In una prima stesura dell’articolo le dichiarazioni sul Palasport erano state erroneamente attribuite al presidente Fitp Liguria Andrea Fossati, quando il riferimento è invece alle parole del presidente della Fipav Giuseppe Manfredi. Ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati.
Genova. “Non esiste alcun problema di altezza perché i 12 metri si raggiungono senza alcun problema basta togliere i fari dal cono vincolato dalla soprintendenza. In questo modo tutte le gare sono possibili nell’impianto”.
Con queste parole il sindaco di Genova Marco Bucci chiude le polemiche sorte in questi giorni dopo le dichiarazioni del presidente della Fipav Giuseppe Manfredi sulla presunta non adeguatezza del nuovo palasport alle gare ufficiali di pallavolo. “Sono solo polemiche strumentali a 10 giorni dal voto” ha poi concluso Bucci.
Nel frattempo la Fitp Liguria ha divulgato un comunicato stampa che chiarisce la vicenda: “Alla luce degli approfondimenti tecnici emersi nelle ultime ore e come dichiarato dall’AD di Cds Moretti (altezza dell’Oculum a 12,70 e la struttura aggiuntiva movimentabile a 12 metri), l’impianto è omologabile per qualsiasi evento internazionale della nostra Federazione. La nostra Federazione esprime grande soddisfazione per il Palasport di Genova, una struttura che da troppi anni mancava alla nostra città e che non vediamo l’ora sia inaugurato e a disposizione del mondo sportivo genovese”.
Sulla questione è intervenuto anche Simone D’Angelo, segretario metropolitano Pd Genova: “Il sindaco Bucci e il suo vice Piciocchi non hanno ancora spiegato per quale interesse pubblico sia stata modificata la convenzione originaria tra il Comune di Genova e l’impresa Cds che avrebbe dovuto garantire l’uso pubblico del Palasport invece di rivenderlo all’amministrazione comunale per 23 milioni di euro, a fronte dell’acquisto iniziale di tutta l’area del Waterfront per 14 milioni”.
“Perché il Comune di Genova ha deciso di riacquistare il Palasport? – chiede D’Angelo – Perché prima di riacquistarlo il Comune non ha verificato che fosse omologato per le competizioni nazionali internazionali? Perché nessuno ha vigilato sui lavori della struttura evitando che la costruzione dei parcheggi sotterranei ne limitasse le dimensioni interne? Perché Bucci non ha smentito che il Comune si sia impegnato a prendere in affitto per 16 anni due piani del costruendo edificio della fabbrica delle idee? Bucci e Piciocchi continuano a scappare da queste domande. Chi si candida a governare la Regione ha il dovere di rispondere ai genovesi e ai liguri”.