Provvidenziale

Falco di palude infortunato salvato da un escursionista sulle alture di Sestri Levante

Secondo gli esperti dell'Enpa è probabile che abbia subito un incidente o un forte urto in cui si è fratturato l’ulna dell'avambraccio. L'uomo lo ha portato di persone nei pressi del cras

falco di palude

Sestri Levante. La stagione della migrazione degli uccelli è ormai entrata nel vivo, e con essa gli ingressi al Cras che l’Enpa gestisce a Campomorone. È infatti frequente che, nel periodo in cui migrano verso territori più caldi, i rapaci in particolare finiscano per ferirsi o per stramazzare al suolo, stremati dalla fatica, ed è ciò che è accaduto al falco di palude recuperato da un uomo a Sestri Levante.

Il rapace è stato trovato sulle alture della cittadina, ed è subito partita la chiamata all’Enpa: “Purtroppo quel giorno (come molti altri) i volontari a disposizione erano tutti occupati in altri recuperi nelle zone più disparate della provincia e gli animali bisognosi di cure in sede erano tanti: non c’era modo per noi di recarci fisicamente a recuperare il falco – spiegano dall’Enpa – Questo signore, capendo immediatamente la situazione e le nostre difficoltà oggettive, si è premurato di prendere l’animale, metterlo in sicurezza e trasportarlo per un buon tratto di strada dimostrando una disponibilità e un buon cuore non comuni. Ma amare gli animali è anche questo”.

L’esemplare di Circus aeruginosus, comunemente detto falco di palude, è giovane, con tutta probabilità alle prese con la prima migrazione verso sud dell’anno. Secondo gli esperti dell’Enpa è probabile che abbia subito un incidente o un forte urto in cui si è fratturato l’ulna dell’avambraccio. L’ala è stata steccata per permettere che l’osso si saldi correttamente, ma il falco dovrà comunque restare al Cras sino a primavera: la riabilitazione durerà qualche mese, e non sarà possibile rimetterlo in libertà prima della primavera.

Nei giorni scorsi al Cras è arrivato anche un altro rapace, una poiana. Sempre a causa di un trauma aveva le zampe molto gonfie che le impedivano di appoggiarsi sui rami per predare: “Di giorno in giorno l’animale si sta riprendendo, divorando letteralmente tutto il cibo a disposizione, e che il gonfiore alle zampe piano piano sembra diminuire. Il percorso di riabilitazione è ancora lungo, ma siamo fiduciosi in una sua ripresa completa – spiegano dal Cras – La poiana è stanziale sul nostro territorio, facilmente riconoscibile, e passa parecchio tempo appollaiata sui rami e posatoi in attesa di avvistare prede. La femmina è leggermente più grande del maschio, ed entrambi hanno una grande varietà di piumaggio, caratterizzato anche da coloriture chiare”.

 

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