quindi a Ponte Carrega, dove verrebbe realizzato un tronchino: le soluzioni tecniche ci sono. A quel punto chiederemo i fondi al Governo e in una seconda fase potremmo avanzare direttamente fino a Prato“.

Skymetro, il Comune svela il progetto: ecco come sarà

Resta da capire se la deadline di dicembre 2029, che il Comune deve rispettare per non perdere i finanziamenti, potrà essere adattata a una realizzazione parziale dello Skymetro, nel caso in cui la cifra già stanziata non fosse sufficiente a coprire tutto il tracciato. Anche perché i mesi passano e i cantieri non sono ancora partiti.

“Noi i soldi li abbiamo stanziati e quello che doveva fare il ministero lo ha fatto – riprende Rixi -. Credo che l’attenzione che si sta mettendo sulla progettazione sia dovuta al fatto di minimizzare i costi di gestione e rendere più efficiente il sistema di trasporto urbano di Amt, con un costo non eccessivamente elevato per gli utenti. È evidente che la situazione progettuale che si è creata su questa metro ha dilatato i tempi, un po’ perché in una prima fase il ministero ha risposto troppo lentamente al Comune, un po’ perché ci sono state rilevazioni progettuali da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici che, come da mandato, tende a fare le nuove opere con una coscienza e la possibilità che siano utilizzate in tutte le condizioni climatiche”.

Sullo Skymetro, peraltro, incombono ancora due incognite. Una è il ricorso al Tar intentato da Legambiente per conto del comitato di opposizione, di fatto congelato finché il Comune non produrrà un atto irreversibile contro il quale presentare una richiesta di sospensiva. La seconda è l’esito delle elezioni. In caso di ribaltone in piazza De Ferrari, il centrosinistra potrebbe giocarsi la carta dello stop alla deroga approvata dalla giunta Toti che permette di realizzare l’opera nella fascia di inedificabilità entro 10 metri dall’alveo. A dire il vero Andrea Orlando non ha mai assunto una posizione chiara sul tema: ha detto che lo Skymetro “ha la sua utilità, ma così come è pensato non è realizzabile, perché lo dice un’istituzione dello Stato che opera come soggetto del ministero”. Ma se il Consiglio superiore dei lavori pubblici dovesse dare il via libera, allora lo scenario cambierebbe e un’eventuale giunta di centrosinistra dovrebbe decidere se bloccare l’iter – come chiesto dai comitati – oppure no.

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