"the end"

Regionali, l’ultimo round tra Bucci e Orlando tra palchi con i “big” e platee da tutto esaurito

Il racconto delle due "chiusure", tra endorsement e rivendicazioni, tra emozioni e proposte alla ricerca del voto decisivo. Quando mancano poche ore al sacro silenzio elettorale

Generico ottobre 2024

Genova. L’incognita del meteo, con l’allerta in corso sulla Liguria, ha costretto a soluzioni indoor per la chiusura della campagna elettorale di centrodestra e centrosinistra. Una decisione inevitabile e che, per una volta, rende impossibile lanciarsi nei consueti paragoni sulle presenze, anche perché le regole sulla capienza non si possono infrangere per ovvie ragioni.

Ad ogni modo, platee da tutto esaurito sia per l’auditorium dei Magazzini del Cotone dove a sostegno di Marco Bucci è arrivato il tridente di governo – Meloni, Salvini e Tajani – sia al Politeama Genovese, dove Andrea Orlando è stato circondato dagli interventi dei leader del campo largo, Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli, Bonetti, Calenda e Maraio.

Abbiamo raccontato in un solo articolo le cronache delle due chiusure, in rigoroso ordine alfabetico. Chi vuole leggere di Andrea Orlando e del centrosinistra dovrà quindi scorrere la pagina per qualche istante. Chi vuole leggere di Marco Bucci, trova la cronaca qui sotto. Ma abbiamo anche raccontato, in separata sede, alcuni degli ultimi momenti di campagna dei due avversari, l’ex ministro Pd e il sindaco di Genova.

LA CHIUSURA DEL CENTRODESTRA AI MAGAZZINI DEL COTONE

Meloni non ha dubbi sul sindaco del fare: “Bucci è il migliore, l’Italia impari da lui” 

Sala gremita ai Magazzini del Cotone del Porto Antico dove il centrodestra ha celebrato in un unico evento la chiusura della campagna elettorale di Bucci e i due anni del governo Meloni. Presenti tutti i leader nazionali a partire dalla presidente del Consiglio, due anni dopo il comizio che precedette la riconferma del sindaco al secondo mandato.

Generico ottobre 2024

Era stata Meloni a fare la telefonata decisiva per convincerlo a candidarsi. E oggi è lei a celebrarlo con le parole più calorose: “Io non smetterò mai di ringraziarlo per avere accettato di mettere la stessa energia e determinazione che hanno fatto innamorare di lui i cittadini di Genova a disposizione dell’intera regione. So che non è stata una scelta leggera. Quello che Marco sta facendo per la sua città, la sua regione e la nazione intera è un grande insegnamento. Considero osceno che la salute di Marco Bucci sia stata utilizzata come elemento per attaccarlo. Tutti noi sappiamo che il punto non è mai quanto tempo abbiamo a disposizione, ma come usiamo quel tempo. Quelli che lo attaccano dovrebbero piuttosto imparare cosa sia l’onore e il coraggio di una persona del genere. Quindi siamo fieri di lui, vogliamo ringraziarlo e sappiamo che con Marco possiamo fare un lavoro straordinario”.

Salvini è l’unico dei leader nazionali a nominare esplicitamente Giovanni Toti: “Lo ripeto: se siamo qua è anche grazie alla visione di Giovanni Toti e nove anni di buon governo della Liguria. Non c’è niente da cancellare”. Poi ricorda un episodio in particolare: “A Begato promettemmo la riqualificazione di quelle case popolari. Ricordo i cittadini scettici, adesso se andate a Begato vedrete i cantieri aperti perché ci sono 60 case popolari per i genovesi che hanno bisogno”. E si concede una battuta: “Assegnatele in fretta prima che arrivi la Salis in zona”. Alla fine cita uno slogan di Trump: “Too big to rig, cioè troppo grande la vittoria per essere messa in discussione con trucchetti ai seggi. Quindi che nessuno rimanga a casa”.

