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Genoa come tre anni fa, due settimane nere ripropongono vecchi spettri

Il mercato che ha indebolito la squadra e la sfortuna sugli infortuni riportano alla situazione di partenza con 777 Partners, ma Gilardino e i rientri possono cambiare il segno alla stagione

Genoa Vs Hellas Verona
Vitinha braccato da un difensore del Verona, contro gli scaligeri il primo campanello di un allarme che si è intensificato

Cambiare tutto per non cambiare niente. Non è proprio così ma quasi. Tre anni fa il Genoa, fresco di passaggio da Preziosi a 777 Partners, giaceva nei bassifondi della classifica con 5 punti in 7 partite. Fare copia e incolla ed ecco la stessa situazione dopo il 5 a 1 contro l’Atalanta. Dopo un passo indietro (retrocessione) e due passi avanti, ecco che tutto è tornato al via. Ma se all’epoca c’era una prospettiva di rilancio, ora le notizie sul fondo americano, costretto addirittura a vendere jet e yacht ad uso privato e a lasciare gli uffici a Miami – secondo quando riporta la testata norvegese Josimar – rendono l’orizzonte plumbeo.

La giornata di Serie A appena andata in archivio evidenzia, con un certo sadismo, il come si è giunti a tutto ciò. Ovvero l’indebolimento della squadra nelle ultime due sessioni di mercato, beffardo anche perché arrivato dopo la chiusura della campagna abbonamenti. Tripletta di Retegui proprio contro il Grifone. Goal di Gudmundsson che decide la sfida tra Fiorentina e Milan.

Ma non solo. Anche la sfortuna si è accanita sul Genoa, privo di Malinovskyi, Badelj, Frendrup e Messias a centrocampo. Defezioni in parte prevedibili, visto che Messias non è nuovo a infortuni e Badelj non è giovanissimo.

Si sono anche interrotte le piste di mercato rivolte verso nord e volte a portare giocatori da valorizzare. Il tutto si è fermato a Gudmundsson e Frendrup, a cui aggiungere l’intuizione di Martinez. Il mercato recente è scontato, con buoni giocatori come Pinamonti e Miretti arcinoti al panorama italiano, con il primo non di certo in grado di alzare di molto il livello e con il secondo che è un prestito secco.

Scelte di mercato estive che hanno anche minato l’entusiasmo di una piazza con cui la proprietà ha comunicato benissimo a livello di marketing (film eccetera) ma molto meno bene negli ultimi mesi sulle vicissitudini finanziare. Nessuno ha dimenticato le promesse iniziali di Wander, quando tutti si chiedevano se le grandi aspettative non fossero macaja negli occhi. E anche se sono passati tre anni nella mente del popolo rossoblù, come lo definisce lo stesso Gilardino, quelle promesse sono ben sedimentate e sarebbe opportuna più chiarezza nello spiegare se saranno o meno mantenute.

Gilardino, l’allenatore della risalita e della prima bella stagione in Serie A. Sedotto anche lui dalle prospettive di un Grifone che potesse crescere e ora a invocare a gran voce un elmetto necessario per salvarsi anche all’ultima giornata. Chiaro che non si aspettasse un mercato di questo tenore quando aveva deciso in primavera di rimanere e che ora debba fare i conti con un senso di scoramento umano ma pericoloso se trasmesso alla squadra.

Un gruppo che, persa molta qualità, dovrà ritrovare la tenacia che lo aveva caratterizzato. Anche perché la rosa ha spesso dimostrato di avere nell’atteggiamento la propria forza più che nella proposta di gioco offensivo. Spirito battagliero sfaldatosi contro Venezia, Juventus e Atalanta. Con in mezzo la clamorosa prestazione rinunciataria contro la Sampdoria. Anche questo non di certo accolto di buon grado dai supporter.

Tornando al paragone con tre anni fa, quando giunse la retrocessione, c’è da dire che col rientro degli infortunati questo Genoa può giocarsi buone chance di salvezza e che l’allenatore ha dimostrato grande affidabilità.

Ora due settimane per archiviare il mese più difficile dell’era Gilardino e provare a invertire la rotta intrapresa a causa del mercato e del fato talvolta avverso. La salvezza prima di tutto, poi si vedrà.

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