Il quadro

Regionali, com’è cambiato il voto in Liguria: centrodestra vince con 92 mila voti di meno, Pd primo partito

Numeri a confronto con le regionali del 2020 e le scorse elezioni europee: a destra si vince perdendo voti, a sinistra si perde guadagnandone. Con alcune eccezioni

bucci palazzo regione

Genova. Terminata la lunga maratona elettorale, arriva il momento di fare conti e confronti, soprattutto alla luce di un risultato rimasto in bilico quasi fino all’ultimo e che restituisce una distribuzione dei voti molto diversa rispetto alle scorse regionali del 2020 e con qualche novità rispetto alle più recenti europee dello scorso maggio. Se il centrodestra ha vinto, infatti, è lontana la stra-vittoria della stessa coalizione nelle elezioni di quattro anni fa, mentre il centrosinistra migliora sì la sua performance, ma nei partiti dell’area progressista solo il Pd può addolcire la sconfitta con una crescita delle preferenze.

Il convitato di pietra è chiaramente il dato sull’astensione che certifica un ulteriore arretramento dell’interesse politico o alle logiche di rappresentanza democratica da parte dell’elettorato. Nel 2020 andò a votare il 53,2% degli aventi diritto, cioè circa 716 mila persone, in questa tornata elettorale l’affluenza si è fermata al 45,9%, vale a dire sotto la soglia della maggioranza assoluta- un dato che già di per sé è significativo e che testimonia l’erosione della forza rappresentativa delle istituzioni – e che tradotto in termini assoluti significa che in questi anni si sono persi i voti di 93 mila liguri, vale a dire circa il 7% degli aventi diritti. Un numero consistente, e che sarebbe potuto essere decisivo.

Guardando invece ai voti espressi, il primo dato che salta all’occhio è la differenza tra le preferenze raccolte dal vincitore di questa tornata, Marco Bucci, e il suo predecessore, Giovanni Toti: nel 2020 l’ex governatore prese oltre 383 mila voti, mentre il neo governatore si è fermato a poco più di 291 mila. Una differenza di 92 mila preferenze che è sicuramente  un dato non indifferente e che obbliga ad uno scorporo ulteriore dei dati. Il primo partito della coalizione è Fratelli d’Italia che passa dai 68 mila voti raccolti nel 2020 agli 84mila di questa tornata, con una crescita di 5 punti percentuali. Il dato, positivo per il partito di Giorgia Meloni, però deve fare i conti con il confronto con le scorse europee dove le preferenze in Liguria furono oltre 167mila, vale a dire praticamente il doppio, con una perdita di 11 punti percentuali sul totale dei voti espressi dai liguri.

Un confronto, quello con le votazioni europee, che deve tenere conto di tante differenze, su tutte la mancanza, per l’elezione del Parlamento Europeo, delle liste dei candidati presidenti e delle liste civiche che abbiamo visto essere determinanti per gli esiti del voto regionale. Il confronto con i risultati dello scorso maggio, però, restituiscono un dato in più per tracciare un bilancio del quadro politico attuale.

La Lega registra praticamente un dimezzamento dei voti, passando dai 107 mila deil 2020 ai 47 mila di ieri, con una perdita netta di oltre 9 punti percentuali sui voti espressi. Una discesa che era stata anticipata alle europee, dove le preferenze raccolte in Liguria furono poco sopra le 55 mila.

Ambivalente il dato di Forza Italia, che ha totalizzato poco più di 44 mila voti, in crescita rispetto ai 33 mila del 2020 mentre deve segnare una discesa nei consensi rispetto alle europee dello scorso maggio, dove, insieme a Noi Moderati, prese 52 mila voti. Nel primo caso quindi registra una crescita di circa 2 punti percentuali, mentre nel secondo caso il calo di circa un punto e mezzo.

In questo contesto, però, vanno aggiunte le liste dei candidati presidenti, che per le regionali portano un valore aggiunto considerevole: nel 2020 la lista di Giovanni Toti dominò con oltre 141 mila preferenze, mentre per quanto riguarda Marco Bucci i voti si sono fermati a 53 mila. In termini percentuali il confronto è tra il 22,6% di Toti e il 9,5 di Bucci, con una scarto in termini assoluti che sfiora i 90 mila voti.

Andando al centrosinistra il primo dato ad emergere è nuovamente il totale della coalizione che perde il confronto elettorale ma guadagna dei consensi in termini assoluti: nel 2020, con il candidato Ferruccio Sansa, totalizzò poco più di 265mila voti mentre con Andrea Orlano le preferenze raccolte sono state 282 mila, vale a dire un aumento di 17 mila voti.

A trainare questa dato, la crescita del Partito Democratico che torna ad essere il primo partito della Liguria con 160 mila preferenze, pari al 28,4%, in netta crescita rispetto alle 124 mila del 2020 e che fanno registrare un aumento dei consensi di 9 punti percentuali. Una crescita però non confermata rispetto alle europee dove – sempre mutatis mutandis – avevano fatto registrare 164 mila preferenze che però valevano il 26% del totale dei voti espressi. Alle europee, però, non correva la lista di Orlando, esso stesso del Partito Democratico, che in questa tornata ha raccolto 29mila voti con la sua lista.

Continua invece il calo del M5s, che ha praticamente dimezzato i voti passando dai 48 mila del 2020 ai 25 mila di questa tornata elettorale, dopo una leggera crescita nelle scorse europee quando i pentastellati registrarono 63 mila preferenze. Un dato, questo però, che rende la discesa di questa ultima votazione ancora più marcata.

Discorso a parte va fatto con Avs, vale a dire l’alleanza Verdi e Sinistra Italia, che in questa tornata elettorale si è unita alla Lista Sansa, Possibile e Europa Verde. La formazione politica ha totalizzato 34mila voti, in netto calo rispetto alle europee di maggio quando registrarono 48 mila voti. Rispetto alle regionali del 2020, però il confronto è più complicato visto che non compariva questo simbolo, mentre alcune formazioni che oggi la compongono erano in corsa: parliamo appunto di Lista Sansa, la lista dell’allora candidato, che totalizzò 44 mila voti, mentre Europa Verde 9 mila e Linea Condivisa 15 mila. Circa 70 mila voti che in questa tornata elettorale sono andati in parte alle liste civiche, come quella di Orlando Presidente che presentava diversi candidati d’area, 29 mila preferenze, e Liguri a Testa Alta, 9 mila preferenze. Facendo un confronto necessariamente fluido, quindi, quest’area politica si è attestata nuovamente sui 70 mila voti, guadagnando qualche vot, arrivando a pesare circa il 13 % sui voti espressi rispetto a poco più del 10 % del 2020.

Un ultimo confronto, seppur limitato, va fatto con Azione, l’esperienza riformista della coalizione, che ha corso per le europee a maggio, raccogliendo 22 mila voti, mentre nelle ultime regionali ha fatto registrare solo quasi 10 mila preferenze.

 

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