Tensione alle stelle

Regionali, SoCrem invia ai suoi 16 mila soci una lettera con l’invito a non votare Bucci

Le lettere, inviate in queste ore, fanno riferimento allo scontro legato alla costruzione del nuovo tempio crematorio privato

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Genova. Per la prima volta nella sua lunga storia, la So.Crem, Società Genovese di Cremazione, fondata il 14 aprile 1897, eretta a Ente Morale con R.D. del 13 aprile 1902 per poi diventare Ente del Terzo Settore il 02 agosto 2022, dà un’indicazione di voto ai suoi 16.000 soci.

Lo fa con riferimento alla scelta dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Marco Bucci, “di autorizzare la costruzione di un nuovo inceneritore privato che mette a rischio la vita stessa della So.Crem e le varie attività sociali e culturali che vengono fatte e finanziate a favore di Genova. Di fronte alla candidatura dello stesso Bucci a presidente della Regione, So.Crem fa una scelta di campo frutto di una lunga riflessione. La scelta è definita in questi giorni sono in consegna le 16 mila lettere ad altrettanti soci e alle loro famiglie, con l’invito elettorale“.

Ecco di seguito il testo della lettera: “Con grande dispiacere dobbiamo informarLa che l’attuale Civica Amministrazione di Genova non intende rinnovare i rapporti contrattuali con So.crem, costringendo l’Ente a proseguire le attività in modo irregolare per non interrompere un pubblico servizio, e senza alcuna prospettiva di progettazione del prossimo futuro. Tutto è nato dalla decisione unilaterale del Sindaco Marco Bucci e della sua Giunta di costruire un secondo forno all’interno del Cimitero monumentale di Staglieno da affidare in gestione a imprese private a scopo di lucro, evidentemente a lui più “vicine”. Un secondo forno che non serve alla Città poiché, come ha dimostrato anche la pandemia Covid, quello esistente di So.Crem ha sempre provveduto al suo scopo senza alcuna mancanza”.

“Anzi, il recente Piano di programmazione regionale – uscito casualmente subito dopo l’autorizzazione del Comune al secondo forno – ha scritto chiaramente che l’impianto So.Crem è ottimale per tutta l’area metropolitana, ed è pure sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità. Si va dunque verso l’assurda coesistenza tra due forni nell’identico spazio cimiteriale: unico caso in tutta Italia dove nessuna Città, per ragioni ambientali e di salute pubblica, detiene due forni, a parte Firenze che ha motivazioni specifiche”.

“Da oltre un anno abbiamo invano sollecitato incontri, formulato proposte, cercato di avviare serie trattative.
Sia il sindaco Bucci, sia il vicesindaco Piciocchi hanno sempre disatteso ogni nostra richiesta prorogando con mille pretesti la possibilità di una definizione del problema. Riteniamo quindi doveroso metterLa al corrente dell’ultima proposta formulata da So.crem, alla quale gli attuali amministratori pubblici non hanno mai dato alcuna risposta concreta. So.crem Genova, in qualità di Ente del Terzo Settore, ha chiesto il rinnovo della concessione impegnandosi verso la Città e la Civica Amministrazione: a costruire nuovi forni che, avvalendosi di un programma di intelligenza artificiale, possono abbassare ai minimi termini l’emissione di gas nocivi (attualmente già ben al di sotto dei parametri di legge) e recuperare l’energia per illuminare le tombe senza costi aggiuntivi; a costruire una nuova Sala del commiato per le ritualità funebri sia laiche, sia religiose; ad assumere quattro persone in condizione di fragilità per servizi di manutenzione del cimitero, per il pet-sitteraggio di chi vuole visitare i propri defunti e non sa a chi lasciare il proprio animale, per la cura degli spazi comuni, per l’accompagnamento negli spazi cimiteriali delle persone anziane; a riconoscere al Comune una percentuale pari al 16% dei ricavi delle cremazioni da investire in progetti sociali concordati”.

“Il tutto – sempre e soltanto – senza lo scopo di lucro che contraddistingue So.Crem come odierno Ente del Terzo Settore, e ancor prima nei 120 anni della sua storia di Ente Morale riconosciuto. È diventata di pubblico dominio la filosofia che persegue l’attuale amministrazione comunale di favorire il “libero mercato” e la concorrenza tra operatori, come se la cremazione dei nostri Cari fosse un’attività commerciale qualsiasi: un’impostazione che non possiamo accettare perché contraria al nostro statuto e ai nostri valori”.

