Genova. La pm Daniela Pischetola ha chiesto l’ergastolo per Tito e Bob i due barbieri egiziani imputati per l’omicidio del giovane Mahmoud Abdalla, il 19enne ucciso e decapitato a Sestri ponente perché voleva lasciare il lavoro e denunciare i titolari del negozio perché veniva sfruttato.
In circa due ore di requisitoria la Procura ha ricostruito i fatti e le indagini successive al terribile delitto che avevano portato i carabinieri ad arrestare nel giro di pochi giorni i datori di lavoro: “Filmati, tabulati, celle telefoniche, posizioni di cellulari, testimonianze di terzi, accertamenti scientifici, dattiloscopici e medico legali. Questi sono i dati oggettivi – ha detto la pm – a cui si contrappongono le versioni fornite dai due imputati”.
I due imputati, anche nel corso del processo hanno dato versioni contrapposte circa la dinamica dell’omicidio scaricandosi le responsabilità a vicenda. “In questa stanza c’erano solo loro e la vittima – ha ricordato la pm – e io non sono riuscita a individuare tra le due versioni se ce ‘è una vera perché entrambi mentono”.
Ma per la Procura il concorso è evidente: “Vi è una totale e costante sintonia che non può che esserci stata anche al momento dell’omicidio, una comunanza di intenti e di avversione verso Mahmoud così come una comunanza di atteggiamenti aggressivi verso la parte offesa e anche verso terzi e una compartecipazione totale in tutte le fasi precedenti e successive al delitto”.
Il movente per l’accusa è chiaro: “Imporre il controllo sul gruppo di connazionali da loro gestito. Hanno ucciso Mahmoud per mostrare anche agli altri che non potevano andare a lavorare per la concorrenza”.
La pm, prima delle richieste si è soffermata sulla figura di Mahmoud “un ragazzino giovane, molto aperto e benvoluto, con un grande talento che semplicemente rivendicava di essere pagato, che diceva a tutti quello che pensava in un mondo molto ristretto e chiuso dalla paura e timore. Mahmoud era persona trasparente che però era sola”.
Per omicidio premeditato e aggravato dai motivi abietti e futili a cui si aggiunge il reato di soppressione di cadavere la pm ha chiesto l’ergastolo per entrambi, ritenendo che per loro non possano essere applicate le attenuanti generiche “perché non ho mai visto né collaborazione né compassione o rammarico verso la vittima, ma anzi tentativi di sviare le indagini”.