Il programma

Porto di Genova, la ricetta di Indipendenza: “Con il rientro nella Via della Seta 10mila posti di lavoro”

Rosson: "Siamo in attesa dei risultati, che dovevano essere presentati il 22 settembre, e della nomina del nuovo Presidente dell'Autorità Portuale. Solo con chiarezza e riforme attrarremo nuovi investitori"

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Genova. Si è tenuta ieri, presso il Circolo ricreativo CAP di Genova, la conferenza stampa dal titolo “Il Porto di Genova Tradito”, organizzata dal Movimento Indipendenza. L’incontro ha visto la partecipazione di Gianni Alemanno, Segretario nazionale del Movimento, Michele Geraci, professore alla New York University di Shanghai e responsabile esteri del Movimento, e Alessandro Rosson, candidato alla Presidenza della Regione Liguria. Durante l’evento, i relatori hanno discusso le conseguenze dell’abbandono dell’accordo della Via della Seta da parte del governo Meloni e la gestione delle concessioni demaniali del porto.

“Stimiamo che il ritorno nella Via della Seta possa portare il traffico di container a circa 5 milioni, con la creazione di 5.000 fino a 10.000 nuovi posti di lavoro”, ha dichiarato Gianni Alemanno. Gli esempi del porto del Pireo e di Vado Ligure, che hanno visto aumentare il traffico grazie agli investimenti cinesi, sono stati citati come modelli di successo che Genova potrebbe emulare.

I partecipanti hanno inoltre sottolineato l’importanza di trasparenza sui risultati della Commissione ministeriale sulle concessioni demaniali del Porto di Genova. “Siamo in attesa dei risultati, che dovevano essere presentati il 22 settembre, e della nomina del nuovo Presidente dell’Autorità Portuale. Solo con chiarezza e riforme attrarremo nuovi investitori”, ha affermato Alessandro Rosson.

Michele Geraci, nel suo intervento, ha evidenziato come l’uscita dalla Via della Seta abbia favorito altri porti europei. “Se non agiamo rapidamente, le merci continueranno a essere dirette verso altri scali europei, portando ricchezza e occupazione fuori dall’Italia”, ha concluso.

Il Movimento Indipendenza ha ribadito la richiesta di rientrare nell’accordo della Via della Seta, sottolineando i vantaggi economici e strategici per il porto di Genova e la Liguria.

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