Anche Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, mette in chiaro il punto: “Difendiamo il nostro voto anche quando si fa lo spoglio perché si rischia anche ai seggi. Sono molto ottimista ma la vittoria non è mai scontata. E non vogliamo che possa essere messa in discussione perché qualcuno fa il gioco delle tre carte o delle tre schede”. Quindi attacca la sinistra: “Bucci crede in quello che ha fatto. È una visione della vita e della società, della politica come servizio, di essere amministratore al servizio del popolo e non il popolo al servizio del partito per sistemare sempre gli altri, quelli che hanno sempre la solita tessera del solito sindacato. Basta con questo vecchio sistema, la Liguria non può tornare la regione dei clienti, di quelli che hanno la tessera di un solo sindacato e vanno a finire da tutte le parti. Guardiamo avanti, guardiamo al futuro con ottimismo”. E poi ancora, sulle opere, “Se si fosse costruita la Gronda magari il ponte Morandi non sarebbe caduto“.

Bucci ripercorre i punti principali della campagna elettorale e sottolinea: “È una scelta tra noi e loro: lasciate perdere chi vuole la Liguria nel passato, tornare al declino. Una buona regione non fa passi indietro”. E rivendica: “Io ci ho messo la faccia, non ero nella situazione ideale per farlo ma penso che sia il mio dovere come cittadino ligure, anche più degli altri”. Intervento accolto da lunghi applausi. Il maltempo è la principale preoccupazione: “Tutti noi dobbiamo convincere le persone che conosciamo, anche se piove. È nostro dovere partecipare”.

Poi foto di gruppo e selfie sul palco insieme all’esercito dei candidati. A fare da cornice la protesta di alcuni balneari che hanno brevemente contestato Giorgia Meloni: lei ha promesso di incontrarli. Per il resto solo bandiere, cori e sorrisi.

“Questo entusiasmo mi rende ottimista – commenta la premier – fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria, noi ci siamo trovati ad attraversare una situazione difficile e loro già pregustavano una vittoria schiacciante. Poi hanno dovuto tornare a fare i conti con la realtà. E la realtà è che il centrodestra in questi anni ha portato una bellissima stagione di sviluppo e rilancio e che i cittadini della Liguria si rendono conto che sarebbe un peccato interrompere quel lavoro”. Alle urne il verdetto.

LA CHIUSURA DEL CENTROSINISTRA AL POLITEAMA GENOVESE

Schlein: “E’ la volta buona”. Orlando emozionato, ai sostenitori: “Vi voglio bene”

“Vi voglio bene”. E’ un Andrea Orlando che non ci si aspetta quello che chiude la campagna elettorale per le regionali in Liguria. “Vi voglio bene – dice davanti a una platea di oltre 1200 persone all’interno del teatro Politeama, altre decine sono rimaste fuori – e sarà un privilegio rappresentarvi alla guida della Regione Liguria”. Parla per quasi un’ora, alternando battute e stilettate feroci agli avversari a toni più emozionati. Spesso guarda qualcuno in prima fila. Quel qualcuno è suo padre. Un pensionato ligure come ce ne sono tanti.

Generico ottobre 2024

Dopo 250 iniziative da un capo all’altro della Regione, tra piazze, tavoli, confronti, interventi, l’ex ministro del Pd ha lanciato l’ultimo appello al voto insieme a quello che ha definito “un campo che così largo non è mai stato fatto”. Più che in Sardegna, anche senza Italia Viva. Ma sul palco, con Andrea Orlando, non ci sono i leader dei partiti.

Enzo Maraio dei Socialisti, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra, Elena Bonetti di Azione (con Carlo Calenda in collegamento video), e poi Giuseppe Conte ed Elly Schlein sono intervenuti ma poi si sono seduti in platea. Sul palco, con Andrea Orlando, ci sono le volontarie e i volontari, giovani e meno giovani, che hanno contribuito a portare avanti la campagna elettorale. Sul palco anche alcune operatrici che traducono gli interventi nel linguaggio dei segni.

