Genova. È partita la resa dei conti nell’ex campo largo appena uscito dalla sconfitta elettorale in Liguria. Sconfitta che molti attribuiscono al veto posto dal Movimento 5 Stelle sulla partecipazione di Italia Viva alla coalizione che ha sostenuto Andrea Orlando – un ragionamento facilitato dallo scarto esiguo che ha diviso i due sfidanti, poco più di 8.400 voti – ma anche alla guerra interna Conte-Grillo come ha sottolineato ieri Stefano Giordano, unico a rimediare un seggio in Consiglio regionale.
Matteo Renzi l’ha detto subito fuori dai denti: “Oggi ha perso soprattutto chi concepisce la politica come uno scontro personale, come un insieme di antipatie e vendetta. Ha perso chi mette i veti. Ha perso chi non si preoccupa di vincere ma vuole solo escludere e odiare. Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva“. E ancora: “Solo le mie preferenze personali delle europee sarebbero bastate a cambiare l’esito della sfida, solo quelle. Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta. Senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi. Vedremo se qualcuno vorrà far tesoro di questa lezione”.
Il giorno dopo ha rincarato la dose Maria Elena Boschi: “La sconfitta di Andrea Orlando è solo colpa di Giuseppe Conte. È finita per un pugno di voti. Ma se vogliamo fare i conti, alle europee la nostra lista ha preso 23.400 preferenze, Matteo Renzi ha preso 6.500 preferenze e Raffaella Paita oltre 4mila. Con Italia viva in coalizione il centrosinistra avrebbe vinto e oggi Meloni dovrebbe spiegare una sconfitta molto amara. Invece il veto di Conte ha regalato la Liguria alla destra”. Dopo l’esito in Liguria “spero solo che finalmente si capisca l’antifona. Senza il centro, cioè senza Italia viva, non si vince”.
“Mi assumo sempre le responsabilità, ci mancherebbe”, ha risposto oggi Giuseppe Conte. E ai cronisti che chiedono se questo sia il peggiore risultato della storia del M5s (sotto il 5% in Liguria), Conte risponde: “Ma che dice? Purtroppo siamo abituati a risultati non assolutamente soddisfacenti e anche molto deludenti sui territori, ne siamo consapevoli. Infatti per questo stiamo facendo un’assemblea costituente e non c’è assolutamente nessuna sottovalutazione su quello che è la nostra capacità, in particolare nelle elezioni amministrative, di avere delle liste competitive e di riuscire a coinvolgere il nostro potenziale elettorato. C’è un’astensionismo fortissimo che in Liguria ha raggiunto dei massimi storici”, ha aggiunto. E infine, replicando a Renzi: “Da dove lo ha detto, da Riad?”.
“Fin troppo facili i commenti di Renzi il giorno dopo – afferma Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana -. Vorrei ricordare sommessamente che la politica non si basa su somme algebriche. La politica ha a che fare con la credibilità di una proposta politica. Innanzitutto Andrea Orlando ha fatto una straordinaria campagna elettorale, e lo ringraziamo molto per questo. Credo che questo continuo richiamo al centro sia un po’ fuori sincrono, non perché non serva un centro, ma il punto è che anche quando c’è fa fatica ad avere risultati, e si fatichi a misurarsi con i dati di realtà e con i numeri. Forse c’è un problema in quell’area politica, e non mi pare che Renzi sia il più titolato ad immaginare di risolverlo questo problema, visto che è uno dei protagonisti della crisi di quell’area politica. Forse questo dovrebbero ricordarselo tutti”.