Dibattito

Regionali, l’outsider Rollando fa uscire allo scoperto Orlando e Bucci sui centri sociali

Bucci: "Abbiamo trovato una soluzione per lo Zapata e stiamo dialogando con il Buridda", Orlando: "I centri sociali non vanno sgomberati senza prima avere pronta un'alternativa"

buridda striscione

Genova. A meno di due settimane dalla fine della campagna elettorale per le Regionali in Liguria, ci voleva il candidato della sinistra – Nicola Rollando, portabandiera di Per l’Alternativa, – a sollevare un tema come quello della sopravvivenza dei centri sociali. Rollando, durante il confronto tra candidati presidente organizzato da Telenord, ha giocato il suo jolly, la domanda agli altri avversari, chiedendo ad Andrea Orlando e Marco Bucci, candidati del centrosinistra e del centrodestra, le rispettive posizioni sull’argomento.

Rollando, che ha definito “repressivo” e “poliziesco” l’atteggiamento fino a qui dimostrato nei confronti di realtà come lo Zapata, il Buridda e il Terra di Nessuno – tutti centri sociali genovesi sfrattati più o meno recentemente, e in circostanze diverse tra loro – e ha sottolineato l’importanza di queste realtà come punto di riferimento sociale e culturale per la popolazione più giovane.

Pochi secondi a disposizione per rispondere, il primo a farlo è stato Marco Bucci che ha dichiarato: “Innanzitutto la chiusura di un centro sociale la fa il prefetto o il questore, non il sindaco, per quanto riguarda lo Zapata, come sapete, abbiamo trovato ai ragazzi un’altra collocazione, li abbiamo fatti trasformare in associazione in modo da portare avanti le loro attività nella legalità, la stessa cosa la stiamo facendo con il Buridda, è in atto una negoziazione, e anche in quel caso faremo in modo che diventi associazione”.

Il riferimento di Bucci è alla vicenda del trasloco forzato dello Zapata dai Magazzini del Sale di via Sampierdarena per consentire la partenza dei lavori del Pnrr. Dopo una lunga trattativa il collettivo che gestisce lo Zapata ha acconsentito, non senza una lunga discussione interna, ad adottare uno statuto associativo e ha visto l’assegnazione di alcuni spazi, al momento in via temporanea, nel palazzo della Fortezza, recentemente ristrutturato.

Altro discorso è quello relativo al Buridda, sfrattato dall’ex Magistero di corso Montegrappa dove l’Università di Genova ha intenzione di realizzare – sempre con fondi Pnrr – uno studentato. La negoziazione a cui ha fatto riferimento Bucci, a quanto risulta, è ancora in fase molto embrionale perché le soluzioni alternative al Magistero proposte finora (ad esempio, un locale nell’ex Albergo dei Poveri) non hanno incontrato le aspettative del centro sociale.

A titolo di cronaca, ricordiamo che il Terra di Nessuno, invece, è stato sfrattato dalla palazzina di via Bartolomeo Bianco nell’ambito del progetto della nuova isola ecologica di Amiu. Più volte ri-occupato, l’edificio, è stato demolito solo in tempi recenti. A oggi non esiste alcun progetto di ricostituzione per il Tdn né è mai partito un dialogo tra il centro sociale e l’amministrazione.

Posizione meno “scomoda” quella dalla quale ha potuto rispondere Andrea Orlando, candidato del centrosinistra e del M5s, anche se la storia assegna a una giunta comunale di centrosinistra – sindaco Marco Doria – il primo sgombero del Buridda dall’allora sede di via Bertani, ex facoltà di Economia, tutt’oggi abbandonata e inutilizzata.

“I centri sociali sono un luogo di creatività importante – ha risposto Orlando – che spesso hanno saputo dare risposte alle esigenze dei giovani che le istituzioni non sono state in grado di dare, io penso che il ruolo dei centri sociali vada salvaguardato, sempre nell’ambito di un procedimento che conduca alla legalità, soprattutto penso che i centri sociali non si dovrebbero chiudere senza trovare prima soluzioni alternative perché spesso quando poi si riaprono risultano ormai fortemente depotenziati“.

All’interno del confronto dei candidati il “radicale” Rollando ha avuto anche occasione di punzecchiare gli altri aspiranti governatori su un altro tema, quello della Cultura.

Partendo dal presupposto che nessuno dei nove politici presenti ha sminuito l’importanza della cultura e che tutti hanno sostanzialmente sposato l’idea della necessità di un assessore dedicato (tranne Marco Ferrando, Partito Comunista dei Lavoratori, che ha detto che più che un assessore servono finanziamenti), Rollando ha fatto presente che solo Per l’Alternativa ha risposto e aderito all’appello lanciato dal sistema regionale delle biblioteche: “Gli altri si riempiono la bocca ma poi nel concreto non ascoltato le esigenze del sistema cultura”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.