Il caso

“Non ci sentiamo al sicuro”, presidio degli studenti dopo il caso del professore che creava fotomontaggi porno con l’Ai

Tam tam sui social per una manifestazione giovedì mattina in piazza Sarzano, vicino alla facoltà di Architettura. Cambiare Rotta: "Non sono mele marce, il problema è sistemico"

facoltà architettura

Genova. “Non sono mele marce, il problema è sistemico”. E’ il messaggio ribadito dal collettivo studentesco Cambiare Rotta dopo il caso del professore associato di Architettura indagato per aver realizzato delle immagini pornografiche sovrapponendo il volto di alcune studentesse su corpi nudi sfruttare la tecnologia dell’Ai.

Gli studenti e le studentesse annunciano un presidio di protesta giovedì 31 ottobre alle 10.30 in piazza Sarzano, vicino alla facoltà di Architettura dell’Università di Genova. E’ stato proprio il rettore dell’Ateneo a far partire l’inchiesta sulla chat Telegram dove il docente condivideva le immagini.

“Non ci sentiamo tutelati e sicuri” dicono da Cambiare Rotta secondo i quali le misure prese dall’Università non sono sufficienti: “Come successo nei fatti già accaduti a Torino, anche nell’Università di Genova la soluzione del rettore è stata quella della sospensione del professore, un provvedimento temporaneo che solleva il docente dall’incarico dei corsi che teneva ma non dalle altre responsabilità e dagli altri ruoli che ha”. “Questo professore, infatti, è responsabile delle attività internazionali del dipartimento, quindi dei programmi Erasmus”, sottolineano.

La sospensione, spiegano dall’Ateneo, riguarda anche quegli incarichi accessori ma gli studenti insistono: “Sentiamo il bisogno di confrontarci insieme su questi temi, e per questo abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica aperta a chiunque desideri esprimere interesse, dissenso o opinione riguardo alla situazione che stiamo vivendo”.

Cambiare Rotta chiede un diretto intervento della Crui, conferenza dei rettori delle università italiane. “Ogni giorno assistiamo a comportamenti e atteggiamenti che spesso sottovalutiamo, che, proprio perché frequenti, finiscono per diventare parte della nostra quotidianità. Alcuni di questi fatti ottengono attenzione mediatica, altri passano inosservati. Tuttavia, è tempo di guardarli da una prospettiva distaccata e obiettiva, perché non si tratta di episodi isolati ma di questioni sistemiche, che non possiamo più considerare ordinarie”, concludono da Cambiare Rotta.

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