Il tema

Regionali, in campagna elettorale la politica si “scopre” animalista tra promesse e stoccate bipartisan

Il candidato di centrodestra Bucci accusa il rivale di centrosinistra di non includere il benessere animale nel programma, ma viene rimbeccato dalle associazioni. Orlando, dal canto suo, finisce nel mirino del Partito Animalista Italiano

cane gatto
Foto noelle su Unsplash

Genova. Gli animali finiscono al centro di uno tra i più accesi dibattiti dell’intensa campagna elettorale che i prossimi 27 e 28 ottobre porteranno i liguri alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e i nuovi consiglieri regionali.

In un’epoca in cui sono sempre di più le persone che accolgono cani, gatti e altri animali in famiglia considerandoli membri del nucleo a tutti gli effetti, e in cui la sensibilità sul benessere animale è in costante crescita, il tema è (ovviamente) oggetto di promesse e stoccate. Che arrivano “bipartisan”, e non soltanto nell’ecosistema politico, dimostrando come il rischio di inciampare in una sorta di “animal washing” sia concreto.

Sono di qualche giorno fa le dichiarazioni del candidato del centrodestra Marco Bucci, che nel presentare le proposte dedicate agli animali d’affezione (definiti “liguri a quattro zampe“) inserite nel programma ha attaccato l’avversario Andrea Orlando, candidato del centrosinistra, ipotizzando che “per lui evidentemente non sono così importanti, tanto che l’unica mezza riga in cui, incidentalmente li nomina, è per dire che intende dare centralità alle associazioni per la tutela e il benessere degli animali che operano sul territorio, ristabilendone la partecipazione all’Osservatorio regionale”.

A Bucci aveva risposto non il diretto interessato ma, per lui, il segretario metropolitano del Pd e capolista alle regionali, Simone D’Angelo, sottolineando come il tema sia invece presente e illustrato con dovizia di particolari nel programma e parlando di “stupore e imbarazzo”. Ed ecco tornare d’attualità alcune affermazioni attribuite a Bucci e risalenti al 2019: stando a quanto riportato da alcuni quotidiani all’epoca il candidato del centrodestra avrebbe parlato di “chiudere i gattini appena nati in sacchetti di plastica per affogarli” e di “uccidere le madri infilzandole con le stecche degli ombrelli”.

Di queste dichiarazioni, sempre smentite da Bucci e definite come decontestualizzate, non vi è traccia audio né video (né, a oggi, testimonianza diretta), e il campaing manager del candidato di centrodestra, Gianni Vassallo, ha chiarito che “Bucci raccontò in una giunta di qualche anno fa di tristi ricordi giovanili quando non era inusuale assistere a sevizie di animali da parte di suoi coetanei, sottolineando la crudeltà, la stupidità e l’infamità di quel gesto. Immagino che i presenti a quella riunione, assessori e funzionari comunali, possano ricordare ed essere testimoni di quello che è successo”.

Critiche all’attuale sindaco sono però arrivate anche dagli attivisti per i diritti animali. A farsene portavoce Piera Sommovigo, presidente dell’Associazione Amici del Cane: Guido da tre anni un’associazione che gestisce un canile/gattile sulle alture di Sestri Ponente, fondato da Rina Govi, la moglie del famoso commediografo genovese – scrive a Genova24 – Ne sono la presidente e legale rappresentante e lavoro insieme ad altri sei consiglieri, ai nostri dipendenti, agli educatori ed ai volontari, per accogliere ed assicurare una casa ed un futuro a cani e gatti rinvenuti vaganti e/o abbandonati nei territori dei Comuni convenzionati. Siamo autonomi, o meglio proviamo ad esserlo grazie all’aiuto di benefattori e di tutti, solo una volta ci siamo rivolti al Comune e quella volta siamo stati completamente ignorati”.

“Prima di parlare di animali invito il sindaco a riflettere e a informarsi – prosegue Sommovigo – gli animali non si curano e assistono solo in campagna elettorale, non ci si ricorda di loro solo quando fa comodo. Aiutare gli animali non è solo dare loro un pasto, una cuccia e delle cure, aiutare gli animali è sostenere le associazioni che, con grande fatica e impegno, se ne occupano tutti i giorni, indipendentemente dalle campagne elettorali e dalle promesse”.

Le contestazioni si estendono però anche al candidato di centrosinistra, Andrea Orlando, cui si è rivolto Francesco Greco, rappresentante del Partito Animalista Italiano in Liguria: “La coalizione di centrosinistra che sostiene Andrea Orlando ha deciso di non includere il Partito Animalista Italiano nella sua alleanza – ha fatto sapere Grego – Inutile dire che per noi sarebbe stato impossibile candidarci in una coalizione con il centrodestra, che sostiene il candidato Marco Bucci che, durante i due mandati di Giovanni Toti, ha approvato leggi a favore della caccia e, più in generale, contro gli animali. Alcune anche molto crudeli, ad esempio quella che consente la caccia con arco e frecce. Il nostro impegno per la tutela degli animali e per la promozione di politiche sostenibili è sempre stato allineato con i principi di giustizia sociale e rispetto per l’ambiente. Credo fermamente che la nostra voce e il nostro operato avrebbero potuto arricchire il dialogo politico e contribuire a una visione più ampia e inclusiva per il futuro della nostra regione”.

Proprio la sezione ligure del Partito Animalista Italiano ha stilato una serie di proposte da sottoporre ai candidati alla presidenza della Regione, e al futuro presidente, per la tutela degli animali d’affezione e anche dei selvatici. Nell’elenco figurano un piano di gestione della fauna selvatica, una riforma della polizia regionale, l’abolizione della legge che consente la caccia con arco e frecce e un apposito regolamento dedicato agli spazi per i cani, oltre all’approvazione di una legge regionale che vieti i circhi con animali.

Il tema è insomma tanto sentito quanto delicato, oltre che di estrema attualità. Restano però alcuni punti fermi, a poco più di 10 giorni dalla tornata elettorale: la Liguria, a differenza della stragrande maggioranza delle regioni italiane, non ha ancora una legge che vieti di tenere i cani a catena (mentre ne ha adottata una per consentire la caccia con arco e frecce, come ricordato dal Partito Animalista); il canile municipale più grande della regione, quello di Monte Contessa a Genova, è in estrema sofferenza e bisognoso di investimenti per rispondere alle esigenze del territorio e degli animali; la stragrande maggioranza dei soccorsi di selvatici (e non solo) è affidata alle associazioni e al volontariato, Enpa in primis. Il Comune di Genova, intanto, è pronto a presentare la nuova campagna di sensibilizzazione anti abbandono degli animali di affezione.

 

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