“Da oltre 120 anni crediamo invece che la cremazione sia una pratica ETICA di destinazione delle salme e non un prodotto da affidare al Mercato, sempre che si possa definire “competizione” il divario esistente fra un Ente del Terzo settore (So.crem) che concilia cremazione e servizi sociali, le cui tariffe sono imposte dal Ministero dell’Interno ed applicate dal Comune, ed una azienda guidata dalla libera iniziativa economica privata, certamente motivata da logiche di guadagno con il recupero di salme/clienti in ogni dove. Insieme ad altre autorevoli voci della nostra Città, ribadiamo che il Cimitero monumentale di Staglieno appartiene ai Genovesi e rappresenta la memoria storica e collettiva del nostro territorio. E’ un luogo sacro, di straordinaria umanità, che in questa epoca di frammentazione delle reti sociali e di solitudine, occorre proteggere, sottraendolo agli interessi di singoli, alle spinte imprenditoriali, alle privatizzazioni striscianti, con contrattualistiche che non rispettano la storia, i sentimenti religiosi, le persone e le loro memorie. Per tutte queste ragioni, La invitiamo a riflettere sul senso più profondo di questa comunicazione e valutare attentamente la scelta – anche nell’imminente momento elettorale – tra CHI, come Marco Bucci, si muove per pregiudicare So.Crem con la scusa della concorrenza, e CHI pubblicamente ha espresso la contrarietà al secondo forno con argomentazioni etiche, ambientali e pure giuridiche del tutto condivisibili. È un momento importante, abbiamo bisogno anche del Suo aiuto. Grazie”.

La replica della giunta comunale: “Invasione di campo profondamente scorretta”

A So.Crem ha risposto, martedì pomeriggio, la giunta comunale, che in una nota congiunta ha definito l’appello elettorale “un’invasione di campo profondamente scorretta, in primis verso i soci della stessa Socrem, e che si fonda su un’evidente falsità. Nel loro appello a non votare il sindaco candidato alla presidenza di Regione Liguria, infatti, i responsabili di Socrem hanno premesso che ‘la Civica Amministrazione di Genova non intende rinnovare i rapporti contrattuali con la Socrem’. In realtà, in considerazione del fatto che la Socrem ha beneficiato per oltre 100 anni di una concessione di perpetua e che tale concessione dall’anno 2020, per espressa disposizione del Consiglio di Stato, non può più considerarsi in vigore, la Socrem non ha fatto assolutamente nulla fino ad oggi per regolarizzare la propria posizione”.

“Questo è avvenuto nonostante i reiterati inviti del Comune alla presentazione di una proposta di project financing, corredato da un nuovo piano di investimenti, azione che avrebbe potuto sanare la situazione – prosegue la giunta – In altre parole, l’attuale condizione di gestione senza titolo del crematorio da parte di Socrem è esclusivamente da imputarsi all’inerzia della società stessa che, senza averne alcun diritto legale, pretende evidentemente di gestire la propria attività in regime di monopolio. Il Comune di Genova manifesta nei confronti della Socrem lo stesso rispetto che, in posizione di terzietà ed equidistanza, riserva a tutti gli operatori economici che decidono di investire sul proprio territorio. Ricordiamo alla Socrem che il Comune non ha alcuna possibilità di derogare al rispetto delle regole che soprassiedono alla gestione degli assests pubblici e la invitiamo perciò a presentare al più presto una proposta di investimento adeguata al fine di ottenere il rinnovo della concessione. L’iniziativa elettorale lanciata oggi da Socrem non è purtroppo la prima delle trovate mediatiche, senza fondamento formale e legale, che i responsabili hanno pensato in questi mesi per gettare ombre sull’operato di questa amministrazione e scaricare le proprie responsabilità di assoluta inerzia. Dell’iniziativa di oggi i responsabili della Socrem dovranno rispondere di fronte all’Autorità giudiziaria. Siamo certi che i soci della Socrem sapranno valutare criticamente questa grave, e non unica, caduta di stile che ci ha imposto questa replica per ripristinare la verità dei fatti e l’atteggiamento sempre collaborativo con chi fa impresa della nostra amministrazione”.

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