Onda di luce

Al Pratone di Quarto candele accese per rompere il silenzio sul lutto perinatale: “Non sia un tabù”

Martedì 15 ottobre l'iniziativa organizzata dall'Ordine delle Ostetriche in collaborazione con l'Ordine degli Infermieri. La referenze Elena Bisio: "Importante riconoscere e accogliere questo dolore, i genitori sentono di non poterlo condividere"

neonato mano bambino

Genova. Una candela accesa per illuminare simbolicamente uno dei momenti più bui della vita di un genitori: la perdita di un figlio, che avvenga durante la gravidanza o nelle settimane immediatamente successive. Il 15 ottobre è la Giornata mondiale per la consapevolezza del lutto perinatale, e anche nel capoluogo ligure sono in programma una serie di iniziative dedicate.

La giornata è stata proclamata per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che “riguarda molte più persone di quanto si possa pensare – spiega Elena Bisio, referente dell’Ordine delle Ostetriche di Genova e La Spezia – la definizione di lutto perinatale include sia aborti sia morti alla nascita sia morti in culla, e per manifestare solidarietà e vicinanza ai genitori abbiamo organizzato per martedì 15 ottobre un evento gratuito con il patrocinio dell’Ordine degli Infermieri. Ci ritroveremo  al Pratone di Quarto per prenderci un momento da dedicare all’accensione di candele e ricordare così tutte le vite perse. Vogliamo sottolineare che questo fenomeno esiste, sperando di essere in tanti e di attirare l’attenzione sul tema, che oggi è ancora un tabù”.

Nella nostra cultura, sottolinea ancora Bisio, “si parla molto poco del lutto in generale, ma nei casi di un lutto vissuto in gravidanza o nel periodo immediatamente dopo il parto, spesso quello che raccontano le madri e le donne che ci sono passate è che non c’è spazio per il loro dolore. Non viene riconosciuto, ma sono tutte perdite: da un aborto nelle prime settimane di gravidanza alle morti in culla. È frequente che le coppie non ne parlino, perché il loro lutto non viene accolto o viene semplificato con frasi di circostanza spesso estremamente indelicate”.

L’evento del 15 ottobre al Pratone è quindi un modo per riconoscere l’esistenza di un fenomeno che in Italia registra numeri significativi. Circa il 15-20% delle gravidanze si conclude con un aborto spontaneo, nella maggior parte dei casi nei primi tre mesi di gestazione, e tra le 24 settimane di gravidanza e il parto la morte del bambino è uno degli esiti avversi più comuni, verificandosi circa in uno ogni 200-300 casi, mentre il tasso di mortalità del neonato è di circa 2-3 per mille nati vivi. Uno degli ultimi casi arriva proprio dalla Liguria: a Sestri Levante la mattina del 9 ottobre una neonata è stata trovata priva di vita dal papà nel suo lettino. La piccola era nata lo scorso 10 settembre. Un caso di sospetta Sids, la cosiddetta sindrome della morte improvvisa del lattante, per cui sono stati avviati tutti i protocolli con l’Ospedale Gaslini previsti in questi casi.

Martedì alle 18 tutti gli operatori impegnati negli ambulatori e nelle strutture di ostetricia, nelle sale parto, nelle neonatologie e nelle terapie intensive neonatali si ritroveranno dunque in via Angelo Carrara e si prenderanno qualche minuto per ricordare con semplici simboli ogni bambino. Alle 19, come in tutto il mondo, si accenderà l”onda di luce’: candele accese in tutti i luoghi e le case che hanno vissuto o vogliono ‘onorare’ il lutto prenatale, in tutte le città e in tutti i paesi del mondo. Un’iniziativa partita in Inghilterra diversi anni fa e arrivata in Italia grazie all’attivismo dell’associazione Ciao Lapo, che ogni anno che passa è sempre più partecipata.

“Eventi come questi sono fondamentali per trasmettere un messaggio importante – sottolinea Bisio – Serve accogliere questa esperienza. In Liguria ci sono diverse realtà che si occupano di questo, dalla sezione ligure di Ciao Lapo ai gruppi di auto mutuo aiuto, indicati dal Comune. Alle persone che affrontano questa esperienza viene indicato già in ospedale un percorso di supporto psicologico, ci sono gli specialisti nei consultori e al Gaslini esiste un’equipe apposita. C’è il supporto professionale e poi c’è quello che attiva dai gruppi di altri genitori che funziona molto bene. Ci sono madri che fanno da referenti e diventano motori di questa catena di supporto e solidarietà”.

Per Bisio “siamo su un’ottima strada sul fronte della formazione e dell’aggiornamento del personale, ma dobbiamo lavorare su una cosa fondamentale, e cioè sul ricordare che esiste, e che un’esperienza tragica come un aborto, la morte al parto o la morte in culla non è qualcosa da tenere nascosto ed è molto più frequente di quanto si possa immaginare. Il 20% delle donne ha vissuto un lutto perinatale, e mi capita nella mia esperienza lavorativa di dire alle donne ‘mi dispiace’ e sentirmi rispondere ‘non me l’aveva mai detto nessuno’. Ogni donna vive la sua tragedia a modo suo e le famiglie che vivono questa esperienza traumatica sono tante, è giusto farlo sapere e aumentare la sensibilità e la consapevolezza”.

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