Genova. Non ce l’ha fatta Marco Ricci, l’operaio precipitato per 13 metri ieri pomeriggio nel cantiere del memoriale del Morandi in via Argine Polcevera. Lo rende noto la direzione del San Martino spiegando che ” alle 18.50 è terminata l’osservazione per morte encefalica dell’operaio di 39 anni rimasto vittima, ieri, di incidente sul lavoro” e ne è stato dichiarato il decesso.
Il 39enne M.R., lavorava per una ditta di carpenteria (la Life di Sansepolcro in provincia di Arezzo), che doveva sistemare alcune griglie accanto al vano del futuro ascensore della ludoteca in costruzione in quella che fu la palazzina Amiu travolta dal crollo del Morandi.
Ricci stava trasportando una griglia insieme a un collega e stava camminando all’indietro. Secondo quanto emerso dai rilievi compiuti degli ispettori dello Psal coordinato dall’ingegnere Gabriele Mercurio il carpentiere avrebbe messo il piede su una delle tavole utilizzate per coprire il ‘vuoto’ del vano ascensore e non fissata e sarebbe caduto precipitando per circa 13 metri.
Rianimato sul posto dai medici del 118 e intubato, le sue condizioni erano state da subito gravissime.
Le indagini della Procura sono cominciate immediatamente dopo l’incidente, con il sopralluogo del pm Giuseppe Longo e dell’aggiunto Francesco Pinto, che coordina il pool di magistrati che si occupano di sicurezza sul lavoro. Già ieri sono state ascoltate le prime persone informate sui fatti e questa mattina le audizioni sono proseguite.
L’inchiesta, a poche ore dai fatti, è ancora contro ignoti soprattutto perché è necessario individuare le diverse posizioni di garanzia in capo al grande cantiere. Esclusa la responsabilità penale del Comune che è il committente dell’appalto, la catena delle responsabilità potrebbe riguardare l’azienda appaltatrice e i subappalti, vale a dire la ditta edile che stava realizzando e l’azienda di carpenteria di cui il 39enne era dipendente.
Secondo quanto emerso dai primi accertamenti non solo le tavole non erano fissate ma mancavano anche delle protezioni laterali per muoversi in sicurezza in un cantiere di quel genere.
L’indagine, aperta per lesioni gravissime,, sarà nelle prossime ore riqualificata in omicidio colposo.
LE REAZIONI DEI SINDACATI
“Il tragico incidente che ha coinvolto un operaio di 39 anni impiegato nel cantiere del parco del Ponte Morandi, a Genova, rilancia per l’ennesima volta un problema che la Cisl non si stanca di denunciare e di fronte al quale troppo spesso, invece, si cerca di fare calare buio e silenzio: quello della catena di appalti e subappalti che, nel privato come nel pubblico, rappresentano il primo elemento di pericolo per la sicurezza dei lavoratori. Chiediamo alle istituzioni e all’autorità giudiziaria di fare rapidamente luce su quanto accaduto, individuando responsabilità civili e penali e verificando l’attuale stato di legalità del cantiere alla luce della recente introduzione della patente a crediti. Siamo di fronte a una tragedia che ferisce la città due volte, proprio perché è maturata nel luogo che più di ogni altro simboleggia le conseguenze dell’incuria e del rispetto delle norme di sicurezza”, dichiara Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria.
“La morte cerebrale dell’operaio di 39 anni nel cantiere del Memoriale del Morandi a Genova, ci costringe a tornare a invocare legalità, attenzione alla catena di appalti e subappalti, maggiori controlli, rispetto delle regole legate alla sicurezza e applicazione dei contratti in ogni luogo di lavoro – commentano Emanuele Ronzoni commissario straordinario Uil Liguria, Mirko Trapasso segretario generale Feneal Uil Liguria e Luigi Pinasco segretario generale Uilm Genova – Solo poco tempo fa abbiamo occupato piazza Matteotti nel cuore di Genova con 127 bare che rappresentano i morti sul lavoro negli ultimi 5 anni in Liguria. Basta: la strage si deve fermare. Vogliamo giustizia e chiediamo che al più presto venga fatta luce sull’ennesimo incidente mortale sul lavoro. Un incidente sul lavoro non è mai frutto di pura fatalità ma rappresenta la disattenzione generale di un sistema paese che non pone la vita al centro del suo sviluppo” conclude.
IL CORDOGLIO DELLE AUTORITA’
“Esprimo, a nome della Giunta e dell’amministrazione comunale, profondo cordoglio e vicinanza ai familiari dell’operaio deceduto a seguito della caduta ieri nel cantiere del Parco Polcevera. Un fatto doloroso su cui auspichiamo venga fatta chiarezza al più presto dalle autorità competenti, perché la sicurezza sul lavoro deve essere sempre al primo posto. Non è accettabile che nel 2024 e con Protocolli sottoscritti dalle istituzioni e rappresentanze sindacali, non ultimo l’addendum firmato ad agosto proprio in tema di appalti e subappalti, si possa ancora morire di lavoro. La nostra amministrazione si farà parte attiva per supportare le autorità competenti perché vengano accertate le responsabilità nel più breve tempo possibile”. Lo dichiara il sindaco di Genova Marco Bucci.
Anche il candidato alle Regionali per il centrosinstra, Andrea Orlando, lascia un messaggio di cordoglio. “Aveva 39 anni l’operaio che ha perso la vita in un incidente sul lavoro al memoriale del Ponte Morandi. Un’altra vittima di questa infinita tragedia, resa ancor più dolorosa per il luogo simbolico in cui è avvenuta. Per lui e la sua famiglia, il mio cordoglio e il mio impegno”.
Il M5s della Liguria , che organizzano un incontro sul tema della sicurezza sul lavoro per il 17 ottobre al Cap di via Albertazzi, commenta: “Ancora una volta leggiamo che si indaga su un contratto in subappalto. Il committente è il Comune di Genova. Chiediamo: tutte le parti in causa, hanno verificato l’applicazione di quanto previsto dall’accordo sulla sicurezza?”. In particolare, il capogruppo del M5S Genova e candidato alle regionali Fabio Ceraudo ricorda: “Poca attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro; appalti al ribasso, subappalti doppi e tripli, ancora più al ribasso con i controlli che sono praticamente inesistenti; e regole che possono essere facilmente aggirate e infrante. Non possiamo andare avanti così. La sicurezza sul lavoro è fondamentale e servono regole più stringenti, con controlli più assidui”.
Infine Roberta Piazzi e Giovanni Ferretti, del Partito della Rifondazione Comunista, parlano di 44esima vittima del Ponte Morandi: “Oggi si ha la quarantaquattresima vittima, nel cosiddetto “parco della memoria”, la cui ricostruzione, nel nome del famoso Modello Genova, percorre lo stesso solco: appalti al minimo economico, a loro volta subappaltati che, dovendo generare il massimo guadagno, si alimentano di orari di lavoro inaccettabili, mancanza di presidi di sicurezza, lavoratori costretti ad una dura vita in trasferta, con contratti con nessuna garanzia, senza formazione e tutele”.