Le indagini

Incendio al Moody, la Procura apre un’inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell’incendio

Il locale probabilmente non riaprirà più e 26 persone rischiano di rimanere a casa. Al vaglio anche le condizioni di sicurezza dei locali e non solo

incendio moody

Genova. La procura di Genova indaga per lesioni colpose e incendio colposo dopo il rogo divampato l’11 settembre nel locale caldaia del bar ristorante Moody in pieno centro città. Dopo l’incendio il locale non ha più riaperto. I 26 lavoratori avevano organizzato un presidio davanti al Moody e interrotto il dibattito tra i candidati alla presidenza della Regione Liguria a Palazzo Ducale. L’azienda è gestita da una holding che fa capo all’imprenditore Gabriele Volpi e ha fatto sapere che non riaprirà.

Il fascicolo, a carico di ignoti, è in mano al pm Gabriella Marino. Tre le persone che erano rimaste intossicate: l’operaio che stava seguendo una manutenzione alla caldaia, un dipendente e una cliente anche se al momento nessuno di loro ha presentato querela.

Le fiamme, secondo una prima ricostruzione, sarebbero partite dall’apparato di coibentazione della caldaia.Accertamenti in corso da parte degli specialisti della prevenzione della Asl3 riguardano in generale le condizioni di sicurezza dei locali e degli ambienti di lavoro.

La procura, però, vuole approfondire anche altri aspetti legati alla chiusura senza alcuna apparente ragione. Il locale è di proprietà della società Azzurra 95, la cassaforte dell’imprenditore nel settore dei buoni pasto Gregorio Fogliani e della moglie Luciana Calabria.

Le quote sono state sottoposte a sequestro preventivo a fini di confisca dopo l’inchiesta sul crack della Qui!Group, il colosso dei buoni pasto guidato da Fogliani. In queste settimane la pm Patrizia Petruzziello sta definendo i patteggiamenti di tutti i membri della famiglia Fogliani. Dopo il fallimento il locale aveva riaperto con il gruppo Ten Food & Beverage. A dicembre quindi le quote dovrebbero essere sottoposte a confisca.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.