Gli Arcade Fire con Ready to Start e Volta la Carta di Fabrizio De André, la colonna sonora dell’evento, spostato da piazza Matteotti al chiuso del teatro che, fatalmente, è a due passi dal point di Marco Bucci. Un teatro che si riempie in fretta e infatti, durante il comizio Orlando uscirà fuori per salutare chi non è riuscito a entrare e sedersi. “Meglio così – dice a chi lo attende sotto la pioggia – perché vuol dire che siete tanti, vuol dire che ce la possiamo fare”.

Una maratona di oltre due ore iniziata da Benedetta Motta, “sono una giovane medica – racconta – che viene da un piccolo paesino della Liguria”, la quale, oltre a sottolineare il tema principale di questa tornata elettorale, la sanità, si occupa di chiamare sul palcoscenico i big della politica.

Tra i discorsi più potenti, l’applausometro premia Angelo Bonelli, dei Verdi, e Giuseppe Conte, in un momento non semplice per il M5s, ma anche Elly Schlein, la segretaria del Pd, che viene citata anche da Elena Bonetti, di Azione, che le esprime solidarietà per gli attacchi ricevuti dal centrodestra e dallo stesso Bucci in questa campagna elettorale.

Giuseppe Conte ha citato l’importanza di “cancellare il sistema Toti, un sistema marcio e malsano”, ha risposto a Antonio Tajani che dal palco del centrodestra, ai magazzini del cotone, ha detto che se ci fosse stata la gronda il ponte Morandi non sarebbe caduto: “Si devono vergognare – ha inveito Conte – il ponte è caduto perché Aspi non ha fatto manutenzione, e oggi si vantano del modello Genova quando siamo stati noi a finanziare il nuovo viadotto”

Da Angelo Bonelli l’invito a realizzare “l’infrastruttura più importante, la difesa del territorio dal rischio idrogeologico” e il no a opere inutili e dannose come “il rigassificatore e i depositi chimici a sampierdarena”, ma anche la volontà di “Fare della Liguria una regione di pace in tempi di riarmo”. Anche Fratoianni parla (anche) di pace e ricorda quando con Andrea Orlando si trovò a visitare il valico di Rafah per osservare da vicino la tragica situazione del conflitto in Medio Oriente.

Le cose belle sono quelle che facciamo insieme, e a vedervi penso che questa è la volta buona, questa volta la Liguria cambia”, ha detto Elly Schlein salendo sul palco, tra gli applausi. Anche lei ha replicato a una dichiarazione fatta dal palco del centrodestra: “Meloni ha detto che non sappiamo fare i conti, ma sono loro a dare i numeri sulla sanità pubblica, con Meloni la spesa pubblica in sanità rispetto al pil non ha fatto che scendere”.

La chiusura è tutta per Andrea Orlando, che si avvicina al microfono, senza giacca. Ringrazia le donne e gli operai che ha incontrato in queste settimane di lavoro sul territorio, punzecchia la giunta comunale su palasport e stadio: “Ormai sono diventati campioni di boomerang, non ho detto che non voglio che sia rifatto lo stadio Ferraris, ho detto che non voglio speculazioni come sono state fatte sul Waterfront e se vogliono farlo costruire agli stessi che hanno fatto il Palasport che stiano attenti alle misure delle porte” (il riferimento è al caso dei “30 centimetri” mancanti all’impianto della Foce per essere regolamentare rispetto alle gare internazionali di volley).

Orlando parla di sanità pubblica, perché sia accessibile a tutti “anche ai bambini con disabilità che oggi non possono curarsi”. Lancia un appello a imprenditori e lavoratori: “Costruiamo un progetto per fare di nuovo della Liguria una realtà industriale”. Promette una “legge contro il consumo del suolo” come prima azione una volta al governo. E infine invita i liguri al voto, a cambiare. “Contro chi vuole una Liguria e un’Italia gerarchica, bloccata, maschilista”. E ancora: “Le oligarchie non sono mai autoctone, sono manovrate da poteri sovranazionali, ecco io sono contento di non essere un uomo delle multinazionali come si vanta di essere Bucci”. “Cambiamo – conclude – facciamolo per noi e per i nostri figli, riprendiamoci la patria, un termine che ci hanno rubato, forza, ce la possiamo fare“.

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