Genova. Sono passati quasi due anni da quella vigilia di Natale da incubo per i residenti di un palazzo di via Posalunga, nel quartiere genovese di Borgoratti, dove una frana aveva sventrato un appartamento al primo piano il 24 dicembre 2022, costringendo ad evacuare un intero edificio. Ad oggi intorno a quei condomini esiste ancora una zona rossa interdetta all’accesso, nessun proprietario ha ancora visto risarcimenti e ogni volta che piove il versante roccioso, solo parzialmente messo in sicurezza, è guardato con grande apprensione dai residenti.
A riportare il caso all’attenzione è stata oggi Cristina Lodi, consigliera comunale di Azione, che ha presentato un’interrogazione a Palazzo Tursi: “Durante le ultime piogge molto forti da quella parete scendeva un fiume e gli abitanti erano molto preoccupati. Alcuni condomini devono accedere attraverso un garage privato dove il proprietario non può parcheggiare e allo stesso modo altri parcheggi sono interdetti. Non è stata fatta nessuna valutazione dei danni economici. Sappiamo che è in corso un intervento del Demanio, ma nel frattempo chi tutela i cittadini? Cosa sta facendo l’amministrazione?”.
“Ad oggi c’è un unico appartamento interdetto, tutti gli altri sono potuti rientrare assistiti dal Comune per l’emergenza abitativa che si era generata – ha confermato il vicesindaco Pietro Piciocchi in aula -. L’Agenzia del Demanio, ancorché ritenga di non avere responsabilità sull’accaduto, ha confermato la volontà di completare l’intervento di messa in sicurezza del versante della frana, circa la metà è stata sistemata. Stiamo lavorando su due fronti: abbiamo sollecitato più volte il Demanio per affrettare gli interventi che stiamo facendo e stiamo cercando di ridurre il più possibile gli spazi interdetti”.
Oltre al danno la beffa: da quanto ha riferito a Tursi lo stesso Piciocchi, il proprietario dell’appartamento sfondato dai massi, Claudio Galia, sta ancora pagando le rate del mutuo senza poter rientrare in casa sua. Lo aveva raccontato lui stesso tre mesi dopo il fatto a Genova24. “L’ho incontrato circa un mese fa – ha spiegato il vicesindaco – e mi sono attivato con la nostra Protezione civile per capire se c’era la possibilità di risolvere questa situazione specifica”.
Dietro l’episodio franoso, come spesso accade, c’è una lunga storia di allarmi inascoltati da parte dei cittadini e l’immancabile contenzioso sulle responsabilità. L’Agenzia del Demanio, infatti, avrebbe ricevuto la proprietà di quelle aree tramite “rinuncia abdicativa” da parte della cooperativa che aveva edificato i palazzi. Nei mesi precedenti l’ente era già intervenuto per la caduta di massi in corrispondenza di un’altra facciata. Un muraglione di contenimento era stato costruito a protezione del civico 46, quello evacuato due anni fa, ma la frana si era staccata da un altro punto. La Procura di Genova aveva aperto un fascicolo per disastro colposo a carico di ignoti.