La querelle

Regionali, Orlando attacca sul Watefront: “Era fiore all’occhiello, poi abbiamo scoperto che il Palasport è inadatto”

Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria entra nel merito della polemica scoppiata dopo le dichiarazioni del presidente Fitp Liguria Andrea Fossati

palasport

Genova. “Il Waterfront era il fiore all’occhiello dell’amministrazione Bucci, poi abbiamo scoperto che quel Palasport, comprato dai privati a 14 milioni di euro è stato riacquistato, solo la parte sportiva, per 23 milioni di euro da parte dell’amministrazione comunale e nel frattempo la parte commerciale deve ancora essere venduta e la superficie del supermercato, invece, è già stata venduta”.

Così il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, entra nel merito della polemica sul Palasport, scoppiata dopo le dichiarazioni del presidente Fitp Liguria Andrea Fossati sulla presunta non adeguatezza della nuova struttura alle gare ufficiali di pallavolo.

Presente domenica a una iniziativa pubblica ad Arenzano con la segretaria del Pd Elly Schlein, Orlando ha ricordato che “il presidente della Federazione della pallavolo ha spiegato che in questo capolavoro che è stato realizzato mancano 30 centimetri e che non si possono fare le partite di campionato di pallavolo perchè l’altezza non è regolamentare. Ora, alla stessa società che ha realizzato questo capolavoro gli si vuol far gestire lo stadio di Genova. A questo punto dico, si faccia attenzione che le misure delle porte siano quelle giuste, altrimenti lì si potrà giocare solo una partita tra scapoli e ammogliati. Anzi no, gli scapoli no, perché Bucci li vuole buttare fuori dalla Liguria”.

A Orlando ha fatto eco il segretario del Pd genovese Simone D’Angelo, che ha chiamato in causa “il sindaco Bucci e il suo vice Piciocchi” che “non hanno ancora spiegato per quale interesse pubblico sia stata modificata la convenzione originaria tra il Comune di Genova e l’impresa Cds che avrebbe dovuto garantire l’uso pubblico del Palasport invece di rivenderlo all’amministrazione comunale per 23 milioni di euro, a fronte dell’acquisto iniziale di tutta l’area del Waterfront per 14 milioni. Perché il Comune di Genova ha deciso di riacquistare il Palasport? Perche prima di riacquistarlo il Comune non ha verificato che fosse omologato per le competizioni nazionali internazionali? Perché nessuno ha vigilato sui lavori della struttura evitando che la costruzione dei parcheggi sotterranei ne limitasse le dimensioni interne?”.

“Perché Bucci non ha smentito che il Comune si sia impegnato a prendere in affitto per 16 anni due piani del costruendo edificio della fabbrica delle idee? – conclude D’Angelo – Bucci e Piciocchi continuano a scappare da queste domande. Chi si candida a governare la Regione ha il dovere di rispondere ai genovesi e ai liguri”.

Nei giorni scorsi Bucci era intervenuto sul tema Palasport chiarendo che “non esiste alcun problema di altezza perché i 12 metri si raggiungono senza alcun problema, basta togliere i fari dal cono vincolato dalla soprintendenza. In questo modo tutte le gare sono possibili nell’impianto”.

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